Cleopatra: storia di una donna forte e determinata

Articolo di Armando Giardinetto

Come si evincerebbe da una moneta dell’anno 35 a.C., ritrovata durante una campagna di scavi archeologici, sembra che la regina Cleopatra Tèa Filopàtore – Cleopatra VII – non fosse così bella come la storia tramanda da due millenni: mento perlopiù appuntito, labbra finissime e un naso affilato, quasi a formare un piccolo becco con piccola gobba, poi pare che fosse bassa di statura e che avesse capelli ricci e neri, quindi non proprio come la meravigliosa Cleopatra di Liz Taylor nel film colossal del 1963 diretto da Mankiewicz. D’altro canto la moneta, se da un lato può smentire le fattezze della regina finora perpetuate, non può fare la stessa cosa con le qualità caratteriali della stessa, infatti non si può certamente dire, grazie alle numerose biografie anche del periodo in questione, che ella non abbia avuto un bel caratterino e uno temperamento talmente forte da fare in modo che due influenti uomini della scena politica mondiale dell’epoca cadessero ai suoi piedi, completamente sedotti dalla sua cultura ed esperienza.

Le biografie ci parlano di una regina poliglotta: conosceva 8 lingue tra cui l’attico ateniese, il latino, l’egizio, parlava con facilità con esponenti politici provenienti da varie culture come quella etiopica, araba, ebraica. Inoltre aveva certamente studiato filosofia, retorica, farmacologia, le scienze e la letteratura nelle stanze della famosissima e leggendaria Biblioteca di Alessandria.

Donna incredibilmente affascinante, ambigua, calcolatrice, indipendente, forte e, secondo i Romani, anche perfida, “L’ultima delle regine d’Egitto” come avrebbe detto Plinio il Vecchio, Cleopatra, che effettivamente si distinse per le sue doti politiche molto solide, si è sempre servita del suo fascino e della sua sensualità come sue armi migliori e, proprio per questo motivo, il Sommo Poeta non poté non metterla nell’Inferno, al V Canto, quello dei lussuriosi: “L’altra è colei che s’ancise amorosa, e ruppe fede al cener di Sicheo; poi è Cleopatràs lussuriosa” (VV 61-63).

Dal canto suo il filosofo greco del I secolo, Plutarco, che con lei ebbe un colloquio, rimase folgorato dalla sua spiccata intelligenza, dalla sua arguzia e dalla sua audacia: “La sua beltà non era di quel tipo incomparabile che afferra istantaneamente gli altri. Ma il suo fascino era irresistibile, e all’attrattiva della persona e della parola si aggiungeva una forza di carattere che ne pervadeva il discorso e il gesto, e che lasciava ammaliati coloro che le stavano vicino. Era una delizia sentire il suono della sua voce” (da Vitae di Antonio di Plutarco). Lo storico del III secolo, Cassio Dione, invece, la descrisse soprattutto come donna di infinita bellezza.

La storia di questo faraone donna ha attraversato i secoli e la leggenda legata al suo nome, il mito vero e proprio, comincia precisamente il giorno della sua morte che avvenne il 12 agosto del 30 a. C. in circostanze veramente molto singolari. Le cronache ci narrano che, ad Alessandria d’Egitto, là dove nacque intorno al 70 a.C., la regina, con la determinazione e il coraggio che la caratterizzarono per tutta la sua esistenza, metterà fine alla sua vita, facendosi mordere da un aspide, diventando così l’ultimo grande faraone a salire sul trono della sanguinosa e assai fratricida dinastia Tolemaica.

La sua storia è caratterizzata da moltissimi eventi a dir poco straordinari: nel 51 a.C. sale al trono come correggente del fratello di solo dieci anni, Tolomeo XIII, che probabilmente sposerà, come era solito nella cultura egiziana, per tutelare il sangue reale in seno alla famiglia stessa (i matrimoni basati sull’incesto nella cultura egiziana erano consolidati già da molti secoli).

