Fernando Pérez nasce nel 1944 all’Avana. Laureato in Lingua e Letteratura Spagnola all’Università della capitale. Regista e scrittore. Pubblica articoli di critica cinematografica e impartisce lezioni di Critica e Storia del Cinema all’Università dell’Avana e presso la Scuola Internazionale di Cinema di San Antonio de los Baños. Nel 1962 lascia gli studi di Commercio e Lingua Russa per avvicinarsi all’attività cinematografica come assistente di produzione e traduttore. Nel 1971 collabora come assistente regista a diversi lungometraggi di fiction come Una pelea cubana contra los demonios, Girón, Ustedes tienen la palabra e El otro Francisco. Nel 1975 inizia la carriera di documentarista e in questo genere la sua filmografia conta oltre dieci titoli (Siembro viento en mi ciudad, Mineros, Omara…), ai quali dobbiamo unire la realizzazione di numerose edizioni del Noticiero ICAIC Latinoamericano. Nel 1987 dirige il primo lungometraggio di fiction – Clandestinos – che si distingue per una visione originale sui giovani eroi della Rivoluzione originale rispetto allo stereotipo di un eroe positivo creato dal realismo socialista. Uno dei temi preferiti da Fernando Pérez è quello delle relazioni quasi sempre traumatiche tra il giovane e il contesto sociale. Nei film successivi ne abbiamo la prova: Hello Hemingway (1990), Madagascar (1994) e La vida es silbar (1998), tre lavori considerati dalla critica nazionale e internazionale tra i migliori realizzati dal cinema cubano in epoca contemporanea. La vida es silbar gode di una buona edizione italiana che conserva identico titolo (La vita è un fischio) e viene trasmessa anche dalle reti televisive del circuito Sky. Nel 2003 Pérez gira Suite Habana, un documentario molto elogiato dalla critica e dal pubblico, ma nel 2007 torna alla fiction con Madrigal, storia matura e dai risvolti psicologici complessi scritta insieme a Eduardo Del Llano che raggiunge grandi livelli di poesia. Nel 2009 ha prodotto un lungometraggio di fiction in costume: Martí, el ojo del canario (2009), dedicato all’infanzia e all’adolescenza dell’eroe nazionale cubano. I suoi ultimi film sono La pared de las palabras (2014) e Últimos días en La Habana (2016).
L’opera cinematografica di Fernando Pérez viene premiata in concorsi e in festival nazionali e stranieri. Il regista ottiene nel 1982 il Premio Casa de las Américas per il suo libro Corresponsales de guerra e nel 2007 si vede assegnare il Premio Nazionale del Cinema. Tra i documentari giovanili più importanti segnaliamo Crónica de la victoria (1975), diretto insieme a Jesús Díaz, riconosciuto tra i più significativi dell’anno per aver raccontato i momenti chiave del processo rivoluzionario partendo dall’assalto alla Caserma Moncada avvenuto nel 1953. Omara (1983) è importante perché tratteggia la personalità e il percorso artistico della popolare cantante Omara Portuondo, la diva del Buena Vista Social Club. Clandestinos (1987) è la sua prima fiction di successo e racconta la vita di un gruppo di giovani che lottano contro la tirannia di Batista negli anni Cinquanta. Ernesto, imprigionato per le sue attività politiche, riceve la visita di Nereida, una giovane sconosciuta della quale in un primo tempo non si fida. Quando i due giovani vengono rimessi in libertà si ritrovano e la ragazza si unisce al gruppo clandestino che lui dirige. Nasce l’amore tra Ernesto e Nereida, parallelamente alla lotta armata che condizionerà le loro vite. Interpreti: Luis Alberto García Jr., Isabel Santos, Susana Pérez, René Losada, Amado del Pino, Miguel Gutiérrez, Miguel Navarro. La sceneggiatura è di Jesús Díaz. Il film tratteggia con originalità la figura del rivoluzionario e la rende umana. Molti i premi vinti, sia in patria che all’estero.
Hello Hemingway è una fiction di novanta minuti che racconta la vita di Larita, vicina di casa del famoso scrittore Ernest Hemingway nella sua residenza cubana di Finca La Vigía. La donna paragona la sua vita a quella del vecchio pescatore nel romanzo Il vecchio e il mare. Larita vorrebbe finire gli studi secondari e andare all’Università, ma le umili origini le impediscono di realizzare i sogni. Interpreti: Laura de la Uz, Raúl Paz, José Antonio Rodríguez, Martha del Río, Herminia Sánchez. Sceneggiatura di Mayda Royero.
Madagascar (1994) è un mediometraggio di 53 minuti ispirato al racconto Beatles contra Duran-Duran della scrittrice cubana Mirta Yánez. La pellicola racconta le contraddizioni del rapporto madre – figlia, una relazione piena di incomprensioni e reciproche stranezze che realizzano un esercizio di comunicazione umana. La madre è una professoressa universitaria che ha perso la capacità di sognare, mentre la figlia adolescente sogna di fare un viaggio in Madagascar. Interpreti: Zaida Castellanos, Laura de la Uz, Elena Bolaños, Jorge Medina, Roberto Delgado, Nancy Rodríguez. La sceneggiatura è del regista con la collaborazione di Manuel Rodríguez Ramos.
