Franco Rossi (Firenze, 1919 – Roma, 2000) comincia dal teatro, entra nel cinema come assistente di Mario Camerini, Renato Castellani, Aldo Vergano e Luigi Treenker, dirige il doppiaggio e svolge attività di regista radiofonico. I falsari (1950) è il suo primo film che risente di influenze neorealiste, ma raggiunge il successo con opere più mature come Il seduttore (1954) e altri lavori improntati a tematiche impegnate come Amici per la pelle (1955), Morte di un amico (1959), Odissea nuda (1960) e Smog (1962). Tutto questo contribuisce a fargli vincere un David di Donatello nel 1961. Il grande pubblico ricorda Franco Rossi come interessante autore televisivo e divulgatore di capolavori letterari, come la trasposizione sul piccolo schermo di Odissea ed Eneide. Nel corso della sua opera si segnalano alcune interessanti commedie che anticipano il filone erotico.
Le prime opere di Franco Rossi sono nel solco neorealista, pellicole come I falsari (1950), ma anche l’introspettivo Solo per te Lucia (1952) e La passeggiata (1953), diretto da Renato Rascel con la sua indispensabile collaborazione, sono pellicole figlie di un’identica temperie culturale. Il seduttore (1954) è una commedia che accentua gli spunti ironici e grotteschi, grazie all’interpretazione sopra le righe di un Alberto Sordi, sposato con Lea Padovani, che crede di essere un irresistibile latin lover. Il regista descrive con acuta ironia e satira feroce i sogni e le trasgressioni del piccolo borghese che finisce per rendersi ridicolo. Importante la collaborazione dello sceneggiatore Rodolfo Sonego, che incontra Sordi per la prima volta e getta le basi per la futura caratterizzazione dell’uomo medio italiano. La tematica erotica comincia a farsi timidamente strada. Amici per la pelle (1955) e Amore a prima vista (1957) sono due lavori che riportano al neorealismo rosa, anche se il primo ripercorre la storia di un’amicizia tra persone appartenenti a classi sociali diverse e il secondo si salva per la comicità stralunata di Walter Chiari. Calypso (1958) presenta una tenue storia d’amore ma cerca soprattutto di raccontare le consuetudini di un paese esotico. Franco Rossi lo gira con la collaborazione di Leo Benvenuti e Golfiero Colonna. Per Tutti innamorati (1959) si limita a una supervisione, mentre Morte di un amico (1959) è un film delicato, molto pasoliniano e costruito con un realismo crudo, che parla di prostitute, protettori e rapinatori di borgata, ma ancora intriso di moralismo convenzionale. Pasolini scrive il soggetto originale ma protesta per le modifiche che conferiscono all’opera un tono da tardo neorealismo rosa. Odissea nuda (1960) è un film insolito che indaga l’esotismo tahitiano, interpretato da Enrico Maria Salerno nei panni di un intellettuale in fuga dalla modernità che si rimette in gioco su un’isola tropicale. Interpreti sconosciute come Dolores Donlon e Patricia Dolores sono gli amori indigeni del cineasta in fuga dal suo mondo e rappresentano l’elemento sexy di una pellicola che dà il via alla tematica esotico – erotica del cinema di serie B. Smog (1962) è un film impegnato, che ha per tema l’alienazione sofferta in una megalopoli come Los Angeles da un avvocato divorzista italiano. Enrico Maria Salerno è il protagonista principale, ma sono importanti anche Annie Girardot e Renato Salvatori in un film che non possiede una vera trama, ma vive di squarci documentaristici ed è una vera e propria parabola sull’alienazione. Debitore della poetica di Michelangelo Antonioni e critico nei confronti della società dei consumi. Il protagonista è un qualunquista, intriso di tutti i difetti dell’italiano medio.
Il motivo per cui includiamo Franco Rossi in questa trattazione è la sua partecipazione a una serie di commedie erotiche a episodi che anticipano le tematiche della commedia sexy: Controsesso (1964) (episodio Cocaina di domenica), Alta infedeltà (1964) (Scandaloso), Tre notti d’amore (1964) (La moglie bambina), Le bambole (1965) (La minestra) e I complessi (1965) (Il complesso della schiava nubiana). Controsesso è il solo film di cui non abbiamo ancora parlato ed è diretto da Franco Rossi con la collaborazione di Marco Ferreri e Renato Castellani. Cocaina di domenica vede interpreti Nino Manfredi, Anna Maria Ferrero e Renzo Marignano, per criticare una coppia borghese che sniffa cocaina in gran segreto ma non realizza nessuna trasgressione. L’episodio girato da Rossi è scritto e sceneggiato da Cesare Zavattini, Leo Benvenuti e Piero De Bernardi. Molto trasgressivo il segmento di Marco Ferreri (Il professore), sceneggiato da Rafael Azcona, che vede Ugo Tognazzi nei panni di un professore feticista che non fa uscire le allieve per i bisogni corporali, ma fa installare un bagno in aula e gode dei rumori prodotti dalle ragazze. Una donna d’affari di Renato Castellani segue il direttore d’orchestra Nino Manfredi nella sua inutile caccia a una donna (Dolores Wettach) che promette molto ma non concede niente. Sogni e ossessioni del maschio italico vengono messi alla berlina, ma l’episodio di Ferreri è il più disturbante e controverso. Tognazzi è truccato in modo tale da sembrare l’onorevole Giulio Andreotti e l’intero episodio è un racconto inenarrabile di perversione umana. Nino Manfredi è ottimo nei due episodi e anche Anna Maria Ferrero – che compare sullo schermo per l’ultima volta – è affascinante quanto brava. Per l’analisi di Alta infedeltà rimando al capitolo su Monicelli, mentre Tre notti d’amore e Le bambole sono statianalizzatinelle pagine riguardanti Comencini e I complessi nel capitolo su Luigi Filippo d’Amico.
