“Eva Man”, un film che ha fatto scalpore

Articolo di Gordiano Lupi

Eva Man è una coproduzione italo spagnola che reca come sottotitolo per la versione iberica la maquina del amor. Niente di più azzeccato, visto che il soggetto ruota attorno alla fantasiosa invenzione di un professore – doppiato con un terribile accento russo (il non accreditato Dottesio) – che avrebbe inventato un incredibile sex maker. La prodigiosa macchinetta trasforma la potenza sessuale di uomini e donne, accentuandone virilità e femminilità. Il professore inserisce nell’inguine della giovane ermafrodita Eva il congegno e la trasforma in un soggetto – oggetto sessuale unico al mondo. Le prime sequenze ci mostrano un rapporto di Eva al femminile con un principe russo famoso amatore e un successivo rapporto al maschile con l’affascinante Ajita, sensuale collega color ebano. La macchina dell’amore viene presa di mira dal gangster Gassonis che manda due scagnozzi a rapire Eva, ma i due sprovveduti portano via la cameriera. Al tempo stesso la moglie del gangster e il suo amante cercano di rapire l’ermafrodito per ricattare il marito. Sono i secondi a riuscire nell’intento, ma un finale concitato porta alla liberazione di Eva che dà sfoggio di grande virilità menando colpi da kung – fu a destra e a manca. Lieto fine in piscina, dove tutti fanno l’amore, a parte il professore che pare aver raggiunto la pace dei sensi. Il film è introdotto e si conclude con un siparietto canoro di Eva Robin’s, al tempo famosa come show-girl, ma davvero poco dotata di virtù recitative e danzanti. Un film girato tra Roma e Madrid, nel 1979, uscito nel 1981, dopo aver ottenuto il visto censura (per la versione soft) il 10 dicembre del 1980. Dello stesso film esistono due diverse edizioni hard, che non abbiamo visionato, limitandoci al modesto film erotico, così trash da strappare il sorriso in più di un’occasione. Eva Man, nella sua versione purgata, è un fumettone fantaerotico, che nel finale cita il cinema di Bruce Lee, presenta personaggi grotteschi ed eccessivi che danno vita a un blando soggetto giallo, vera e propria scusa per mostrare espliciti rapporti tra il travestito Eva Robin’s, la transessuale Ajita Wilson e la pornostar Annj Goren, scuola Joe D’Amato. la versione porno comprende inserti con Mark Shannon e parti controfigurate da Guia Lauri. Altri sottotitoli: Due sessi in uno, La macchina dell’amore, La donna uomo. Siamo ormai certi che di questo film sia uscito un sequel, interpretato da Eva e Ajita, ma soltanto in Spagna (La pitoconejo, di Zacarías Urbiola), pure se la mancanza della versione italiana non pare un gran danno per la nostra cinematografia. Per chi sa lo spagnolo è reperibile in rete una versione in castigliano. E poi per quel che contano i dialoghi…

Eva man fa scalpore e suscita interesse solo per il dubbio che produttori e regista riescono a insinuare nel pubblico: Eva Robin’s è un uomo, una donna, un travestito non operato o un vero ermafrodito? Va da sé che è buona la terza, ma al tempo il dibattito fu serrato e molti scommettevano pure. Molto sesso esplicito, anche nella versione soft da noi visionata, il film è una vera e propria scusa per presentare una serie di rapporti tra la Robin’s e la Williams, per tacere della porno cameriera Goren. Attori tutti doppiati, viste le doti, anzi pare che pronuncino soltanto dei numeri e che in sala doppiaggio vengano aggiunti i dialoghi. Nonostante questo Eva Robin’s reciterà anche per Dario Argento in Tenebre e per Luigi Cozzi in Hercules. Non solo, verrà guidata anche da Nichetti, Benvenuti, Ponzi, Izzo e – notizia davvero importante – non si opererà mai, perché pare aver raggiunto un equilibrio perfetto con il suo corpo, un po’ donna e un po’ uomo.

Antonio D’Agostino (Catanzaro, 1938) è al secondo film, dopo il blasfemo La cerimonia dei sensi, ma dopo queste due esperienze cambia nome in Richard Bennett e – dal 1981 al 1995 – si dedica solo al porno. Qualche titolo: Bath-Man dal pianeta Eros (1984), Osceno desiderio, Poker di donne (1986), Voglia di maschi caldi (1994), Con mia moglie si fa tutto (1994). L’elenco non è certo esaustivo…

Regia: Antonio D’Agostino. Case di Produzione: Zodiac Produzioni di Giorgio Salvioni (Roma), Bérmudez De Castro P.C. (Madrid). Aiuto Registi: José Ramos, Marco Casanova. Soggetto e Sceneggiatura: Luis (Bérmudez) Castro, Antonio D’Agostino. Fotografia: Hans Burman. Montaggio: Gianmaria Messeri. Musiche: Edizioni Musicali Alessadroni. Suono: Sebastian Cabeza. Direttori di Produzione: Ennio Onorati, Mario Pedraza. Scenografia: Wolfgan Burman. Interpreti: Eva (Roberto) Coatti (in arte Eva Robin’s – Eva), Ajita Wilson (Ajita), Ramon Centenaro (Gassonis), Sara Mora (Gerda, moglie di Gassonis), Fabian Conde (dr. Seghezzi), Giuseppe Alotta (primo rapitore), Pippo Valente (secondo rapitore), Rosamaria Napolitano (Annj Goren/ Anna Maria Napolitano) (Cristina la cameriera), Bruno (Brunello) Chiodetti (Freddy, socio di Eva), Hector Cuerva (Cuevas) (Tony, segretario Gassonis – amante di Gerda), Marco Casanova, Attilio Dottesio (il professore). Versione hard inserti con Mark Shanon (Manlio Cersosimo).

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