Se sulla fine del Medioevo concorrono poche date e pochi eventi – più o meno possiamo citarne un paio di elevata importanza come la presa di Costantinopoli nel 1453 e la scoperta dell’America nel 1492 – sulla data che decreta l’inizio di questo lungo periodo della storia, invece, ci sono più eventi che si intrecciano tra loro e di conseguenza più date sulle quali gli storici discutono.
Per convenzione il Medioevo comincia con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente avvenuta dopo la deposizione dell’imperatore Flavio Romolo Augusto il 4 settembre 476 d.C., ma costui non era effettivamente l’ultimo a regnare su Roma dal momento che Giulio Nepote, divenuto imperatore nel 474, allora era ancora in vita e dunque il Medioevo comincerebbe dopo la morte di quest’ultimo avvenuta il 22 giugno 480. Dal canto suo, in veste di Patrizio dei Romani, il generale barbaro Flavio Odoacre, dopo aver confinato Augustolo a Napoli, non elesse nessun altro imperatore, egli stesso “governò” fino al 15 marzo 493 quando venne ucciso dal re ostrogoto Teodorico il Grande, sarebbe questo l’evento che realmente segnerà l’inizio del Medioevo. C’è da dire che fino a quel momento i Romani erano ormai abituati al cambiamento, diciamo così, della direzione; essi sentirono fortemente il trauma del ribaltamento con il sacco di Roma ad opera dei Visigoti nel 410 e sarebbe quest’ultima data, secondo alcuni studiosi, il momento iniziale del Medioevo.
Facendo leva sulla deposizione di Augustolo – vale a dire piccolo Augusto – dell’anno 476 come inizio dell’Età di mezzo, bisogna fare un viaggio di qualche anno indietro per vedere che con la morte dell’imperatore Valentiniano III – il 16 marzo 455 – che aveva regnato per trent’anni, i suoi successori non ebbero il temperamento dei loro gloriosi predecessori e per questo sono passati alla storia come gli imperatori fantoccio messi a governare dai generali germanici che erano a capo delle varie legioni dell’esercito romano che ormai era in gran parte costituito praticamente da mercenari barbari i quali avevano dei piccoli regni sparsi in tutto l’Impero, ma non ancora in Italia.
Di Augustolo non sappiamo bene quale sia stato il suo destino dopo la deposizione, in realtà non sappiamo neppure come e dove sia morto, ma siamo certamente a conoscenza di altre cose sulla sua giovane vita. Per esempio sappiamo che egli nacque intorno al 460; che sua madre si chiamava Flavia Serena – di cui sappiamo solo che era di stirpe romana in quanto figlia del governatore e ambasciatore Norico – e che suo padre, Flavio Oreste, era un generale di origine germanica – della Pannonia – che si trovò a difendere l’Impero a capo delle truppe in Gallia. Nel 475, in forte clima di decadenza imperiale, forse a capo di un colpo di Stato in accordo con il Senato, Oreste si ribellò al legittimo imperatore, Nepote, il quale, vista l’impossibilità di difendersi, fuggì in Dalmazia, mentre il generale, il 31 ottobre 475, approfittando della situazione, nominò imperatore d’Occidente, con il benestare del Senato, proprio suo figlio adolescente Augusto, ma, essendo egli veramente molto piccolo, il potere fu effettivamente detenuto da lui stesso. Tuttavia, sotto il regno di Augustolo, non mancò la coniazione di due monete d’oro con la sua piccola effige, nonostante la minacciosa vicinanza dei barbari in rivolta, forte indizio che da lì a poco tutto sarebbe svanito nel nulla. La situazione si fece insopportabile quando alcune truppe barbare chiesero a Oreste il possesso su alcune terre in Italia, ma il generale, non tenendo fede all’applicazione del cosiddetto sistema dell’ospitalità, rifiutò immediatamente.
