L’attore barese Paolo Sassanelli gira il suo primo lungometraggio cimentandosi anche in un ruolo da protagonista insieme al calabrese Francesco Colella. Nel film ricordiamo anche Marit Nissen, consorte di Sassanelli, nei panni di Eva. Due piccoli italiani è un film che è costato molto, pieno di ambizioni, solo in parte compiute; racconta il viaggio attraverso l’Europa di due persone affette da problemi psicologici – Salvatore e Felice – che fuggono dalla casa di cura per ritrovarsi prima a Rotterdam, poi in Islanda. L’incontro con Anke (Gerritsen) servirà a far capire che basta poco per essere felici, i due amici si libereranno di molte inibizioni e riusciranno ad affrontare la vita. Un film girato in Italia tra Bari, Minervino Murge e Terlizzi, quindi in Olanda tra Amsterdam e Rotterdam, infine a Reykjavik in Islanda. Produzione a metà tra Italia e Islanda, forse un caso unico di collaborazione tra due cinematografie così distanti. Colonna sonora originale – forse la cosa migliore – composta dai Musica da Ripostiglio che scrivono la canzone guida, spesso intonata da Felice nel corso del film: L’amore che vien l’amore che va, cantata anche da Margaretha Kemper e in versione islandese da Gyda Valtysdottir. Certo, poco originale, perché ricorda molto Amore che vieni amore che vai di Fabrizio De Andrè. Forse il regista ha voluto rendere omaggio a un genio italico della musica. Un film pieno di buone intenzioni, di fatto irrisolto, sia come sceneggiatura (confusa) che come motivazioni (non chiare), oltre a presentare una serie di situazioni paradossali poco credibili. La critica ufficiale apprezza il film andando a scovare non so quali pregi a livello di scenografia e fotografia (in realtà abbastanza buona), persino di sceneggiatura e regia, per concludere con la perfetta recitazione degli attori. Per quel che mi riguarda ho trovato il film bizzarro e poco riuscito, uno spreco di risorse economiche per raccontare una fuga on the road di due persone problematiche che si risolve nella (improbabile) presa di coscienza da parte dei protagonisti. Sassanelli fa il verso a Tom Hanks in Forrest Gump, la sua prova è buona ma scolastica, mera imitazione di un modello alto; Colella sfoggia una recitazione sopra le righe per interpretare un personaggio problematico. Va detto che entrambi non avevano un compito facile. Rivediamo Dagmar Lassander, interprete di tanta commedia sexy, nei panni – per lei congeniali date le origini tedesche – di Nathalie. Selezionato fuori concorso al Bari International Film Festival, anteprima il 22 aprile 2018 al Teatro Petruzzelli. Un film deludente, ma tutto sommato pervaso da una profonda ragion d’essere.
Regia: Paolo Sassanelli. Soggetto: Paolo Sassanelli, Francesco Apice, Luca De Bei. Sceneggiatura: Francesco Apice, Chiara Balestrazzi, Paolo Sassanelli. Fotografia: Federico Annichiarico. Montaggio: Roberto Di Tanna. Musiche: Giorgio Giampà, Giöa Valtýsdóttir. Scenografia: Daniele Frabetti. Costumi: Sara Fanelli. Produttore: Tommaso Arrighi. Paesi Produzione: Italia, Islanda – 2018. Case di Produzione: Mood Film, Rai Cinema (Italia) – Duo Productions di Gudrun Edda Thorhannesdottir (Islanda). Genere: Commedia. Durata: 94’. Distribuzione (Italia): Key Film. Interpreti: Paolo Sassanelli (Felice), Francesco Colella (Salvatore), Riam Gerritsen (Anke), Marit Nissen (Eva), Kenneth Herdigein (Miki), Tiziana Schiavarelli (Graziella), Totò Onnis (Mezzagamba), Dagmar Lassander (Nathalie), Lia Cellamare (prostituta), Mike Reus (Lothar), Peter Michael Van Ijperen (Oskar).