Sin da subito cercò di accentrare tutto il potere nelle sue mani tanto che, nella Battaglia del Nilo del 47 a.C. – in seno alla Guerra Civile Alessandrina – e con l’aiuto di Cesare, riuscì a far uccidere il fratello. Legittimato il potere nelle mani di Cleopatra, che sposerà l’altro fratello di dodici anni, Tolomeo XIV, Giulio Cesare partirà per l’Asia, lasciando delle legioni romane ad Alessandria, ma lasciando anche libera la regina di fare quello che riteneva giusto di fare: “Poiché in realtà Cleopatra possedeva tutto il potere da sola, dal momento che suo marito era ancora solo un ragazzo e grazie al favore di Cesare, non c’era nulla che lei non potesse fare” (Cassio Dione – Storia Romana, XLII, 44.3). Ritornato in Egitto, tra il dittatore e Cleopatra nacque un amore immenso. Il loro incontro ormai è mitologia: Cleopatra, truccata, profumata e vestita solamente di veli, si fece arrotolare in un maestoso tappeto di finissima qualità e si fece portare al cospetto di Cesare che, non appena la vide uscire fuori dall’arazzo che man mano veniva srotolato, venne rapito dalla passione. Fu così che, dopo un soggiorno di spensierato amore nella meravigliosa capitale egiziana, Cesare partì per Roma, lasciando Cleopatra incinta di 7 mesi. Scaduto il tempo della gestazione, nel 47 a.C. venne alla luce Tolomeo Cesarione il quale fu portato a Roma dalla madre l’anno seguente, ma la loro permanenza nella Città Eterna influì inevitabilmente sulla congiura che portò alla celeberrima uccisione nelle Idi di Marzo del 44 a. C. La regina fu costretta a ritornare nella propria terra natale per sfuggire al pericolo di morte per mano dei Romani, che provavano per lei un odio profondo, e questo suo ritorno coincise con la morte del fratello, probabilmente fatto uccidere per sua volontà, per arrogarsi il diritto di proclamare co-regnante proprio il figlioletto Cesarione. A questo punto la ventottenne Cleopatra, sempre per mettersi al sicuro e mantenere il potere, si prefissò di conoscere a tutti i costi l’uomo del momento, il quarantaduenne Marco Antonio, politico e generale romano nonché amico del defunto dittatore. Per fare colpo su quest’ultimo, la regina escogitò un altro meraviglioso piano: usando tutto il suo fascino e vestita dalla dea Afrodite, accolse Antonio su una barca tutta d’oro con i remi in argento, mentre dolcemente navigava, accompagnata da fantastiche melodie, sulle acque del Cidno, nel Sud della Turchia. Alcuni testi raccontano che, scesa dall’imbarcazione, lo invitò a cena, durante la quale sciolse delle perle in aceto per offrirgli una bevanda costosissima da bere. Tutto questo impressionò così tanto Marco Antonio che si innamorò perdutamente di lei e lei di lui. Da quest’unione nacquero due bambini: i gemelli Alessandro Helios e Cleopatra Selene. Tuttavia, mentre Cleopatra partoriva questi figli, a Roma, Antonio, per interessi politici e militari, contrasse matrimonio con Ottavia, sorella di quello che sarebbe diventato il primo imperatore della gloriosa storia romana, Ottaviano Augusto, il quale lo mandò nuovamente in Egitto per interessi legati all’espansione territoriale, ma Antonio, travolto da una nuova passione per Cleopatra, divenne nuovamente padre: nel 36 a.C. nacque il loro terzogenito, Tolomeo Filadelfo. Intanto Cleopatra, sempre avida di potere, chiese ad Antonio una prova d’amore: uccidere Arsinoe IV, pretendente al trono d’Egitto in quanto sua sorella.

In Italia l’astio di Ottaviano verso i due ormai nemici era destinato a crescere e questo ebbe effetti tragici, infatti di lì a qualche anno, nel 33 a. C., Ottaviano comincerà una durissima guerra contro di loro che sfocerà nella Battaglia di Anzio, due anni più tardi. A questa vittoria conseguì l’assedio di Alessandria, durante il quale ad Antonio arrivò la falsa notizia che la sua amata Cleopatra si era uccisa, accecato dal dolore, prese di colpo la spada e si trafisse. Tuttavia, quando Ottaviano raggiunse il mausoleo reale, dove Cleopatra si rifugiò, la regina era ancora lì con i suoi bambini vivi e vegeti. La vittoria di Ottaviano su Antonio gli permise di poter pensare di non ucciderla, ma di catturarla e portarla in catene a Roma come trofeo di guerra e per farla umiliare, ma Cleopatra, con la sua forza e il suo temperamento da grande maestà, non glielo avrebbe mai permesso. Fu così che, prima dell’umiliante avvenimento, dopo ben venti anni di regno, decise di avvelenarsi con una pozione tossica (aspide?): “Delle sue due donne quella chiamata Iras morì ai suoi piedi, mentre Charmion, già barcollante e con la testa pesante, cercava di sistemare il diadema che circondava la fronte di lei. Siccome qualcuno disse con rabbia: «È una bella azione, questa, Charmion?» “È davvero molto bella,” rispose, “e si addice alla discendenza di tanti re.” Non disse una parola di più, ma cadde lì vicino al divano” (da Vite parallele di Plutarco). Naturalmente Ottaviano fece uccidere Cesarione, pretendente al trono di Roma, mentre lasciò in vita i figli di Marco Antonio che furono cresciuti come cittadini romani. La tomba di Cleopatra non è mai stata trovata, ma i cartigli reali sì e ci dicono quali erano i suoi meravigliosi nomi regali: Dea amata da suo padre; Grande posseditrice di perfezione; Immagine stessa di suo padre; Regina dei re e delle regine; Divina. Insomma Cleopatra VII Tèa Filopàtore è stata sicuramente una grande donna di spessore, che non si è mai sottomessa agli uomini, che non si è mai abbassata al maschilismo e anche per questo è stata una donna che ha lasciato la scia della sua storia nella storia stessa dell’umanità.

Una donna coraggiosa, intelligente, colta, saggia, così instancabilmente affascinante e seduttrice da entrare nella narrazione popolare che ha attraversato il tempo e lo spazio fino ad arrivare al teatro e al cinema. Dopo Cleopatra l’Egitto millenario dei grandi faraoni finì completamente in rovina, diventando parte di un’altra storia: quella romana.

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