Il decamerotico dura pochi anni e anticipa la commedia sexy, proprio come il genere successivo si distingue per produzioni più o meno curate, realizzate con intenti commerciali e mere semplificazioni della materia letteraria (Il Decameron di Boccaccio), ma differenziate dal livello degli interpreti, delle scenografie e delle sceneggiature. Decameron 300 è firmato da un inesistente Mauro Stefani, che cela Renato Savino (Nato in Turchia – pare – l’8 ottobre del 1926, morto nel 2010, ma non ci sono certezze), direttore di produzione fin dal 1961, aiuto regista e sceneggiatore. Un altro pseudonimo usato dal regista è Don Reynolds, soprattutto nel western, anche se il suo cinema d’autore non lascia il segno, nonostante un discreto mestiere. Lavora nel cinema fino al 1976, poi scompare per dedicarsi ad altro. Poche le sue regie: Si muore solo una volta (1967), L’oro dei Bravados (1970), Lo chiamavano King (1971), Grazie, signore p … (1971), Decameron 300 (1972), Mamma … li turchi! (1973), I ragazzi della Roma violenta (1976). Altri lavori firmati come produttore (Joko invoca Dio e muori, 1968 di Margheriti) e direttore di produzione (La vedovella, 1964 di Siano). Qualche curiosità sul regista, dicono che fosse un tipo simpatico, ma strano, contestava un po’ tutto, compresi i film attribuiti a Giancarlo Romitelli che affermava essere suoi e quasi certamente è vero. Affermava anche di essere nato in Turchia (ma dove?), sembra che non sia vero, forse era marchigiano, pare che sia morto più di dieci anni fa. Una figura avvolta nel mistero.
In breve la storia di questo Decameron 300 – sceneggiata dal regista (ed Emilio Marchesini), da alcune novelle di Boccaccio, Pietro Aretino, Matteo Bandello – che vede un racconto principale come filo conduttore concatenato a diversi episodi collaterali. Un film on the road girato lungo le campagne dei tempi antichi, tra castelli e piccoli borghi, incursioni di briganti, frati tentati dal peccato, mogli fedifraghe e uomini pronti a infilarsi in ogni letto. Il signorotto Giovanni Attelano vuol far mettere la testa a posto al figlio Falcotto, per questo gli fa sposare Firdalba, figlia di Rampaldi. Promette 15.000 fiorini di dote, sempre che la donna giunga sull’altare vergine e che il ragazzo non la tradisca. Promessa impossibile, ma Falcotto e Firdalba faranno in modo che il signorotto creda che tutto è andato come avrebbe desiderato. La sposa non è per niente vergine quando giunge l’ora delle nozze, ma Falcotto e il suo amico conoscono un cerusico in grado di riparare ogni verginità compromessa.
Il film gode di una messa in scena poveristica, fotografia anonima e scenografie campestri del Basso Lazio, ma può contare su attrici affascinanti come Rosalba Neri e Rosemarie Lindt, per tacere di Christa Linder, disinibite ed espressive. Rosalba Neri possiamo apprezzarla mentre si bagna nel greto di un fiume delle campagne laziali, completamente nuda, mentre una banda di briganti attenta alle sue grazie. Il film è recitato in un latino maccheronico così ridicolo che propone in alternativa al termine sverginare un improbabile spulzellare. Le battute sono poche, per lo più corporali, si citano le comiche e lo slapstick in una sequenza tra briganti e popolani a base di sacchi di farina usati come corpi contundenti come fossero torte in faccia. Osvaldo Ruggeri è un buon attore di teatro (doppiatore di Sean Connery) che ha lavorato molto con Pupi Avati, qui la storia non gli concede di meglio che una diligente interpretazione nel ruolo dello sciupafemmine, in eterna caccia di una preda da deflorare. Emilio Marchesini è diligente nei panni dell’amico che regge il sacco al sodale e si dà da fare con le donne che restano a sua disposizione. Enzo Maggio è un comico cerusico riparatore di vulve femminili deflorate, ma solo in cambio di denaro. Uscito persino in Francia come Plaisir charnels du nouveau Decameron.
Regia: Mauro Stefani (Renato Savino). Soggetto: Renato Savino (liberamente tratto da alcune novelle di Boccaccio, Pietro Aretino, Matteo Bandello). Sceneggiatura: Renato Savino, Emilio Marchesini. Fotografia: Silvio Fraschetti (Eastmancolor). Montaggio: Roberto Colangeli. Scenografie: Carmelo Del Signore. Musiche: Mario Bertolazzi. Casa di Produzione: Toro International Film. Distribuzione (Italia): Trimar Film. Durata: 92’. Genere: Decamerotico. Interpreti: Osvaldo Ruggeri, Rosalba Neri, Rosemarie Lindt, Emilio Marchesini. Christa Linder, Enzo Maggio, Piero Gerlini (messer Incardona), Romano Bernardi, Vincenzo Ferro, Carla Mancini, Vincenzo Calì, Marco Zuanelli, Aleardo Ward, Giuseppe Lo Presti, Claudio De Davide, Gianna Pacetti, Aldo Rendine, Pino Sciacqua, Beniamino Maggio, Giancarlo Bonuglia, Sergio Serafini.