Donna non puoi invecchiare! Ma chi l’ha detto?

Articolo di Cosimo Abbatepaolo

Il mondo moderno visti i brutali  accadimenti  è radicato nel male,il male per paradosso  è  la più alta cifra rappresentativa della nostra vita  e appare a molti come una distopia, una versione della linea “temporale più oscura” miserabile,disumana,paurosa. 

Riflettiamoci. Sono tante le pieghe di questa distopia,  una di quelle è l’impropria piaga dell  ‘ageismo. Qualcuno sicuramente si chiederà:<< ma perché  porre alla nostra attenzione proprio questa,  piuttosto che altre solo apparentemente più gravose!?>> 

 Perché se ne parla molto poco,perché lo stigma che ne consegue è gravido di quel male del quale parlo, da  far tremare i polsi. Vittime tutte  le donne esposte e non su scala  oramai mondiale che hanno varcato la soglia dei “cinquanta”,  e più queste sono potenti più pesante sonora ne diventa la condanna. Strano,ad una donna non è permesso invecchiare e raggiunti  i cinquanta, proseguendo per i sessanta, ogni gesto  passo  occhiata, ogni azione, viene vista come impropria, grottesca, ridicola, come se tutt’a un tratto la donna sfigurasse sfiorisse rapidamente ,e sottolineo lei unicamente, per cui ne è conseguentemente messa  alla berlina  offesa, umiliata dileggiata per finire demonizzata.  

La radice che noi tutti/e  dobbiamo imparare ad estirpare è chiaramente quella patriarcale,riflessa anche sulle stesse, quel becero maschilismo che si autocelebra costruendo finti  codici come fossero nuove tavole della legge . Quale granitica arroganza, dettata da altrettanta  granitica supponenza. 

 La società è ormai talmente variegata che non può essere più  ridotta  alla solita unica ignobile impropria  rappresentazione, quella dell ‘uomo,del super-uomo che stranamente non invecchia mai. 

Una cinquantenne come una sessantenne  sono  ancora prospere di tanta bellezza ,sia fisica che mentale, per cui legittimiamo tutte coloro che scelgono vogliono sentono di essere se  stesse, attuandolo.  

Perché la libertà è sacrosanta per tutti/e, abbiamo il dovere di  impararla ed estenderla in maniera equa  corale.  

Perché quella libertà riguarda le madri di tutti /e, le figlie di tutti/e puntualmente offese, alla mercé di quel virtuale che non  ha più parametri morali. Impariamo la coerenza il rispetto la libertà di essere quel che vogliamo, sentiamo. 

 Un seno una coscia in vista cinquantenne o sessantenne non suonano  grottesche ,ma umane naturali belle, perché la bellezza può  anche assumere altre forme e non accettarlo significa non rispettare  la vita e  quelle vite che ci scorrono accanto,molteplici.  

Non permettiamo più a nessuno imbarazzanti censure,  spettro di circoli viziosi della nostra sotto- cultura e molto spesso figlie dell’ ipocrisia e  mediocrità che in qualche modo potrebbero, possono  riscattarsi avvalendosi di quanto scritto. 

Perché la vita scorre implacabile  per tutti/e. Ricordiamocelo. 

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