Fake News – Manuale semiserio di sopravvivenza contro le bufale edito da Medinova, casa editrice di Favara presieduta da Antonio Liotta, è l’ultimo saggio di Francesco Pira, sociologo e docente di Comunicazione e Giornalismo all’Università di Messina, e di Raimondo Moncada, giornalista e scrittore. Il libro è stato ulteriormente impreziosito dalla Prefazione del giornalista Stefano Vaccara, Direttore e fondatore de La Voce di New York, e dalla copertina artistica del maestro Nicolò D’Alessandro. Il progetto ha visto anche la preziosa collaborazione di Cristina Graziano, docente di Lettere e giornalista.
Gli autori nel gennaio 2019, dopo un incontro a Canicattì, ospiti di Kaos il festival siciliano dell’editoria, della legalità e dell’identità siciliana, hanno avuto l’idea di questo importante lavoro, condividendolo con l’editore Antonio Liotta che lo ha subito accolto con grande gioia ed interesse.
“Un libro democratico ed internazionale, pensato per tutti: per chi riflette e per chi non riflette, per chi pensa con la materia grigia della testa e chi pensa con i neuroni della pancia, per chi ragiona con pacate parole e chi si lancia in violente reazioni, per chi legge e parla in italiano e per chi avrà bisogno di una traduzione in altra lingua per comprenderci” – affermano gli autori.
Letta questa dichiarazione, incuriosita e interessata, mi sono chiesta come fa un volume ad essere pensato per tutti, ma proprio per tutti? Deve esserci una ragione…
Sicuramente, Pira e Moncada, hanno mirato al cuore di quello che è uno dei problemi più seri del nostro tempo ovvero: l’insicurezza degli uomini.
“Ci sono infinite ragioni per sentirsi insicuri (…) nonostante il volume delle incertezze non sia aumentato”, spiegava qualche anno fa il sociologo Zygmunt Bauman, evidenziando che “è cresciuta l’ansia, l’intensità delle preoccupazioni, perché le lacune tra i nostri mezzi per reagire fattivamente e la vastità dei compiti e del mondo che abbiamo davanti, sono più evidenti, più minacciose e le notizie corrono più veloci e incontrollate”. Se poi le notizie sono anche urlate dal mondo del web, sottolineando sempre il maggior rischio possibile ed eliminando sistematicamente qualsiasi elemento di dubbio, ecco che si comprende come nascano tante catastrofi annunciate (e mai avvenute) del terzo millennio. Ogni giorno sui siti internet e sui social network si rincorrono notizie chiaramente false, ma che il pubblico non riesce a neutralizzare perché privo di strumenti di verifica e valutazione o perché in cerca di conferma di idee preesistenti. Questo è il dramma: le idee preesistenti e quegli schemi mentali dai quali non si riesce ad uscire facilmente.
Le notizie false, in inglese Fake news, vengono continuamente rilanciate attraverso il web, condivise da utenti inconsapevoli e irresponsabili fautori di disinformazione, un fenomeno che è davvero difficile da arginare. Le informazioni, da loro generate, persistono negli ambienti digitali oltre “l’hic et nunc” che le ha prodotte e continuano a moltiplicarsi ora per ora, in maniera incontrollabile. A complicare la situazione la distrazione degli utenti della rete, intenti a guardare il tg e contemporaneamente concentrati nello scrivere un post su Facebook o Instangram o a chattare su Whatsapp. Si tratta di una vera emergenza sociale e democratica che bisogna fermare, acquisendo la consapevolezza dei rischi a cui andiamo incontro e che nemmeno immaginiamo.
Il Professor Francesco Pira affronta da anni il tema delle Fake news e questo libro rappresenta una nuova significativa tappa del suo lavoro. Un uomo, Francesco Pira, instancabile nelle sue ricerche, perché da eccellente giornalista sa che è indispensabile che i giornali, e gli stessi giornalisti, riacquistino il loro ruolo di “Cani da guardia della democrazia” con un’opera costante di smentita delle Fake News. In questa battaglia diventa fondamentale il factchecking, il controllo delle fonti un tempo rigorosa regola dei media tradizionali.
