È possibile un’ecologia consumista e capitalista?

Articolo di Manlio Distefano

Ancora una volta la questione ambientale è ritornata al centro della scena, specialmente dopo gli incontri del G20 e della Cop26, dove i grandi del mondo hanno discusso soprattutto delle questioni ambientali e di ciò che si può fare per tagliare le emissioni di CO2 in tempi brevi, al fine di mantenere l’aumento delle temperature sotto il grado e mezzo.

L’idea che sembra essersi affermata anche fra noi semplici cittadini è quella che sia possibile prevenire queste nefaste conseguenze senza un cambiamento del nostro stile di vita, o, per meglio dire, senza un mutamento del sistema economico in cui ci troviamo a vivere. Ci viene detto che la macchina elettrica sia una soluzione ottimale per azzerare le emissioni di anidride carbonica nei nostri spostamenti quotidiani, senza, tuttavia, tenere conto dei costi di estrazione delle materie prime, le terre rare, che servono per la realizzazione delle batterie, o dei costi di smaltimento delle stesse batterie al termine della vita delle nostre automobili “ecologiche”. A questo bisogna aggiungere il modo in cui viene prodotta l’elettricità che muoverà la flotta di macchine elettriche che presto riempirà le strade del mondo. Considerando tutti i costi nascosti basterebbe una soluzione semplice come ricorrere al trasporto pubblico, piuttosto che sostituire le vecchie auto con le nuove auto. Non è forse meno inquinante un singolo autobus alimentato con i vecchi combustili fossili che duecento macchine elettriche?

Allo stesso modo si parla dei miracoli che il riciclo e la raccolta differenziata possono fare, senza dire che la gran parte della plastica non può essere riciclata o comunque non può essere riciclata all’infinito. La vera svolta, quindi, sarebbe produrne meno all’origine. Questo significa semplicemente consumarne meno, soprattutto considerando che la maggior parte di questa plastica viene utilizzata per pochi secondi, spesso come packaging per i prodotti che ci vengono spediti quotidianamente dai rivenditori online.

La verità che non vogliamo accettare è quella che è un nuovo consumismo “pulito” non potrà sostituirne uno cattivo. Cerchiamo di lavare le nostre coscienze confessando i nostri peccati di inquinatori e speriamo che una macchina elettrica o qualche piccolo gesto possa garantirci l’assoluzione. Ma non è del tutto colpa nostra, questo è solo il metodo che viene utilizzato dalle grandi aziende e dai governi per non bloccare la crescita economica di un sistema basato sul consumo, convincendoci che potremo continuare a consumare come prima, basterà solo consumare in maniera “giusta” e non in maniera sconsiderata come facevano i nostri nonni e i nostri padri. Ma le soluzioni basate su quello stesso sistema e ciclo economico che ci hanno condotto fino a questo punto non potranno portarci alla salvezza, perché è proprio quel sistema il problema di fondo.

Related Articles