Ciprì e Maresco in questo eccellente documentario non si ripropongono tanto di rivalutare la comicità di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, quanto di ricordare il modo di ridere di un tempo che rispecchia la giovinezza di alcune generazioni. Le immagini scorrono tra spezzoni di film con Franco e Ciccio, vecchi critici che parlano malissimo dei loro lavori, nuovi commentatori che apprezzano la comicità da avanspettacolo, parenti che narrano la vita, amici e colleghi che ricordano aneddoti, testimonianze di una carriera lunga e ricca di successi. Tra tutti sarebbero da malmenare (a puro scopo correttivo, senza troppa violenza) gente come Goffredo Fofi, Tullio Kezich e Bernardo Bertolucci. Basterebbe andarsi a rileggere cosa scrivevano e dicevano di Franco e Ciccio quando erano in vita.
Franco e Ciccio sono stati due attori geniali, la presenza in scena bastava a scatenare l’ilarità del pubblico, i loro giochi di parole e la comicità gestuale e clownesca sono proverbiali (Soprassediamo!), così come è rimasta negli annali la stupidità della nostra critica colta che stroncava per partito preso ogni loro lavoro.
Franco e Ciccio debuttano come coppia comica nel 1954, al Cinema Teatro Capitol di Castelvetrano. Ciccio Ingrassia nasce a Palermo nel 1922 (certi testi indicano date e luoghi di nascita errati, ma voi fidatevi ché questi sono giusti), ultimo di cinque figli, da padre muratore e madre casalinga. Come primo lavoro è intagliatore di tomaie (in pratica fa le scarpe), ma frequenta l’avanspettacolo insieme al grande amico Enzo Andronico, che diventerà presenza fissa e spalla comica al cinema. Ciccio Ingrassia fa parte del Trio Sgambetta, insieme a Ciampolo e Andronico, ma i tre comici non riscuotono successo, al punto che non riescono neppure a pagare i debiti. Franco Franchi – che si chiama Francesco Benenato – nasce a Palermo, nel quartiere popolare della Vucciria, in una situazione di totale indigenza. Padre muratore, madre impiegata in una manifattura di tabacchi, non abbiamo certezze sul numero dei fratelli, visto che spesso lui ha parlato di 18 e a volte si è corretto dicendo che erano sopravvissuti solo 9. Franco a vent’anni fa il comico di strada, conosce Ciccio a Palermo, al Bar degli Artisti, i due si piacciono e decidono di fare qualcosa insieme a teatro. Core ingrato è il loro primo numero che replicheranno all’infinito, al cinema e in televisione. Negli anni Cinquanta molti teatri ospitano le loro gag, ma il primo film importante sarà I due della legione (1962) di Lucio Fulci. Ciccio Ingrassia sposa Rosaria Calì nel 1960, dopo averla conosciuta a Milano. Da lei avrà solo un figlio: Giampiero. Irene Gallina, invece, è la moglie di Franco, che gli darà due figli. Nel 1959 la coppia comica incontra a Catania Domenico Modugno che li scrittura e li fa debuttare in Appuntamento a Ischia (1961) di Mario Mattòli, dove una loro breve apparizione contribuisce ad aumentarne la popolarità. L’onorata società di Riccardo Pazzaglia è un altro lavoro del 1961, che insieme a tanto teatro e commedie musicali (Rinaldo in campo) fa compiere passi avanti al duo comico. “Pazzaglia era troppo intellettuale per noi”, dirà Ciccio Ingrassia, anche se alcuni anni dopo interpreteranno il suo Farfallon (1974). Domenico Modugno comincia a essere geloso di Franco e Ciccio, non vorrebbe lasciarli andare per la loro strada, ma Franchi taglia il rapporto. “Tu ti sei fatto la villa? Bene, noi no. Vorremmo farcela”, dice. Nel 1962 – 63 la coppia comica siciliana interpreta ben 12 film. Logico che non siano capolavori, spesso esiste solo un abbozzo di sceneggiatura, si scrive: Adesso entrano Franco e Ciccio, quindi