Un buon film biografico su Dalida, che ci fa ripercorrere la vita della cantante francese, realizzata tra salti temporali e flashback da una regista preparata come Lisa Azuelos che collabora con Orlando Gigliotti e conferisce veridicità alla narrazione. Il ruolo di Dalida è ricoperto dalla modella italiana Sveva Alviti, che ha il pregio di ricordare fisicamente la cantante ma che non possiede il carisma e la versatilità interpretativa tale da conferire spessore al personaggio. In ogni caso piace, perché in Francia viene nominata ai premi Cesar 2018 come attrice emergente dell’anno. Completano il cast un buon Riccardo Scamarcio nei panni del fratello produttore Orlando, mentre Alessandro Borghi è un convincente Luigi Tenco e Jean-Paul Rouve si cala nel ruolo del primo marito Lucien Morisse. Il maggior pregio del film è la narrazione per canzoni, tesa a spiegare come Dalida ha sempre cantato gli eventi della sua vita in ogni brano che ha interpretato con la sua voce stupenda. Tra le parti migliori, l’infanzia di Dalida in Egitto, al Cairo, con la prigionia del padre, accusato di collaborazionismo con il nemico e le discriminazioni subite. Da citare anche la parte intensa e drammatica dove la regista ricostruisce l’amore tra Dalida e Luigi Tenco, la partecipazione a Sanremo con l’esclusione del brano Ciao amore ciao, poco adatto alla rassegna canora perché troppo diverso dalle canzonette di moda nei primi anni Sessanta. Il suicidio di Tenco al termine di un drammatico rientro in hotel, il colpo di pistola, il sangue sul corpo e Dalida che abbraccia il suo uomo come un Cristo deposto sono tra le sequenze migliori della pellicola. Il difetto principale sta in un eccesso didascalico, sempre in agguato in simili operazioni, perché la vita di una persona viene eccessivamente semplificata e poco approfondita, riducendo tutto a cause come depressione e volubilità amorosa. Il film si fa seguire con partecipazione, soprattutto perché la parte musicale è curata e riproduce motivi di successo che almeno il pubblico nato tra i Cinquanta e i Sessanta conosce bene. Passato di recente su Rai Movie, lo recuperate su RaiPlay. Da vedere, soprattutto se avete vissuto quei tempi, ché il profumo di nostalgia è molto intenso.
Regia: Lisa Azuelos. Soggetto e Sceneggiatura: Lisa Azuelos, Orlando Gigliotti. Fotografia: Antoine Sanier. Montaggio: Baptiste Druot. Musiche: Jean-Claude Petit. Scenografia: Emile Ghigo. Produttori: Lisa Azuelos, Julien Madon, Jérome Sydoux. Case di Produzione: Bethsabée Mucho, Pathé Production, TF1 Films Production, Universal Group. Lingua Originale: Italiano. Paese di Produzione: Francia, 2016. Genere: Biografico, Drammatico. Interpreti: Sveva Alviti (Dalida), Elena Rapisarda (Dalida bambina), Riccardo Scamarcio (Orlando), Jean-Paule Rouve (Lucien Morisse), Alessandro Borghi (Luigi Tenco), Valentina Carli (Rosy Gigliotti), Patrick Timsit (Bruno Coquatrix), Vincent Pérez (Eddie Barclay), Nicolas Duvauchelle (Richard Chanfray), Niels Schneider (Jean Sobieski), Michael Cohen (Arnaud Desjardins), Brenno Placido (Lucio), Hamarz Vasfi (Pietro Gigliotti), Haydee Borelli (Giuseppina Gigliotti), Nicop Max Tedeschi (Giani Ravera), Nicola Losapio (Direttore Hotel Savoy).