E se l’iniziativa dell’ ANM fosse un fantastico flop?

Articolo di Massimo Rossi

L’avvocatura, se ancora esiste come realtà fatta di donne e di uomini che partecipano alla difesa in ambiti vari del diritto dei cittadini, batta un colpo.

La levata di scudi dell’ANM, e non di tutti i magistrati come vorrebbero fare credere, che, invece, non condividono né l’uso di certe parole né il metodo, di fronte alle riforme legislative sulla “separazione delle carriere”, è una evidente anomalia del sistema democratico.

Ribadiamo non dei magistrati, ma di una associazione sindacale che raggruppa molti aderenti, ma che è pur sempre un sindacato. Ad ogni modo, non è possibile e non deve accadere che l’avvocatura resti silente e mi riferisco al CNF (infatti, questa volta l’UCPI ha almeno mosso un dito).

L’ANM chiama alla agitazione/astensione per i giorni 24.1.25 e 27.1.25 che non sono giorni qualsiasi, ma rappresentano il cuore della formale e sostanziale apertura dell’Anno Giudiziario prima davanti alla Corte di Cassazione e poi nelle varie Corti d’Appello.

Francamente, non si capisce perché si debba arrivare allo “scontro” tra poteri dello Stato.

Nessuno nega la facoltà/possibilità per la Magistratura di rappresentare le obiezioni e fare le osservazioni (fatto che sarebbe stato veicolato attraverso il CSM, come è già stato attuato), ma da qui a mettere in atto – come forza sindacale – una azione contro il Parlamento e contro i cittadini e, quindi, anche contro se stessa, ce ne corre.

Dispiace che l’AMN abbia preso questa posizione e dispiace che non ci si accorga che così facendo si va verso uno scontro istituzionale senza precedenti e senza una previsione degli effetti. Una soluzione c’è e sta nel rispetto dei ruoli istituzionali e costituzionali. Un rispetto reale e non di maniera. Il Parlamento discute ed approva le leggi. La Magistratura nella sua indipendenza applica la legge. Non vi è alternativa a ciò. Tutto molto semplice e lineare. I movimenti e le iniziative prese dall’ANM devono essere relegate ad azioni sindacali, ma questo cozza con l’atteggiamento e con la piena convinzione di ANM di svolgere un ruolo che istituzionale non è.

Il rischio è che il 24.1.2025 ed il 27.1.2025 alcuni magistrati possano compiere atti incostituzionali e che il tutto sia visto come un atto “eversivo” (alcuni esperti del governo e delle forze di maggioranza si sono così espressi).

Noi non siamo così categorici, certo è che un magistrato che non intende essere presente in un momento istituzionale quale quello dell’apertura dell’ANNO GIUDIZIARIO ed addirittura lascia l’aula all’ingresso del Ministro e dei suoi rappresentanti (che sarebbe il Governo e non il Parlamento) non dimostra quell’equilibrio istituzionale che, invece, deve esserci.

Vediamo cosa accadrà, ma siamo pronti a scommettere che l’iniziativa dell’ANM non avrà quella adesione che chi l’ha proclamata spera perché il magistrato rappresenta l’ordine giudiziario e, quindi, verrebbe meno ad una prerogativa fondamentale che è quella della tripartizione dei poteri. Ben vengano delle discussioni, ma le barricate non servono e fanno solo male al rapporto tra i cittadini e al Magistratura che, invece, dovrebbe essere tenuto solido. Ultima considerazione: e se le adesioni fossero risibili che contraccolpo avrebbe ANM ?

Ecco forse a questo chi ha proclamato l’agitazione ci dovrebbe pensare prima che l’iniziativa faccia flop.

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