Così, dal momento che il patto di ospitalità prevedeva la possibilità per i funzionari dell’Impero, anche se barbari, di avere delle assegnazioni temporanee di territorio italiano, dal canto loro, i mercenari chiesero aiuto a Odoacre che, dopo varie peripezie, catturò e uccise Oreste nei pressi di Piacenza. In seguito, dopo quasi un anno di regno, obbligò il piccolo imperatore a scrivere una lettera da inviare a Zenone nella quale ci sarebbero state scritte la sua dimissione e la preghiera di nominare Odoacre quale rappresentante dell’imperatore in Italia ovvero Patrizio d’Occidente.
Così il re degli Eruli depose Flavio Romolo Augusto che venne confinato, come si legge nella raccolta di due scritti in latino del 390, Anonymus Valesianus, sull’isolotto di Megaride, nel Castel dell’Ovo a Napoli, quindi non uccidendolo, anzi addirittura facendo in modo che gli si versasse una rendita annua altissima. In effetti non si può neppure dire che Augustolo venne confinato in un tugurio poiché allora il castello era un’antica villa del militare e politico romano Lucio Licinio Lucullo che proprio ivi morì secoli prima. L’ex imperatore, quindi, si trovò a passare le sue giornate in questa splendida dimora in cui Lucullo fece costruire una singolare biblioteca; delle vasche naturali per l’allevamento di murene; degli straordinari giardini per la coltivazione di alberi di pesco provenienti dalla Persia e di ciliegi. Inoltre dotò l’enorme struttura sul mare di laghetti artificiali pieni di pesci e altre specie marine.
Fatto sta che da questo momento in poi del piccolo Augustolo – definito più tardi “piccola disgrazia” dagli storici greci – si perdono le tracce. Di lui abbiamo solo dei racconti leggendari, quindi niente di realmente fondato, come per esempio si parla di una lettera mandata a un certo Romolo scritta nel 507 da Cassiodoro, segretario del re ostrogoto Teodorico il Grande, in cui parla di una pensione, ma tutto è molto impreciso, quindi non si può dire che questo Romolo sia proprio il figlio di Oreste. D’altro canto pare che il piccolo imperatore spodestato, una volta cresciuto, convertì alcune stanze della villa in luoghi di preghiera. Difatti verosimilmente, già dal V secolo in poi, in loco si insediarono i monaci basiliani che adottarono la regola benedettina e, servendosi della già menzionata biblioteca luculliana, crearono uno scriptorium.
Quello che è certo è che Odoacre inviò all’imperatore d’Oriente lo scettro, il mantello e il diadema, simboli di un potere millenario, e si proclamò rex gentium, re delle genti; che Augusto venne chiaramente detronizzato e che Zenone fu il primo imperatore d’Oriente che detenne il potere anche sule zone imperiali rimaste in Occidente. Al di là di tutto, il risultato più importante fu che Roma cadde per sempre sotto un imperatore che, ironia della sorte, portava il nome di colui che, invece, fu il primo grande fondatore di quella città che non sarebbe mai entrata nell’oblio della storia: Romolo. Più tardi, alla morte di Odoacre, l’Italia divenne parte dell’immenso regno ostrogoto con Teodorico il Grande.
Sull’inizio del Medioevo, dunque, periodo storico-sociale molto importante, i dibattiti degli storici si fanno sempre più accesi, addirittura affiorano altri eventi e perciò altre date che segnerebbero l’inizio dei cosiddetti – erroneamente – secoli bui: la morte di Teodosio I nel 395; l’avvento degli arabi nel VII secolo; l’avvento dei Longobardi nel 568; l’incoronazione di Carlo Magno nella notte di Natale dell’anno 800. Insistendo, intanto, sull’anno 476, certamente all’inizio del Medioevo, soprattutto dopo le guerre gotiche (535 -553), l’Italia appariva devastata, pericolosa, insicura, continuamente in preda di potenze che, susseguendosi una dopo l’altra, la prenderanno e la stravolgeranno.