Un film che mi ero perso al cinema, recuperato grazie alla programmazione di Rai Movie, reperibile anche su Rai Play, senza interruzioni pubblicitarie. Igort sceneggia e dirige – forse ben consigliato da Valeria Golino – un suo romanzo grafico del 2002 (edito da Oblomov, come il volume dedicato alla lavorazione del film), suddiviso in cinque capitoli: Lacreme napulitane, La settimana enigmatica, Guapparia, Il sorriso della morte e Cinque è il numero perfetto. Peppino (Servillo) è un vecchio guappo della camorra, sicario in pensione, che dedica una parte della sua vita a vendicare l’uccisione del figlio Nino da parte di un camorrista rivale. Il fedele amico Totò (Buccirosso), detto O’ Macellaio, e Rita (Golino) aiutano nell’impresa il compagno di tante avventure, ma il finale (davvero imprevedibile) riserva al vecchio sicario un’amara sorpresa. Non rivelo altro, perché la pellicola vive di tanti colpi di scena che meritano la visione senza mezzi termini, oltre al fatto che è sceneggiata come un fumetto noir di Frank Miller (si nota l’ispirazione a Sin City). Film premiato a Venezia e ai David di Donatello, una tantum riconoscimenti dati bene, si caratterizza per una ricostruzione certosina della Napoli anni Sessanta, una fotografia plumbea che immortala una città notturna e piovosa, quasi surreale, se pensiamo alla metropoli partenopea. Tutto costruito su flashback e ricordi del passato che ben si intersecano con lo scorrere dei fatti al presente; senza soluzione di continuità il regista passa dal tempo reale al ricordo, inserendo suggestive dissolvenze e fumettistici split screen. Il passato – che narra di una moglie perduta e di un padre che davanti a un vecchio fumetto tenta di spiegare la vita – si evidenzia per una colorazione giallo ocra e per una fotografia anticata. Definirei questo lavoro (riuscito alla perfezione) un noir proustiano, ricco di particolari e di primissimi piani, impaginato come un fumetto di gangster, accompagnato da una musica suadente e da sequenze rapide che scatenano una violenza senza fine. Il ritmo intenso è frutto di un montaggio sincopato che non dà tregua allo spettatore, la sceneggiatura ricorda il cinema di Fernando di Leo e molti noir italiani anni Settanta, oltre al citato Miller. Il titolo del film deriva da una frase che un cugino poliziotto del protagonista era solito pronunciare ma che non gli ha portato gran fortuna, visto che è morto scannato da una banda di criminali, con cinque colpi di pistola diretti al cuore. Citazione d’autore riservata a un film proiettato al cinema Corallo di Napoli: Cinque dita di violenza, che ricorda il titolo della pellicola che stiamo seguendo. Molto riuscite le scene d’azione, come la guerra tra bande che si scatena per i vicoli di Napoli e gli eccessivi omicidi che si susseguono in un tripudio di splatter e gore che (ancora una volta) ricorda il cinema del passato. Tecnica di regia compiuta, anche se Igort (Igor Tuveri) è al primo film (ma di fumetti ne ha disegnati tanti!), con stupende panoramiche della città partenopea e alcune sequenze che ricordano lo stile di Sergio Leone, come nello scambio di prigionieri sul tetto di un palazzo bruciato dal sole. Interpreti straordinari, soprattutto Servillo nei panni del vecchio camorrista, e Buccirosso in un ruolo serio, da boss implacabile. Bene anche Valeria Golino nella sola parte femminile importante della storia. Unico neo la mancanza di sottotitoli nelle parti recitate in napoletano stretto. In ogni caso un film da vedere, cinema italiano ben fatto, caratterizzato da originalità e fervida immaginazione. Non è scontato. Un viaggio a occhi aperti in un’atmosfera da sogno. Recuperatelo. Non ve ne pentirete.
Regia, Soggetto (fumetto omonimo), Sceneggiatura: Igort (Igor Tuveri). Lingua Originale: Italiano, Napoletano. Fotografia: Nicolaj Brüel. Montaggio: Esmeralda Calabria, Walter Fasano. Musiche: D-Ross, Startuffo. Scenografia: Nello Giorgetti. Paesi di Produzuione: Italia, Belgio, Francia (2019). Durata: 100’. Genere: Thriller, Gangster, Noir. Produttori: Marina Alessandra Mazzotto, Mattia Oddone, Elda Ferri. Case di Produzione: Propaganda Italia, Jean Vigo Italia, Rai Cinema. Distribuzione (Italia): 01 Distribution. Interpreti: Toni Servillo (Peppino Lo Cicero), Valeria Golino (Rita), Carlo Buccirosso (Totò O’ Macellaio), Lorenzo Lancellotti (Nino Lo Cicero), Vincenzo Nemolato (Mr Ics), Iaia Forte (Madonna), Emanuele Valenti (Ciro), Valentina Curatoli (Immacolata), Mimmo Borrelli (don Guarino), Angelo Curti (portiere di don Guarino), Nello Mascia (il Dottore), Rocco Giordano (cugino Lino), Gigio Morra (don Lava), Marcello Romolo (Michele), Edoardo Sorgente (Ilario Lava).