Jim Archer è un regista britannico che conosciamo per alcune brillanti serie Tv come Big Boys, The Young Offenders e Down from London. Per il cinema gira questa commedia grottesca ispirata a un suo vecchio corto del 2017 e ad alcuni spettacoli comici. Il film è ambientato nei paesaggi campestri e nelle lande piovose del Galles del Nord, in un villaggio sperduto, quasi un luogo fuori dal tempo, costruito sulla comicità spontanea di David Earl (Brian) e Chris Hayward (il robot Charles), autori anche della sceneggiatura. La storia vede uno strampalato personaggio che per passare il tempo in un luogo dimenticato da Dio, nei lunghi inverni, inventa i più assurdi marchingegni. Le sue idee sono quasi sempre fallimentari, fino a quando da una vecchia lavatrice costruisce un robot, che non solo funziona, ma comincia pure a provare dei sentimenti. Il film racconta l’amicizia quasi paterna tra Brian e Charles, che si trasforma in un adolescente capriccioso, addirittura geloso del costruttore, al punto da sfidarlo in continuazione. Nella trama s’inserisce una tenera storia d’amore tra Brian e una ragazza del posto (Brealey), la ribellione ai prepotenti che vorrebbero rubare e distruggere il robot, infine la crescita e il viaggio alla scoperta del mondo, compiuto dal robot, ormai un vero e proprio figlio. Storia di solitudine e riscatto, con citazioni da Frankenstein e Pinocchio, ma – per chi l’ha visto – anche da Io e Caterina di Alberto Sordi. Ottima fotografia britannica, riprese in soggettiva e suono in presa diretta, colonna sonora d’epoca con un finale a base di rap canticchiato dal robot, scenografie che immortalano la campagna inglese. Un film dall’impianto teatrale, con l’interprete principale che per molte sequenze si rivolge direttamente alla macchina da presa (al pubblico), si presenta e ci fa vedere i luoghi dove vive e le sue invenzioni. I dialoghi con il robot sono esilaranti, così come le reazioni di Charles ricordano i capricci di un ragazzino che vuol essere lasciato libero di scoprire il mondo. Commedia grottesca, narrata con tono da fiaba, che diventa sempre più credibile con il passare dei minuti, al punto che lo spettatore freme per le vicende del robot, novello Edward mani di forbice, una sorta di Prometeo disperato. Pure la commedia britannica riesce a essere più interessante e originale di quella italiana, che pare saldamente nelle mani di registi impreparati e di sceneggiatori disattenti. Abbiamo appena sentito che tra i film più attesi del momento c’è l’ultimo lavoro di Paolo Ruffini. Recuperate questa deliziosa commedia brillante, invece di perdere tempo con film inutili, non ve ne pentirete.
Titolo originale: Brian and Charles. Regia: Jim Archer. Soggfetto e Sceneggiatura: David Earl, Chris Hayward. Interpreti: David Earl, Chris Hayward, Louise Brealey, Jamie Michie, Nina Sosanya, Lynn Hunter, Lowri Izzard, Mari Izzard. Distribuzione: Lucky Red, Universal Pictures. Durata: 90′. Origine: UK, 202