Il testo può essere suddiviso in due sezioni. Nella prima parte del libro il Prof. Pira mette in evidenza il fenomeno da un punto di vista tecnico e scientifico, mostra i risultati delle sue ricerche e, attraverso un’analisi completa, sottolinea come nell’era della disintermediazione questo processo stia coinvolgendo anche il giornalismo. Tutti diventiamo creatori di notizie grazie alla rete, ma come sosteneva Zygmunt Bauman: “Le reti sono molto utili, danno servizi molto piacevoli, però sono una trappola”.
Direi di sì, una trappola per le mie, per le tue, per le nostre paure. Politica, medicina, cambiamenti climatici, social media, diritti umani negati e migrazione sono i temi che attirano maggiormente attenzione e su questi temi vengono passati in rassegna alcuni casi eclatanti, accaduti dal 2015 al 2019, offrendo pure consigli utili su come evitare di rimanere intrappolati nella rete e diventare mine vaganti di disinformazione. L’elemento che ho apprezzato, in questa prima parte del saggio, è l’aver unito la parola alle immagini, poiché aiutano a comprendere, anche dal punto di vista visivo, l’infondatezza della notizia.
Nella seconda parte del volume, Raimondo Moncada ha reinterpretato il fenomeno da giornalista, sfruttando una delle sue doti migliori ossia scrivere attraverso la satira e servendosi della sua spiccata ironia. Moncada ha “confezionato” alcune Fake news, riprendendo le notizie più strane lette sui social, mettendo l’invenzione in evidenza, sia nel titolo e sia nel corpo della notizia, per suscitare la riflessione del lettore. Una capacità che possiede solo chi ha una grande fantasia e sa comporre un testo in maniera creativa, particolare e speciale. La sua tecnica di scrittura risulta esilarante, scorrevole e coinvolgente, riesce a strapparti un sorriso pagina per pagina.
Lo scopo di Moncada è quello di innestare il dubbio nel lettore e dargli la possibilità di prendere coscienza delle falsità che circolano in rete, oltretutto travestite da verità assolute. Queste “verità supreme” incrementano il famigerato “mercato dei click”, grazie al quale c’è chi guadagna tantissimi soldi sulle paure dei poveri malcapitati.
Metaforicamente possiamo pensare al delitto perfetto dove chi crea la Fake news è il carnefice e il lettore diventa la sua vittima che, ignara di tutto, soccombe e non sa difendersi. Gli autori riescono a trasmettere al lettore ogni concetto in maniera chiara e con un linguaggio comprensibile. Il testo è davvero fruibile da tutti anche dai non “addetti ai lavori”. Quando ho iniziato a leggerlo ho provato il desiderio di continuare ad esplorarlo in tutte le sue parti, subito e senza aspettare. Spero che gli autori pensino ad un seguito, perché ne vale assolutamente la pena.
Il risultato di questo saggio può racchiudersi attraverso un binomio: “essere e apparire”, perché “quello che appare non sempre è” e “quello che è non sempre appare”. Pira e Moncada, a conclusione del volume, ci lasciano con un interrogativo che posso riassumere con questa frase di Zygmunt Bauman: “ il vero problema dell’attuale stato della nostra civiltà è che abbiamo smesso di farci delle domande”.
Vogliamo credere a tutto ciò che leggiamo o forse, prima di credere a qualunque notizia, dobbiamo porci qualche domanda? Pira e Moncada ci invitano a combattere, insieme a loro, contro le Fake news per porre fine a questo scempio sociale. Infine, gli autori ci chiedono di essere ogni giorno affamati di fonti autorevoli, lontane dal qualunquismo e dalla becera propaganda, di qualsiasi natura essa sia.