“Borg McEnroe”, un film che si guarda volentieri anche se non siamo patiti di tennis

Articolo di Gordiano Lupi

Debutto alla regia cinematografica per il danese Janus Metz che si avvale di una sceneggiatura di Ronnie Sandahl per portare al cinema la rivalità tennistica tra Björn Borg e John McEnroe, partendo dalla storica finale di Wimbledon del 1980. Un film biografico interessante, girato in maniera leggermente didascalica, come ogni storia che racconta due esistenze parallele, con un montaggio non consequenziale, che si sviluppa per salti temporali. Il presente è costituito dalla finale di Wimbledon che Borg affronta con preoccupazione e che sarà la sua quinta vittoria consecutiva sul campo londinese, sofferta più del previsto, contro un avversario indomito come McEnroe. I salti temporali narrano l’infanzia e l’adolescenza di Borg, il cambiamento caratteriale dovuto a un allenatore bravo e preparato, il debutto in Coppa Davis a 15 anni (con una vittoria), infine il ritiro prematuro, a soli 26 anni, quando aveva già vinto tutto. Metz non trascura di stigmatizzare la personalità di John McEnroe, uomo dal carattere capriccioso e dai comportamenti burrascosi, che solo nella finale contro Borg riesce a controllare gli scatti d’ira contro arbitri e pubblico. Bellissimo l’abbraccio finale in aeroporto tra due campioni rivali sul campo, che diventeranno amici nella vita, non solo, il nordamericano sarà l’erede dello svedese a Wimbledon e nel mondo. Un film che si guarda volentieri anche se non siamo (come me) patiti di tennis, magari giova essere nati negli anni Sessanta e aver assistito in diretta ai trionfi dei due campioni, in ogni caso il lavoro si apprezza per scorrevolezza di trama e veridicità degli incontri. I due attori che interpretano Borg e McEnroe non avrebbero potuto essere scelti meglio, per somiglianza fisica e caratteriale, sia Sverrir Gudnason che Shia LaBeouf sono perfetti per impersonare il primo uno sportivo glaciale e impenetrabile, il secondo un tennista ribelle. Riprese tra Goteborg, Praga, Londra e Principato di Monaco, ma anche nella città natale di Borg, la piccola Söderetälje, dove il giovane aspirante tennista giocava con la pallina facendola rimbalzare sulle porte dei garage. Borg McEnroe viene presentato al Toronto International Festival e alla Festa del Cinema di Roma (guadagna il premio del pubblico), con buon successo di critica. Distribuito in Italia da Lucky Red. Se l’avete perso, recuperatelo su RaiPlay, dove lo trovate ancora dopo il passaggio televisivo su Rai 2.

Regia: Janus Metz. Soggetto e Sceneggiatura: Ronnie Sandahl. Fotografia: Niels Thastum. Montaggio: Per K. Kirkegaard, Per Sandholt. Effetti Spoeciali: Malin Torstensson. Musiche: Vladislav Delay, Jonas Struck. Scenografia: Lina Nordqvist. Costumi: Kicki Ilander. Trucco: Anders Bratas. Produttori: Jon Nohrstedt, Fredrik Wikström. Produttore Esecutivo: Lone Korslund. Case di Produzione: SF Studios Production, AB, Danish Film Institute, Film i Väst, Finnish Film Foundation, Nordisk Film, SVT Svedish Film Institute, Yellow Film & TV. Distribuzione (Italia): Lucky Red di Andrea Occhipinti. Paesi di Produzione: Svezia, Finlandia, Danimarca. Lingua originale: Svedese, Francese, Inglese. Anno: 2017. Durata: 100’. Genere: Sportivo, Biografico. Interpreti: Sverrir Gudnason (Borg), Shia LaBeouf (McEnroe), Stellan Skarsgard (Bergelin), Tuva Novotny (Simionescu), Robert Emms (Gerulaitis), Jason Forbes (Ashe), Björn Granath (Grive), Scott Arthur (Fleming), Tom Datnow (Connors), Jan Perry (Kay McEnroe), Thomas Hedengran (Lennart Hyland), David Bamber (John Barrett), Claes Ljungmark (Mats Hasselqvist).

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