Giulia Louise Steigerwalt è un’ottima regista e sceneggiatrice italiana, non è soltanto una brava attrice, ce n’eravamo accorti vedendo Settembre (2022), il suo primo film, che abbiamo recensito con giudizio incoraggiante. Diva Futura conferma le sue qualità perché sceneggia a dovere il romanzo Non dite alla mamma che faccio la segretaria di Debora Attanasio (Ronchi), incentrato sulle vicende di Riccardo Schicchi e della sua agenzia Diva Futura, che ha inventato il porno italiano, sia al cinema che nei locali notturni. Noi che abbiamo vissuto quella stagione rivediamo volti noti di un mondo che ha accompagnato la nostra giovinezza: Moana Pozzi, Ilona Staller in arte Cicciolina, Eva Henger, persino Petra con il calciatore Asprilla (mai nominati in maniera esplicita). Il film è basato sulla figura strampalata e bislacca, genuina e poetica, persino fanciullesca di Riccardo Schicchi. Pietro Castellitto è bravissimo nella caratterizzazione di un personaggio sopra le righe, innamorato della bellezza femminile e degli animali, uno capace di finire sul lastrico per aiutare gli amici, del tutto inadatto a maneggiare il denaro. Barbara Ronchi è la segretaria di Schicchi, un personaggio strutturato molto bene, interpretato magistralmente da un’attrice preparata ed espressiva. Qualche dubbio sulla figura di Moana Pozzi, a mio parere dotata di una personalità diversa da come è stata resa da Denise Capezza, seguendo le direttive della sceneggiatura. Un difetto che si accetta, visto che tutto il resto scorre molto bene, dai due amori di Schicchi per la Staller e per la Henger (che ha sposato), fino alla morte dell’inventore di Diva Futura circondato dagli affetti della sua vita, persino dalla moglie che non l’ha mai lasciato solo. Molto bene la tecnica di regia che lascia le immagini porno in dissolvenza, come per dire che non sono quelle a interessare, restano sullo sfondo per dare un’idea del mondo nel quale operava Schicchi. Davvero ottimo l’uso delle immagini di repertorio che sono riprodotte con fedeltà senza mostrare i volti dei veri protagonisti, ma inserendo in digitale le fattezze degli attori. Fotografia nitida e luminosa di Radovic; montaggio alternato (ma non confuso) di Vezzosi, che organizza 120’ di pellicola, la misura esatta del racconto. Colonna sonora suggestiva di Braga con citazioni di alcuni pezzi pop del periodo storico. Ambientazione scenografica e costumi (Del Zotto e Cavalletto) perfetti per ricreare un’atmosfera anni Ottanta, che si modifica nei vari salti temporali di un montaggio non consequenziale. Un film che racconta splendore e decadenza di un mondo perduto; sarà apprezzato da chi conosce la storia del porno e da chi ha vissuto quel periodo, ma rappresenta un’occasione per i giovani che vogliono scoprire uno spaccato importante del costume popolare italiano. Presentato alla Mostra del Cinema di Venezia. Da vedere senza mezzi termini.
Regia: Giulia Louise Steigerwalt. Soggetto: dal romanzo Non dite alla mamma che faccio la segretaria di Debora Attanasio. Sceneggiatura: Giulia Louise Steigerwalt. Fotografia: Vladan Radovic. Montaggio: Gianni Vezzosi. Musiche: Michele Braga. Scenografia: Cristina Del Zotto. Costumi: Andrea Cavalletto. Produttore: Matteo Rovere. Case di Produzione: Groenlandia, Piper Film, Rai Cinema. Distribuzione (Italia): Piper Film. Genere: Drammatico. Durata: 120’. Interpreti: Pietro Castellitto (Riccardo Schicchi), Barbara Ronchi (Debora Attanasio), Denise Capezza (Moana Pozzi), Lidija Kordic (Ilona Staller detta Cicciolina), Tesa Litvan (Eva Henger), Davide Iachini (Massimiliano Caroletti), Paolo Ricci (Mauro Biuzzi), Beatrice Puccilli (Marcellina), Marc o Iermanò (Valentino), Jennifer Caroletti (Mercedes).