CAS Autostrada A18 la frana di Letojanni compie 7 anni

Articolo di Domenico Interdonato

“Entro agosto 2021 la carreggiata a monte dell’A18 direzione Catania tornerà percorribile”, lo aveva dichiarato ai media  in pompa magna il presidente del CAS avv. Francesco Restuccia. Era facile intuire che quelle erano promesse al vento, come prevedibile ancora una volta è stato smentito dai fatti o meglio dalla palese inefficienza del CAS, ecco le dichiarazioni riportate daalcuni media siciliani ad inizio marzo 2021: https://www.ilsicilia.it/frana-a18-letojanni-restuccia-cas-ad-agosto-carreggiata-libera/, http://www.lagazzettamessinese.it/a18-frana-di-letojanni-ad-agosto-la-carreggiata-deve-essere-libera/

e https://qds.it/frana-letojanni-finalmente-fine-lavori-vicina/. I fatti dimostrano che in A18 nel tratto della frana di Letojanni, ancora  dopo 7 anni si continua a viaggiare in emergenza, la Sicilia ostaggio di incompetenti, con grande disappunto da parte di tutti gli utenti che pagano il pedaggio.

Promesse che non coincidono con la realtà dei fatti e lavori che vanno a rilento in attesa di cosa? Il costo dell’opera è di oltre 20 milioni di euro e vista la lentezza non sono da escludere nuove varianti al progetto che ne faranno lievitare i costi, un classico italico conosciuto e tollerato da tutti, ma non dai siciliani che sono stanchi di subire. 

Il cantiere mostra detriti lasciati a bordo strada “in caso di forti nubifragi la terra mista a fango potrebbe ricadere ancora nell’unica carreggiata aperta al traffico e bloccare la viabilità della Sicilia orientale”. Nel cantiere si notano pochissimi operai al lavoro (foto di agosto 2022), un vero e proprio sfregio ai siciliani che produce un grave danno economico e di immagine.

Cittadinanzattiva prende atto che le Autostrade italiane si sono fermate a Reggio Calabria. I siciliani in attesa del ponte, subiscono i danni dell’insularità e non sono figli di un Dio minore pertanto pretendono, il declassamento delle due tratte A18 e A20, con investimenti e infrastrutture adeguate che devono essere gestiti dall’Anas.

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