Il fenomeno Dua Lipa è uno dei pochi eventi interessanti ad aver catalizzato l’attenzione del mondo del pop nel corso degli ultimi anni. La cantante di origini albanesi può inscrivere il suo nome in un cerchio molto ristretto di interpreti ad aver regalato qualcosa di artisticamente valido e stimolante al mainstream odierno.
Ma è davvero brava? Quali sono i confini del Dua Lipa universe? Facciamo un’analisi.
Arriva alla ribalta con una storia che accomuna tante e tanti. Era la piccola fiammiferaia in un cocktail bar, fa la modella, succede che canta pure e viene notata da un manager. Inizia l’avventura.
Si inizia a parlare di lei con brani che diventano hit mondiali come Be The One, IDGAF e One Kiss. Tutto molto insipido e poco ispirato, ma è quanto basta per ottenere la risposta di un’ampia fascia di pubblico. Per dirla con le parole di Angelina Mango, la noia.
Tuttavia, qui comincia una storia decisamente più coinvolgente e interessante. Il 27 marzo 2020, per Warner Records, esce Future Nostalgia, uno degli album più divertenti degli ultimi tanti – troppi – anni di musica commerciale.
La chiave di volta sta nella volontà dell’artista di cercare un suono proprio e contraddistinto, carico di influenze e di citazioni a un mondo disco-pop, elettro-funk e synth-pop dal sapore retrò. Per lavorare al progetto si affida a produttori, musicisti e autori navigati come Jeff Bhasker e Ian Kirkpatrick, già collaboratori di nomi eterogenei come Kanye West, Backstreet Boys, Shakira e Britney Spears, in grado di contribuire con professionalità e visione al lavoro. Questo porterà l’artista a tracciare i contorni di un sound carismatico e personale, fortemente contaminato dal già sentito – come già visto con The Weeknd e a cui entrambi indubbiamente devono larga parte della risposta popolare immediata – che verrà copiato e ricercato da tantissimi interpreti, più o meno ispirati, negli anni a venire. Si potrebbe stendere un velo pietoso sui tentativi risibili di imitazione visti in Italia ma, forse (o forse no), si commentano da soli. Altro grande merito di questo disco è l’averci liberato per un po’ dal finto R&B commerciale di Rihanna & Co. che suona più come una parodia dell’autenticità originaria e dall’insopportabile virtuosismo vocale delle varie wannabe Aretha Franklin e Mariah Carey del discount.
Il 3 maggio 2024 uscirà Radical Optimist, il nuovo album della performer inglese, che lei stessa ha pubblicizzato come ispirato dalla ricerca di sé e dall’attraversare il caos e la tempesta con grazia”, oltre che musicalmente influenzato dal britpop, dal trip hop e dalla psichedelia. Noi de Il Salto Della Quaglia ci saremo e ve lo racconteremo.
In conclusione, quando parliamo di Dua Lipa stiamo parlando di una cantante discreta, con un timbro particolare ma che nulla ha di eccezionale dal punto di vista tecnino e interpretativo, che ha però dimostrato come un’idea azzeccata, indipendentemente che venga da lei o da chi le sta intorno, possa dare freschezza e un tono di novità a un intero movimento musicale, esattamente come già accaduto con Post Malone, Billie Eilish o Lana Del Rey. Nulla di fenomenale, tutto di godibile e tanta tanta puntualità per essere la persona giusta al momento giusto.