Dino Palmieri: Cuore, Anima e Poesia, il percorso dell’Uomo

Articolo di Bartolomeo Di Giovanni

Dino Palmieri, poeta, probabilmente appartenente a quella categoria dei “Penultimi Romantici, la sua è una poetica che proviene dal trascorso periodo dello “Sturm und Drung, ovvero il Romanticismo, da intendere come travolgimento di tutto l’essere, dalla tempesta delle emozioni.

I suoi versi nascono dalla osservazione dell’anima, dalla discesa nell’ Ade per ritornare sui maggesi del cuore, così come è il suo spirito: limpido, e come il seme della mela, che appare piccolo, fragile, ma contemporaneamente forte e refrattario alle insidie del male.

LA GIUSTA ROTTA

È tremendo il mare quando ti travolge e ti stravolge./Non trovi il tuo orizzonte ad occhi confusi nel nulla/ e decidi di cambiare rotta. Sarà un errore insistere,/ ma tenti annaspando. / È il mare e sei immerso nel suo moto/ e immense sono le mete./ Qual è quella giusta se non provare a seguirlo./ Cambia il suo colore, come muta il tuo sentore alla luce del sole o alla luna./Lui è il medesimo che ti vuole e ciononostante cambi rotta./ Dove andrai senza il chiarore?/ Cosa ti aspetterai oltre il buio?/Un’ancora e il suo azzurro /ad ogni alba e tutti i tramonti;/ e la tua rotta giungerà da sé.

In questo componimento prosimetro, si evince la consapevolezza del dolore, c’è anche accettazione, ma questa è esule dalle isole delle distrazioni fugaci, nonostante il vento dei sentimenti abbia lacerato la vela della ragione, lui, come il marinaio, sfrutta la feritoia per tentare di seguire una nuova rotta, quindi versi dalla eco speranzosa, lo stravolgimento non divora nessuna aspettativa ma segue i mutamenti cromatici della vita. Il Sole e la luna, giorno e notte dell’anima, rappresentano altresì il saper cogliere gli aspetti del vivere e la volontà di coglierne il loro profondo significato. Dino, di rara sensibilità, affonda nel mondo della parola per ricavare il diamante dai “fondali”, perché sa che c’è, e sa che c’è un anello dove incastonarlo, ma è necessaria quella coppa di dolore per conoscere, per capire la dialettica dell’esistenza, che pur con i suoi uragani, resta il viaggio della meraviglia.

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