Ieri sera a Roma, in una clinica, nella quale era ricoverato da qualche settimana, è morto Nino Borsellino: uno dei nostri maggiori studiosi di letteratura italiana.
Nino Borsellino era nato a Reggio Calabria il 14 marzo 1929. Allievo di Natalino Sapegno. La sua carriera universitaria ebbe inizio in Sardegna presso l’Università degli Studi di Cagliari per poi a Salerno.
Nei primi anni settanta divenne ordinario di Storia della letteratura italiana alla Sapienza di Roma. Dall’anno accademico 1995/1996 passa ad insegnare Storia della critica letteraria.
Nino Borsellino è un autore e critico raffinato e colto che ha scritto decine di libri, volumi di grande importanza. Tra i tanti, ricordo: la monografia «Storia di Verga» (Laterza, 1982), una classica ed autorevole biografia letteraria che si avvale di chiare e magistrali analisi dei testi verghiani; «Ritratto di Dante» (Laterza. 1998), un volume che mette in evidenza non solo i dati biografici fondamentali dell’esperienza umana e terrena di Dante ma li collega, come un fresco racconto ma critico ed acuto, ai temi, alle questioni, ai problemi di maggior rilievo relativi a ciascuna opera dantesca, dalla «Vita nova», al «Convivio», alla «Commedia»; «Ritratto e immagini di Pirandello» (precedentemente noto con il titolo «Ritratto di Pirandello», 1982), un «classico» della critica letteraria novecentesca.
Infine con il collega Lucio Felici, nel 2001, ha diretto e coordinato «Il Novecento: scenari di fine secolo» (2 voll.), a integrazione della celeberrima «Storia della letteratura italiana» diretta da Cecchi e Sapegno.