La bramosia sfrenata di eliminare dal mercato le auto a benzina e diesel (e la fretta nel fare leggi senza aver riletto bene i testi o aver considerato le conseguenze di quello che si scriveva) ha portato il governo a commettere alcuni errore.
Con il cosiddetto Decreto Infrastrutture, convertito in legge il 5 agosto, sono state modificate le norme del Codice della strada relative ai neopatentati. I legislatori hanno introdotto una frase che indica “per le autovetture elettriche o ibride plug-in il limite di potenza specifica di 65 kW/t, compreso il peso della batteria”.
Questo significa che, dal 5 agosto 2022, secondo la nuova norma, per i neopatentati è possibile guidare veicoli elettrici o plug-in considerando il limite di potenza specifica riferita alla tara pari a 65 kW/t, e non anche quello generico del limite di potenza massima pari a 70 kW previsto per i veicoli della categoria M1 (ovvero le automobili) che trova, invece, applicazione solo per i veicoli con motore termico.
In parole povere, per auto elettriche, il calcolo del rapporto tra potenza e tara limite dovrà essere fatto riferendosi ai kW riportati sulla carta di circolazione delle vetture, misurati al banco come “media nel periodo di 30 minuti”. Ma questo vuol dire che, applicando questo modo di calcolare il rapporto potenza/peso, un neo patentato sarebbe autorizzato a guidare auto elettriche con potenze di picco elevatissime (come l’Audi RS e-tron GT quattro che vanta oltre 646CV o la BMW iX M60, 619CV, o la Porsche Taycan i cui modelli possono arrivare ad avere potenze sopra i 700CV o la Kia EV6 AWD da oltre 500CV). In compenso, però, lo stesso neo patentato verrebbe multato se trovato alla guida di una semplice Hyundai Kona o di una Opel Corsa dotate di motori tradizionali. Un errore pacchiano, una svista, dovuta forse alla scarsa preparazione o alla poca conoscenza dell’evoluzione del mercato dei motori. Di sicuro a non aver considerato le conseguenze di ciò che si stava scrivendo. Un errore reso ancora più grave considerando che non è stato rilevato da chi ha lasciato che questo decreto diventasse legge senza verificarne le conseguenze.
In attesa di vedere correggere quello che pare essere un errore pacchiano, resta solo da chiedersi quale sarà l’espressione di un membro delle autorità incaricate di provvedere al controllo delle patenti, quando, trovando alla guida di un mostro da settecento cavalli un ragazzino (o una ragazzina), si accorgerà che ha appena preso la patente di guida.