Non faccio la guerra faccio l’amore (1966) è commedia satirica piuttosto graffiante, interpretata da Philippe Leroy, Catherine Spaak, Otto W. Fisher, Pepe Calvo, Frank Wolff e Paul Müller. Il soggetto e la sceneggiatura sono di Franco Rossi, insieme a Luigi Magni e Iaia Fiastri, ma il film non è un successo. Mereghetti lo definisce “un pasticcio senza capo né coda”, mentre Farinotti parla di “una storia abbastanza confusa”. Catherine Spaak garantisce un minimo di sensualità nei panni di un’orfanella allevata da alcun sommergibili tedeschi che nel 1965 non si rendono conto che la guerra è finita. Il titolo è lo slogan reso famoso dai movimenti pacifisti nordamericani.
Franco Rossi partecipa con l’episodio La siciliana interpretato da Silvana Mangano, che racconta una faida di paese, a un’altra commedia a episodicome Le streghe (1967), che contiene limitati elementi erotici. Ne abbiamo già parlato nel corso del capitolo dedicato a Vittorio De Sica.
Una Rosa per tutti (1967) è una commedia bizzarra ambientata nella stupenda cornice di Rio de Janeiro, interpretata da Claudia Cardinale, Nino Manfredi, Lando Buzzanca, Mario Adorf, Akim Tamiroff, José Lewgoy e Grande Otelo. Rosa (Cardinale) è un’infermiera di Rio de Janeiro che concede il suo amore a sette amanti senza distinzioni di sorta. Tra questi amanti ce n’è uno che diventa sempre più geloso e pretende più attenzioni, fino a quando lei lo lascia. Rosa si innamora di un medico italiano (Manfredi) e pensa di costruire una relazione stabile con lui, ma l’uomo non è molto sicuro di sposarla e in fondo il matrimonio non fa per lei. Rosa torna alla vita precedente e ai suoi sette amanti. Il soggetto è tratto da un’opera teatrale di Claudio Gill, sceneggiato da Ennio De Concini, Eduardo Borras, Nino Manfredi e Franco Rossi.
Tra gli ultimi lavori per il cinema di Franco Rossi troviamo l’elegiaco e politico Giovinezza giovinezza (1969), storia di una presa di coscienza da parte di un militante convinto che finisce per capire quanto male possa fare il fascismo. Il romanzo da cui il film è tratto è scritto da Luigi Preti e stigmatizza le facili passioni giovanili che spesso conducono su una strada sbagliata. Interpreti: Roberto Lande, Leonard Manzella, Katia Moguy e Alain Noury.
Franco Rossi si dedica con buon successo agli sceneggiati televisivi tratti da capolavori letterari come Le avventure di Ulisse (1969) e Le avventure di Enea (1971), ma anche alla ricostruzione di grandi figure storiche come Il giovane Garibaldi (1973). Torna al cinema con Porgi l’altra guancia (1974), che è quanto di più lontano si possa immaginare dal cinema erotico, visto che si tratta di un film per ragazzi interpretato da Bud Spencer e Terence Hill. Ambientazione caraibica per i nostri due eroi – per una volta nei panni dei missionari – che a suon di cazzotti incruenti e di amabili risse difendono la gente del posto da un tiranno. Grandi incassi.
Come una rosa al naso (1976) è un film interpretato da Ornella Muti, Vittorio Gassman, Lou Castel, Adolfo Celi e Alessandro Haber. Gassman è un ristoratore siciliano, ormai inglese di adozione, ma le cose cambiano quando la famiglia gli manda la cuginetta adolescente Lucia (Muti) per aiutarlo a espandere l’attività. La pellicola è una commedia ironica che vuole affrontare con leggerezza il tema mafioso, ma non sempre ci riesce. La sola concessione al sexy è costituita dalla presenza di Ornella Muti, che finisce a letto con il maturo cugino dopo aver avuto i primi rudimenti educativi. I due finiscono per sposarsi, nonostante la differenza di età e la parentela. La mafia siciliana estende la sua mano anche sui ristoranti londinesi a partire proprio da quello del cugino.
L’ultimo film per il cinema di Franco Rossi è L’altra metà del cielo (1977), una commedia brillante interpretata da Adriano Celentano, Monica Vitti, Venantino Venantini, Mario Carotenuto, Paolo Paoloni, Glauco Onorato e Gianfranco Barra. Don Vincenzo (Celentano) e la prostituta Susanna (Viotti) si ritrovano in un paesino australiano dove finiscono per innamorarsi l’uno dell’altra. Il soggetto deriva dalla commedia Romancero (1958) di Jacques Deval, sceneggiato per il cinema dal regista con la collaborazione di Maurizio Costanzo e Augusto Caminito. Il film non possiede grandi idee né invenzioni di regia, ma sia Celentano che la Vitti sono bravi e – specialmente il primo – garanzia di successo al botteghino.
La carriera di Franco Rossi si conclude in televisione dove realizza molti sceneggiati a carattere storico e alcune fiction interessanti: Storia d’amore e d’amicizia (1982), Quo vadis? (1984), Lo scialo (1987), Un bambino di nome Gesù (1988), Un bambino di nome Gesù – L’attesa (1990), Ci sarà un giorno – Il giovane Pertini (1993) e Michele va alla guerra (1994).