si lasciano i due comici liberi di impostare gag da avanspettacolo. Tra le cose migliori citiamo Il giudizio universale (1961) di Vittorio De Sica e tutti i film diretti da Lucio Fulci, il primo a intuire che l’aggressivo della coppia deve essere Ciccio Ingrassia, mentre il ruolo di mamo spetta a Franco Franchi. Nel periodo 1962 – 67 escono 13 film di Fulci interpretati da Franco e Ciccio, tutti molto curati, pur se girati in un tempo medio di quattro settimane a pellicola. Nel 1964 debutta il vecchio amico pugliese Pasquale Zagaria (in arte Lino Banfi), ancora con i capelli, ne I due evasi di Sing Sing e successivamente ne I due parà (1965), dove Fulci si permette di ironizzare, prima di Woody Allen, sulla figura mitica di Fidel Castro. Franco e Ciccio fanno tanto cinema, ma anche radio, televisione e non si scordano del teatro che frequentano con Eduardo De Filippo. I film che li vedono protagonisti sono girati in fretta, peccano di ingenuità, sono dedicati a un pubblico popolare, ma funzionano. Il cinema di serie A non sopporta Franco e Ciccio, ma loro incassano molto, hanno un pubblico composto da ragazzini e dal proletariato di un’Italia ormai scomparsa. I due comici ricordano la farsa di Plauto, mai sboccata, sempre dentro le righe, surreale, irrazionale, ma non volgare. Ricordiamo cose divertenti come I due mafiosi di Giorgio Simonelli e Due marines e un generale (1965) con Buster Keaton. Cominciano i primi contrasti all’interno della coppia, perché Ciccio vorrebbe fare cose più alte e sperimentare strade diverse, mentre Franco accetta tutte le proposte. In questa situazione vediamo la coppia comica nel cast di Che cosa sono le nuvole (1967), un grande film di Pier Paolo Pasolini, dove recitano niente meno che con il mitico Totò. Franco Franchi e Ciccio Ingrassia portano nei loro film alcuni amici con i quali lavorano dagli esordi: Enzo Andronico, Umberto D’Orsi, Lino Banfi, Ignazio Leone, Nino Terzo e Tano Cimarosa. Quando comincia il periodo della commedia sexy entrambi si trovano a disagio, perché la loro comicità è per tutti, mai volgare, dedicata ai ragazzi e ai bambini. Mariano Laurenti continua a fidarsi dei comici siciliani e li vuole come interpreti de I due maghi del pallone (1970), ma in questo periodo giunge anche la chiamata di Luigi Comencini per vestire i panni de il gatto e la volpe nel Pinocchio televisivo. I due attori cominciano a litigare e lavorano separati, si sentono troppo limitati e vogliono essere liberi di fare il loro gioco. Per Ciccio si aprono le porte del cinema drammatico con un piccolo ruolo ne La violenza: quinto potere di Florestano Vancini, con la grande interpretazione dello zio matto in Amarcord (1973) di Federico Fellini e con il complesso prete di Todo modo (1976) di Elio Petri. Franco Franchi interpreta Ultimo tango a Zagarol (1973) di Nando Cicero, geniale parodia di Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci. Si sentirà sempre a disagio per aver fatto quel film, perché la pellicola esce con un divieto ai minori di anni quattordici mentre lui è sempre stato un attore per bambini. Franchi vive quel lavoro come un tradimento nei confronti del suo pubblico. I due comici tornano insieme per Farfallon di Riccardo Pazzaglia, ma anche per Paolo il freddo, un film dove Franco Franchi è attore e Ciccio Ingrassia regista, dopo aver girato da solo L’esorciccio. La casa di produzione di Ciccio finisce male per malintesi e soprattutto a causa di soldi trafugati da un collaboratore, così l’esperienza alla regia finisce ed è un peccato perché i due lavori erano buoni. In questo periodo assistiamo a un susseguirsi di rotture e di riappacificazioni, anche se i