È finita la pacchia, dice la Meloni. Che oltre all’Italia abbia intenzione di rivoltare come un calzino pure l’Europa? Per il prossimo governo italiano l’Europa dovrà solo corrisponderci miliardi di contributi a fondo perduto, senza mai intromettersi nel modo in cui li spenderemo. Né tollereremo controlli sul rispetto dei diritti umani come previsto dallo statuto. Pure da noi Dio, patria e famiglia imporranno alla donna, seppure vittima di una violenza, di ascoltare il battito del cuore del feto prima di abortire. Un supplizio per dissuaderla dal farlo, come se fosse un divertimento e non un dramma. L’Ungheria sarà il nostro modello seppure Orban non eserciti il potere democraticamente?
Che strana questa campagna elettorale. Conte e Calenda contro la sinistra anziché contro gli avversari naturali – Ci si chiede per conto di chi agiscono. Ingenuo e fiducioso, l’elettore non si accorge di falsità e imbrogli per carpirgli il voto. Giornalisti senza etica sono costretti, tenendo famiglia, a trasmettere false notizie. Azionisti senza scrupoli di Gazprom accusano gli altri della crisi energetica. Dove sta portando il paese questo comportamento generale? Siamo senza morale né dignità. Con l’illusione di stare meglio rinunciamo al benessere e alla libertà che abbiamo. È l’elettore a vincere le elezioni o chi approfitta della sua ingenuità per arrivare al potere? È già accaduto in passato.
Il 76% degli italiani apprezzava il governo Draghi. Ma alle elezioni sembrano simpatizzare con chi lo ha sfiduciato Vai a capire il meccanismo mentale di molti di noi. Anziché dissociarci da chi contestava l’unica persona efficiente degli ultimi anni, intendono subissarli di voti. Incoronato in America, in occasione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite uomo politico dell’anno, noi ce ne siamo privati ora che l’Italia e l’Europa sono minacciati da Putin di guerra nucleare. Gli uomini hanno il difetto di innamorarsi di novità di cui non sanno nulla. I tedeschi acclamarono Hitler, i russi Lenin e Stalin, noi Mussolini. Ma nonostante le esperienze disastrose non abbiamo ancora imparato.
Arrivati al potere per situazioni casuali e fortunose si credono leader. Non sanno che saranno presto dimenticati Quando intervistai Aldo Moro, divenuto presidente del Consiglio, mi tremavano le gambe. Se mi trovavo a Roma andavo alla Sapienza per ascoltare le sue lezioni di Diritto Penale. Però non lo votai mai, come nemmeno Andreotti, Berlinguer e Almirante che pure stimavo, perché anche tanti altri avevano la stessa classe e cultura. Allora i politici trascorrevano la vita sui libri. Davano la sicurezza che chiunque fosse andato al potere non avrebbe rubato, né fatto i propri interessi e neppure approfittato della fiducia che gli si dava. Ora è la volta di chi non ha voglia di studiare.