Terzo film della saga – adesso restaurata – e si vede mica poco che la mano cambia, non tanto per la regia esperta di Carmine Gallone (autore in auge nel periodo fascista soprattutto di film storici e musicali), quanto per la sceneggiatura scritta dallo stesso Guareschi, figlia del personaggio, sempre pronto a descrivere comunisti e partigiani come il peggiore dei mali possibili. Fino a quando il timone era stato tra le mani (neutrali) di Duvivier e dei suoi sceneggiatori si era apprezzato un certo equilibrio tra le malefatte di Peppone e quelle di Don Camillo, non appena subentra lo scrittore emiliano la bilancia pende a favore del potere bianco e della Chiesa reazionaria. Si potrebbe obiettare che l’inventore del personaggio Don Camillo è lui, ergo l’interpretazione di questo film è autentica, ma lo spettatore nota un deciso cambiamento e stonano alcuni eccessi retorici. In ogni caso per il quarto episodio (Don Camillo monsignore … ma non troppo, 1961) viene confermato Galloni, ma si chiamano a sceneggiare Benvenuti e De Bernardi, segno che qualcosa che non andava doveva esserci nel lavoro di Guareschi, incapace di compiere un discorso comico unitario. Carmine Gallone – il regista di Scipione l’Africano del 1937, film fatto solo per Mussolini – nato nel 1885, è anziano, sono gli ultimi lavori, anche se lo vedremo all’opera fino al 1962 e morirà nel 1973, il suo stile è classico e compiuto, aiutato dalla fotografia suggestiva di Anchise Brizzi, un bianco e nero intenso che immortala Brescello e il Delta del Po. Giovannino Guareschi scrive cose nuove per gli episodi di raccordo e pesca da vecchi racconti come L’altoparlante, La festa, Ponte-mina, Carro armato (Panzer), Esame Peppone, Furto delle galline, Lettera al lettore e Ancora il fantasma del cappello verde. Il filo conduttore del film sono le elezioni che vedono Peppone concorrere a un seggio da parlamentare, vincere ma rinunciare per amore della sua Brescello e per non perdere la moglie, gelosa di una sua compagna di partito. All’interno del racconto principale c’è il divertente esame di quinta elementare di Peppone, aiutato da Don Camillo in cambio di un terreno per la parrocchia, con il tema d’italiano che ricorda un episodio della guerra partigiana (stucchevole, i partigiani fanno la figura dei gaglioffi, mentre il prete è un eroe). Abbiamo anche il processo a Peppone per un furto di galline con Don Camillo che lo scagiona adducendo il fatto che il sindaco si trovava in chiesa, dove andrebbe solo di notte per non far vedere al popolo comunista che è un uomo timorato di Dio. Altri episodi vedono Peppone che vorrebbe far saltare un ponte, poi abbiamo il sindaco contro un proprietario terriero e la scoperta di un carro armato americano nascosto in un cascinale, infine Don Camillo sbeffeggia Peppone su un grande manifesto elettorale. Il massimo della retorica si tocca quando il prete convince Peppone a non partire e a rinunciare al posto di parlamentare (dove non conterebbe niente) per occuparsi (insieme a lui) di Brescello, il loro mondo piccolo. Ho già detto della sceneggiatura troppo sbilanciata in funzione democristiana con Don Camillo eroico e Peppone ridicolizzato. Molte scene sono girate a Brescello e sul Delta del Po, gli esterni sono curati a dovere, più che nei film precedenti, realizzati in gran parte a Cinecittà. Renzo Ricci è la nuova voce italiana del crocifisso. La voce narrante che accompagna la visione è del bravo Emilio Cigoli. Fernandel (doppiato dal grande Carlo Romano) e Gino Cervi sono spassosi come sempre, anche in presenza di una sceneggiatura meno agile delle precedenti, soltanto il loro apporto garantisce la riuscita del film e un grande consenso popolare. Sesto incasso del 1955. Da rivedere.
Regia: Carmine Gallone. Soggetto e Sceneggiatura: Giovannino Guareschi. Fotografia: Anchise Brizzi. Montaggio: Niccolò Lazzari. Musiche: Alessandro Cicognini. Scenografia: Virgilio Marchi. Costumi: Pia Marchesini. Trucco: Amato Garbini. Produttore: Angelo Rizzoli. Casa di Produzione: Rizzoli Film. Distribuzione (Italia): Dear Film. Paese di Produzione: Italia, 1955. Lingua Originale: Italiano. Genere: Commedia. Durata: 100’. Dati Tecnici: B/N. Interpreti: Fernandel (Don Camillo), Gino Cervi (Peppone), Claude Sylvain (Clotilde), Leda Gloria (Maria, moglie di Peppone), Saro Urzì (il Brusco), Umberto Spadaro (Bezzi, il contadino), Marco Tulli (lo Smilzo), Memmo Carotenuto (lo Spiccio), Giovanni Onorato (il Lungo), Carlo Duse (il Bigio), Aldo Vasco (il mezzadro Tasca), Guido Celano (il maresciallo), Luigi Tosi (il Pretore), Manuel Gary (avv. Cerratini, delegato del PCI), Mario Siletti (avvocato Stiletti, l’esaminatore), Gaston Rey (Bollini), Gustavo De Nardo (Filetti), Stefano Alberici (il figlioletto di Peppone), Enzo Giovampietro (il prigioniero ferito), Lamberto Maggiorani (un cittadino democristiano), Giusepe Varni (un cittadino democristiano), Eugenio Maggi (un compagno).