due comici resteranno amici per tutta la vita, pure tra numerosi litigi provocati da caratteri diversi. Negli anni Ottanta fanno molta televisione e le loro cose peggiori vengono proprio da questo media che vede proliferare canali privati ed emittenti commerciali. Tra le cose belle ricordiamo Kaos dei Fratelli Taviani, la messa in scena cinematografica de La giara di Pirandello. Crema, cioccolata e… paprika di Michele Massimo Tarantini è il peggior film in assoluto che interpretano e dove rivestono un ruolo marginale. Protagonisti di questa tarda commedia sexy sono Barbara Bouchet e Massimo Montagnani, ma il problema è la presenza del figlio del boss mafioso Michele Greco, che porta guai giudiziari a Franco Franchi. Nel 1989 Franchi e Merola vengono accusati di connivenze mafiose da un pentito e vengono fuori frequentazioni sospette con la famiglia Greco. Il procedimento penale viene archiviato, perché il fatto non sussiste, ma la vicenda distrugge moralmente e fisicamente Franchi che si ammala in maniera grave e muore l’11 dicembre del 1992, dopo aver partecipato all’ultima puntata di Avanspettacolo, strappando a tutti un applauso commosso. Ciccio Ingrassia, privato del più caro amico, del collega che considerava un fratello, gli sopravvive per oltre vent’anni, ma lo vediamo solo in poche dimenticabili partecipazioni. Muore nel 2003, stanco e malato. Grazie a Ciprì e Maresco di averci ricordato due campioni della risata, due uomini che hanno segnato la nostra infanzia, l’adolescenza e la prima sofferta maturità. È merito anche vostro e di questo emozionante documentario se non riusciremo mai a dimenticarli.
Nino D’Angelo partecipa al documentario rilasciando due brevi dichiarazioni. La prima intervista riguarda le qualità canore di Franco Franchi, di cui era molto amico, che reputa capace di esibirsi con buoni risultati persino come cantante napoletano. “Ma sei meglio come attore, gli dicevo sempre”, conclude D’Angelo. La seconda dichiarazione è più delicata ma sincera e riguarda i guai giudiziari sofferti da Franco Franco, per colpa di frequentazioni pericolose a feste organizzate da persone vicine alla criminalità organizzata, nella fattispecie legati al clan di Michele Greco. In sintesi la sua confessione ai microfoni di Ciprì e Maresco: “Pure io sono andato a cantare a matrimoni e cresime di tanta gente che mi ha invitato. Faccio un lavoro e non posso chiedere il certificato penale a chi mi invita per esibirmi. Poi, parliamoci chiaro, non è che abbiamo uno Stato che ci difende così tanto … io non me la sento di dire di no a certi personaggi, anzi, avrei proprio paura”. Difesa postuma di un amico per fatti che hanno giocato un ruolo determinante sulla malattia ma anche considerazioni condivisibili, visto l’ambiente in cui un artista è chiamato a lavorare.
Regia: Daniele Ciprì, Franco Maresco. Sceneggiatura: Daniele Ciprì, Franco Maresco, Claudia Uzzo. Fotografia: Daniele Ciprì. Montaggio: Daniele Ciprì, Franco Maresco, Claudia Uzzo. Musiche: Salvatore Bonafede. Scenografia. Cesare Inzerillo, Nicola Sferruzza. Case di Produzione: Cinico Cinema, Istituto Luce, Rai Cinema. Distribuzione: Lucky Red. Durata: 100’. Genere: Documentario, Biografico. Colore, B/N. Interpreti: Franco Franchi e Ciccio Ingrassia (filmati di repertorio), Gregorio Napoli, Francesco Puma, Tatti Sanguineti, Fana Benenato, Ina Benenato, Maria Letizia Benenato, Rosaria Calì Ingrassia, Giampiero Ingrassia, Lino Banfi, Tony Bruno, Antonietta Scalisi Bonetti, Giuseppe Ciprì, Gaetano Andronico, Goffredo Fofi, Tullio Kezich, Pippo Baudo, Bernardo Bertolucci, Pino Caruso, Nino D’Angelo, Mario Merola, Lando Buzzanca, Franco Maresco (narratore).