Prossimo ad appendere i guantoni Adonis Creed torna sul ring per una sua vecchia conoscenza. Il ragazzino dei bassifondi con cui era cresciuto si fa vivo chiedendo la possibilità di saldare un vecchio debito. Dem si è fatto anni di carcere per coprire l’amico dal cognome illustre e ora vorrebbe la chances di diventare campione del mondo. Creed 3 è un film del 2023 diretto e interpretato da Michel B Jordan.
Primo della serie senza Stallone e si sente, è un prevedibilissimo melodramma sportivo sulla redenzione. I ragazzetti senza famiglia che, dopo aver preso strade differenti, si rincontrano. Uno è diventato professionista e ha svoltato, l’altro è andato in carcere ed è cresciuto con i soliti delinquenti di periferia.
Va da se che Damien è molto arrabbiato con Adonis e il senso di colpa del piccolo Creed non tarda a farsi sentire. Di contorno sullo schermo va la solita storia metropolitana a metà tra la tragedia e la noia. Persa tutta la poetica del perdente, lo spin off della saga non vale più che un semplicissimo pilota dell’ultima serie tv. Una storia anonima che non arriva da nessuna parte propinando anche un incontro finale in stile videogame con pretese di autorialità. I due protagonisti non brillano certo in personaggi che poco hanno a che fare con Rocky portando lo spettatore a chiedersi se fosse davvero necessario.
Un incontro con le sbarre sul ring potrebbe essere interessante in un videoclip in Creed invece succede. La scelta di sintetizzare il bisogno di superare il passato è scolastica e non crea alcuna empatia ma rende antipatici i pugilatori. I Dialoghi del tutto abbozzati distruggono il cattivo, che ha tutte le ragioni, per favorire un protagonista buono senza alcuna ragione. L’idea di Creed è arrivata alla fine allontanato Sly, l’operazione commerciale durerà ancora a lungo. Un cinema che non rispetta la memoria e ammazza un universo appiattendolo su stereotipi privi di veridicità.