La vida es silbar (1998) racconta le vicissitudini di tre persone che non sono felici impegnate a lottare tra amore, odio, promesse, verità e pregiudizi. Le tre storie si intrecciano con la città dell’Avana che funge da testimone muto ai loro dilemmi. La sceneggiatura è del regista che si avvale della collaborazione di Eduardo del Llano e di Humberto Jiménez. Interpreti: Coralia Veloz, Luis Alberto García, Isabel Santos, Claudia Rojas, Rolando Brito, Joan Manuel Reyes, Bebé Pérez, Ana Victoria Pérez, Jorge Molina. Molti premi vinti per una pellicola realizzata con toni fantastico – surreali, molto psicologica e intrisa di elementi visionari. Distribuita in Italia.
Suite Habana (2003) è un documentario di novanta minuti che realizza una panoramica di una città nella quale la molteplicità dei volti e dei luoghi si incrociano con le memorie di personaggi anonimi. Il regista racconta L’Avana di oggi con la sua realtà peculiare, riservando una speciale attenzione ai suoi abitanti.
Madrigal (2006) è inizialmente ambientato all’Avana dei nostri tempi, perché siamo nel 2005. Javier è un giovane attore molto fantasioso e per questo motivo ama scrivere. Quando comincia la sua storia d’amore con Luisita – una giovane rinchiusa nel suo mondo di complessi e segreti – non riesce a capire il confine tra verità e fantasia, apparenza e realtà. Il regista fa compiere un balzo temporale e ci troviamo nel 2020. Javier è diventato uno scrittore affermato. Il racconto che sta scrivendo ripercorre la sua tragica storia d’amore con Luisita in maniera creativa, fantasiosa e simbolica. Ancora una volta il limite tra realtà e fantasia è impalpabile. Interpreti: Liety Chaviano, Carlos Enrique Almirante, Luis Alberto García, Carla Sánchez. Eduardo del Llano collabora di nuovo con Fernando Pérez per soggetto e sceneggiatura. La sua influenza di scrittore onirico e fantastico contribuisce a realizzare un racconto intriso di elementi surreali. La pellicola è stata premiata nel 2007 al Festival del Nuovo Cinema Latinoamericano.
Martí, el ojo del canario (2009) ricostruisce la vita dell’eroe della patria José Martí tra i 7 e i 17 anni, un esperimento nuovo per realizzare una pellicola storica e compiere un vero e proprio itinerario spirituale nell’anima del poeta rivoluzionario. Fernando Pérez afferma: “Quando mi hanno proposto di realizzare un film su José Martí mi sono sentito inadeguato perché si trattava di raccontare una figura storica troppo grande. In un secondo tempo, dopo aver accettato, mi sono detto che mi sarei limitato a narrare infanzia e adolescenza, le tappe fondamentali per la creazione del carattere. In ogni caso non è un documentario, ma si tratta di una pellicola molto personale, è la mia interpretazione della giovinezza del poeta. Resta il fatto che tutto è documentato e storico, non ci sono invenzioni fantastiche. Il film non avrà una seconda parte, almeno non sarò io a girarla, perché non me la sento di affrontare un personaggio così immenso come il Martí adulto”. Interpreti: Damián Antonio Rodríguez Vidal, Daniel Romero Bildaín, Rolando Brito, Broselianda Hernández, Eugenio Torroella Ramos, Francisco López Ruiz, Pedro Orlando Herrera, Héctor David Rosales, Manuel Porto, Julio César Ramírez, Pancho García e Aramís Delgado.
La pared de las palabras (2014)è un lungometraggio girato nel 2012 e uscito due anni dopo, realizato dalla casa indipendente Santa Fe Producciones e presentato al XXXVI Festival Internacional del Nuevo Cine Latinoamericano. In breve la storia. Luís soffre di una malattia neurologica degenerativa che lo bloccando sempre di più e la sua famiglia cerca di aiutarlo, compresa una cura in ospedale specializzato. Vorrebbe liberarsi da quella che sente come una prigione naturale ma è impossibile, anche se riesce a vivere una breve storia d’amore ed è circondato dall’affetto dei suoi cari. La pared de las palabras vuolfar vedere limiti ed emozioni di persone che non possono esprimere un mondo interiore. Jorge Perugorría alle prese con uno dei ruoli più complessi dela sua carriera. Últimos días en La Habana (2016) racconta la storia di due amici, Miguel (Patricio Wood) e Diego (Jorge Martínez), che hanno sogni diversi: Miguel vuole emigrare negli Stati Uniti, Diego vuol godere quel che resta della sua vita, visto che soffre di una malattia terminale. Film ambientato nell’Avana contemporanea, scritto in maniera neorealista, con toni crudi, parla di AIDS e di voglia di fuga, di problemi attuali e difficoltà di vivere, di amore e solidarietà, persino di speranza; non mancano l’ottimismo e la voglia tutta cubana di abbandonarsi ad avventure ed emozioni. Una vera e propria dichiarazione d’amore verso la capitale caraibica.