Corporate Torment è un corto di 18 minuti, girato in lingua inglese, senza traduzione italiana, che si apre con il regista vestito in abiti sadomaso, tra immagini pornografiche, in una sorta di autobiografia onirica (foto in b/n e autoscatti, alternati a colore), come se volesse narrare la sua esistenza prima dello short horror. Il film è dedicato a tutti coloro che hanno perso il lavoro e si basa su una metafora onirico – sessuale a sfondo politico. Finita la parte introduttiva comincia la storia vera e propria, ambientata in un distretto finanziario londinese (Canary Wharf), come un atto di accusa nei confronti dell’ambiente economico mondiale. Il regista narra la storia di Rudolph, padre di un bambino deforme che lavora per un’azienda londinese, licenziato per improduttività dalla manager delle risorse umane, Hillary Rice (due nomi che sono un accusa al potere americano più incline alle guerre: Hillary è una sorta di critica a Hillary Clinton; Rice ironizza su Condoleezza Rice). La manager si diverte a stimolare sessualmente il povero dipendente, nonostante Rudolph l’avverta che esiste un mostro che divora i manager insensibili, quindi sarebbe meglio non licenziarlo. A questo punto vediamo un alternarsi di immagini fotografiche di bassifondi londinesi, insetti morti, larve, tra musica psichedelica e fotografia sporca, che rende bene il tono del corto. Un film girato come il vecchio cinema muto, in b/n e con le parti dialogate scritte nei sottotitoli, primo piano di una turpe manager tagliatrice di teste senza morale nell’atto di compiere il suo sadico dovere. Il licenziamento provoca la vendetta, preannunciata da Rudolph, da parte di un mostro che si nutre di larve, insetti e soprattutto manager senza morale che difendono il profitto. Il mostro non è altri che il figlio deforme di Rudolph che sodomizza la manager e si accanisce su di lei, dando vita a una serie di eccessi porno horror. Un film delirante, un’accusa al potere economico, al consumismo, girato in chiave horror sperimentale, fotografato in un livido bianco e nero che si alterna a una colorazione graffiata e (volutamente) imperfetta. Colonna sonora fastidiosa, disturbante come il tema, dissolvenze a tendina, a scomparsa, immagini del mostro che sono una gioia per gli amanti dell’horror più viscerale. Il film è condotto con mano ferma da un regista che non teme il rischio di cadere in quasi venti minuti di delirio per accusare il potere economico che sta portando il mondo alla rovina. Guerrilla Metropolitana alla fine mette in scena un fungo atomico che distrugge tutti i manager corporativisti e le aziende che mettono in crisi il mondo. Finale metaforico: Ovunque c’è merda c’è sempre una mosca o due. Il film non presenta elementi efferati, ma molto sesso, sodomia, parti erotiche al limite del pornografico. La sodomia viene vista come oppressione al contrario, l’atto sodomitico è un elemento di sopraffazione e di ribellione usato dalla classe oppressa che diventa opprimente. Il bambino deforme rappresenta la bruttura della classe perdente che si vendica verso il potere e usa l’atto sodomitico come sopraffazione. Un bambino dal pene enorme che sodomizza la donna di mezza età che rappresenta il potere, la stessa donna che aveva suggestionato il padre con la visione delle sue tette gigantesche. Il film è ricco di messaggi subliminali, il sesso viene usato in funzione di lotta e di ribellione, ma anche di sopraffazione e prevaricazione. Fantozzi è la maschera che Guerrilla usa e deforma per creare Rudolph, con la differenza che il suo impiegato non accetta la sconfitta ma si vendica (grazie al figlio deforme) nei confronti della classe dirigente. Da notare che al termine dell’atto di sopraffazione vendicativo Rudolph cambia pelle, quindi potrebbe essere proprio lui a incarnare il nuovo male. Montaggio elaborato, regia psichedelica, fotografia sperimentale, attori straordinari, soprattutto Juicy X (nome d’arte) – l’interprete del ruolo da tagliatrice di teste – che recita in modo disinibito. Il regista sta preparando un nuovo (ultimo) lungometraggio: The Benefactress, mentre il prossimo film sarà l’ultimo lungometraggio. Una scrittrice neozelandese sta scrivendo un libro sul cinema di Guerrilla Metropolitana, un regista innovativo che ha aperto il nuovo millennio e che sta reinventando il linguaggio cinematografico.
Cast: JUICY X – Hillary Rice; MARGO PRIORY BOWLES – Narratrice; GUERRILLA METROPOLITANA – Rudolph (e se stesso il regista); Montaggio: Guerrilla Metropolitana, Archibald Kane; Scritto, Prodotto e Diretto: Guerrilla Metropolitana.