Poesia tra il bianco e nero, Verlaine della matita, esprime il linguaggio simbolico, ritmo tra complementari ove spazio e tempo si evolvono verso L’Unum quale decifrazione dell’anima.
La sintesi delle opere di Francesco Paolo D’Agosto, classe 1976, è rilevabile in questa breve introduzione che nel sodalizio dei
NON-colori evidenzia il viaggio della essenza dell’uomo. E In questa opera è racchiusa l’allegoria della Commedia del Sommo Poeta, espressione manifesta da una serie di simboli che sono il motore che ha spinto Dante ad intraprendere il viaggio interiore. L’Alighieri si serve della poesia per trasmettere un antico sapere che l’autore del disegno è riuscito a sintetizzare attraverso due soli elementi: matita e foglio, ciò che salta all’occhio sono le due sfere, una bianca ed una nera che simboleggiano il Maschile ed il Femminile, ovvero la volontà di intraprendere quel cammino per raggiungere l’alchimia del sacro dei due elementi, forze propulsive della creazione.
Cosa è la sfera in sé e per sé?
La sfera simboleggia la perfezione e l’unione, il cammino umano è volto verso la perfettibilità, ed è proprio la sfericità che rivela Il Tutto Eterno, senza un inizio né una fine cioè il movimento continuo, il cambiamento necessario, e non possiedono angoli o rotture di nessun genere è pura Armonia.
Nicolò Cusano, teologo e filosofo del secolo XV, sosteneva il concetto apparentemente contraddittorio, l’ossimoro della Coincidentia Oppositorum, che offre in verticale ed in sagittale il senso del percorso terreno, ognuno è convocato a vedere aldilà delle apparenze.
D’Agosto dice che agisce nel suo spazio di libertà dando voce al proprio sentire interiore, ma il segreto è proprio questo rispondere ad una chiamata di cui, spesso, non ne siamo consapevoli, è una spinta che arriva da un altrove che abita nella interiorità dell’uomo.
Davanti alle opere di questo poeta grafico assimiliamo la sacralità della Sapienza Esoterica cui l’uomo, soprattutto il suo inconscio, non può sottrarsi alla Emanazione di quegli elementi utili e innegabili. Il NO al trascendente senza dubbio è il voler chiudersi dentro la linearità temporale che preclude e include un inizio ed una fine. Negarsi al flusso della visione della potenza creatrice è la sottrazione alla gnosi, questa è l’elemento che induce e conduce alla Psiche, incontrovertibile “sfericità” a cui appartiene tutto il creato.
L’arte che è espressone di bellezza, indipendentemente dal singolo, è figlia della ricerca, e le opere Francesco Paolo, possono essere anche definite quella segnaletica che è IO che conduce al SE’.