Dopo la morte di Dante Alighieri viene deciso di risarcire il poeta per l’ingiustizia subita. E’ il 1350 e l’unico parente del maestro è la figlia monaca ormai anziana. Il ruolo di ambasciatore va a Giovanni Boccaccio che parte alla volta del monastero, dimora l’ultima Alighieri. Profondo estimatore del poeta Boccaccio accetta questa missione quasi in uno stato di sudditanza psicologica ma estremamente felice. L’autore del Decameron ripercorrerà l’esilio attraverso le tappe che hanno visto soggiornare Dante. Durante il viaggio saranno ricostruite alcune scene di un’esistenza, quella dell’Alighieri, perennemente in fuga.
Dante è un film del 2022 diretto da Pupi Avati. Tratto da un romanzo dello stesso Avati è un affresco \ tributo sul lavoro e la sensibilità del poeta per eccellenza. Attraverso Boccaccio il regista esprime la sua personalissima idea del maestro portando in luce eventi che hanno condizionato il suo cammino umano e professionale. La regia di Avati è perfetta nel ricostruire un’atmosfera trecentesca dove alla profonda fede religiosa si alterna una violenza spaventosa. Dante non è una biografia ma un sincero atto d’amore verso un personaggio che ha fatto del pensiero e delle parole la sua ragione di vita. L’incontro con Beatrice che il film propone prova, riuscendo, a evocare il romanticismo che il maestro ha lasciato nei sonetti. Sergio Castellitto è ottimo nel ruolo di un Boccaccio estimatore che conduce lo spettatore nell’epica vita di un letterato oltre il tempo .
Personaggi che s’incrociano con l’Alighieri come Guido Cavalcanti o semplici comparse da cui prendono vita racconti entrati nella Commedia. Avati è profondo conoscitore della vita di Dante e la sua selezione ha una logicità coerente con il pensiero del Boccaccio cantore. Un film breve che non ha la pretesa di essere definitivo e che riesce a unire la storia della letteratura a un intrattenimento di spessore. Il cast vede oltre a Castellitto, camei importanti come quello di Haber Mastelloni ed Erica Blanc. Sullo schermo va un gruppo di attori capaci di elevare il semplice cameo portando valore aggiunto alla vicenda. Come in Magnificat Avati rende vivo il medioevo, concentrandosi su una dimensione artistica ma non tralasciando il lato umano. Una menzione speciale va riservata a Gianni Gavina, attore feticcio del regista, sempre pronto a creare personaggi che prendono vita dal suo enorme talento