“Campo di battaglia”, un film piacevolmente profondo

Articolo di Paolo Quaglia

Due amici di vecchia data si ritrovano sui campi di battaglia del primo conflitto mondiale. Stefano e Giulio, entrambi medici, hanno una concezione differente della professione. Molto più legato al codice Stefano, disprezza imboscati e mentitori. Giulio lavora secondo un codice umano che preserva la vita in qualsiasi circostanza. Tra i due s’inserisce il sentimento, condiviso, per Anna una vecchia conoscenza dei tempi universitari. La ragazza, al fronte nel ruolo d’infermiera, paga l’estrema misoginia dei tempi.

Pur essendo capace e preparata Anna, non ha potuto esercitare la professione perché signora. Sullo sfondo delle battaglie i due arriveranno a fare di tutto pur di rispettare le proprie convinzioni e conquistare l’amore. Campo di battaglia è un film del 2024 diretto da Gianni Amelio. Storico atipico usa la guerra come pretesto per parlare di etica. Attraverso un sapiente uso della narrazione, il regista mostra due anime, mosse da principi opposti nella comunanza.

La vita di miserabili costretti alle trincee supera l’amore di patria, secondo Giulio, capace di aiutare i soldati sempre e comunque. Stefano, al contrario, non ha problemi a rendere abili feriti anche quando non sembrano esserlo del tutto. Due facce della medesima medaglia che Amelio mostra senza prendere una posizione definitiva. Sceneggiato in maniera convincente, il film, vive su una regia peculiare oltre all’ottima fotografia. La scelta di dilatare i tempi è necessaria per enfatizzare il dilemma morale dei due protagonisti e della loro “collega”.

Campo di battaglia è un film sulla nobiltà d’animo in un periodo storico molto difficile e sulle scelte che la guerra comporta. Una ricerca del limite che Amelio cerca soprattutto nelle personalità dei protagonisti, costretti a vivere nella certezza che la storia vince sul tempo. Cinema piacevolmente profondo in grado di intrattenere lasciando qualcosa.

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