Ieri sera, 19 settembre 2023, nell’ospedale di Rivoli dove era ricoverato da alcune settimane, è morto, all’età di 87 anni, il professore e filosofo Gianni Vattimo che amava dire: “come la letteratura occidentale non sarebbe pensabile senza i poemi omerici, senza Shakespeare, senza Dante, così la nostra cultura nel suo più ampio insieme non avrebbe senso se volessimo tagliarne via il Cristianesimo.”
Gianteresio detto Gianni nasce a Torino, il 4 gennaio 1936. Fin da piccolo ha in testa, per dirla con Gianni Rodari, un gran punto interrogativo. Frequenta il Liceo Classico «Vincenzo Gioberti» di Torino, partecipa attivamente, come e con l’amico Umberto Eco, alle azioni della Gioventù Studentesca di Azione cattolica. Tra le sue letture universitarie ci sono Jacques Maritain, Emmanuel Mounier, i racconti di Georges Bernanos. Si laurea in Filosofia nel 1959 con una tesi su Aristotele sotto la guida del maestro e amico Luigi Pareyson. Si specializza all’Università di Heidelberg con Hans Gerorg Gadamer e Karl Löwith. Nel 1964 è nominato dapprima docente di Estetica nell’Università di Torino e poi, dal 1982, professore di Filosofia teoretica.
Nel 1954, con gli amici Furio Colombo e Umberto Eco, vince un concorso come funzionario Rai diventando un pioniere della televisione italiana di allora.
Negli anni Settanta è nominato Preside della Facoltà di Filosofia di Torino e collabora al quotidiano la «Stampa».
Negli anni Novanta intensifica il suo impegno pubblico. Risulta eletto eurodeputato per due legislature, prima nei Democratici di sinistra nel 1999 e poi con l’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro nel 2009.
La redazione, alla fine degli anni Novanta, del famoso Credere di credere segna una svolta filosofica sulla lettura del Cristianesimo. Da sempre Vattimo ha vissuto la sua omosessualità pubblicamente e come dono. Per il filosofo torinese la fede religiosa era una fonte di salvezza dalla quale non si è mai distaccato.
Tra le sue opere ricordiamo: Il concetto di fare in Aristotele (1961); Introduzione ad Heidegger, (1971); Il pensiero debole, (1983 scritto con P. A. Rovatti); Oltre l’interpretazione, (1994); Dialogo con Nietzsche. Saggi 1961-2000, (2001); Dopo la cristianità. Per un cristianesimo non religioso, (2002); Il Futuro della Religione, con R. Rorty (2005); Scritti filosofici e politici, (2021).