Fred Astaire, un viso che incantava il grande schermo

Articolo di Paolo Quaglia

Era champagne in un mondo di birra, questa frase è stata dedicata a uno dei più grandi intrattenitori di tutti i tempi. La sua capacità di trasformare in poesia qualsiasi cosa è evidente avendo la voglia e la curiosità di approfondire uno dei suoi innumerevoli lavori. Ballerino, cantante, attore e showman fu la vera medicina che permise al popolo americano di passare attraverso una grande depressione economica , quella del 1929 e una guerra mondiale. Il suo viso proiettato sul grande schermo ammantava di magia alcune ore in giornate dove i dubbi s’insinuavano nelle esistenze.

Non esiste un modo di presentarlo perché nessuno potrebbe farlo come lui, ma è abbastanza citare un nome e un cognome per far correre la mente ad almeno un ricordo felice. Allora per citare la frase di cui sopra “meglio dello champagne c’ è Fred Astaire”. Descrivere a pieno cosa è stato questo artista è impossibile, la sua classe sembra appartenere a un mondo così lontano che guardandolo oggi viene perfino il dubbio che non sia mai esistito. Formatosi come ballerino, lavorava in coppia con la sorella Adele, ha contribuito alla creazione del varietà essendone testimone diretto.

Dalle riviste del vaudeville fino a Broadway Astaire ha una carriera prima di iniziare a fare cinema, che parla da sola. Lui e la sorella si sono esibiti in ogni teatro della zona di New York prima di approdare a Londra e tornare negli Stati Uniti per alternare il palcoscenico al grande schermo, industria che in quel periodo pescava artisti da ogni dove. Nato in una provincia del Midwest Fred ha sempre creato numeri di danza e l’ha fatto attraverso la sua grande curiosità nello sperimentare nuove tendenze. Quando ballare era una cosa particolarmente dogmatica Mr Fred ha proposto contaminazioni e passi presi da altre culture come il Tip Tap portandolo in poco a essere estremamente popolare. La svolta nella carriera del più grande ballerino di sempre arriva quando Adele, sua compagna di lavoro, decide di abbandonare la danza per dedicarsi al suo ruolo di moglie e madre. Astaire decide di continuare da solo reinventando se stesso in un ruolo che lo ha reso immortale.

Cappello a cilindro Mark Sandrich 1935

Un ballerino s’innamora a prima vista della bella indossatrice conosciuta per caso nel ridotto di un grande albergo. Dopo un corteggiamento serrato, la ragazza ricambierà il sentimento ma un fraintendimento complicherà tutto. Il film è una vera e propria esperienza estetica, un viaggio attraverso gli anni trenta, dove l’atmosfera, ancora magica, faceva dimenticare ogni preoccupazione.

Cappello a cilindro è il quarto film che Fred gira con Ginger Rogers e rappresenta uno dei punti più alti del musical medicina. Essenzialmente una commedia romantica, il film può contare su un’ottima sceneggiatura e delle canzoni in grado di smuovere qualsiasi anima. La famosa scena del ballo sulle note di Cheek to cheek è molto patinata e allo stesso tempo un tranquillante per i sensi.

La delizia con cui la coppia esegue i numeri di danza ha dell’incredibile e la sua forza ipnotica fa dimenticare tutto il resto. Un cinema che aiutava a evadere le persone regalando due ore dove le preoccupazioni erano dimenticate ascoltando ottima musica e ammirando storie che è bello immaginare possibili. Il musical in quegli anni partiva da soggetti molto più melensi , in cappello a cilindro è la commedia l’unica base su cui viene costruita l’intera vicenda, scelta coraggiosa. Un cinema di cuore che, visto oggi, rimane insostituibile per la serenità che riesce a trasmettere .

Spettacolo di varietà Vincente Minelli 1953

Una star sul viale del tramonto chiede e ottiene di produrre il musical del rilancio a ricchi investitori. Adattato in maniera bizzarra, lo spettacolo diventerà una farsa, le cose cambieranno quando la forma originale tornerà di scena. Spettacolo di varietà è lo spirito del musical e di tutto quel periodo dell’intrattenimento legato indissolubilmente alle favole. Il regista porta la malinconia di un mondo, quello degli inizi del novecento, che stava terminando.

Fred Astaire , qui ultra cinquantenne, pesca nella sua vita per portare tutte quelle emozioni di un artista dimenticato che prova a riportare il suo talento a disposizione delle masse. Un’operazione nostalgia perfettamente riuscita che parla di teatro e di quelle emozioni che stavano cambiando. Il pubblico non era più affascinato dal puro intrattenimento e i nomi legati a vent’anni prima stavano vivendo una stagione meno patinata. Astaire riesce a riportare la sua abilità sullo schermo utilizzando quella punta di romanticismo mischiata a un’autoironia necessaria a esorcizzare la tristezza del cambiamento.

I numeri di danza sono “luccicanti” e mantengono lo stesso stile che vent’anni prima aveva decretato il successo di molte riviste. Un cinema di puro intrattenimento ottimamente costruito da Minelli e da coreografo Michael Kidd che vede il “ballerino per eccellenza” duettare con la giovane Cyd Charisse cancellando i quasi vent’anni in più. I dialoghi sono spumeggianti e scritti a regola d’arte per esaltare alcune canzoni, come Shine on your Shoes o Girl Hunt, ultimi veri lasciti di un musical che fu.

Cenerentola a Parigi Stanley Donnen 1957

Fotografo di moda ingaggia bella libraia per fare una carriera da modella. Le cose andranno bene fino a quando la rivista non organizza un viaggio a Parigi. La malcapitata cadrà vittima del fascino di un filosofo dagli scopi poco nobili. Ennesima prova di come Fred Astaire sia sempre in grado di reinventare se stesso riuscendo, attraverso la classe, a colmare quella distanza che lo stile fine anni cinquanta imponeva. Recitando in coppia Audrey Hepburn Fred dimostra come passano gli anni e le partner, ma la sua capacità di esaltarsi ed esaltare la compagna di lavoro rimane immutata.

Il film è una commedia romantica che ironizza sulla società di quel periodo. Dallo strapotere delle riviste femminili alla filosofia esistenzialista il regista Stanley Donnen confeziona un ritratto allegro, dove la stellina Hepburn gioca il ruolo di ponte tra più generazioni di spettatori. Un classico del buon’umore dove la sceneggiatura accompagna i numeri musicali creando un’atmosfera simile a quella dei capolavori del passato.

Vedere Fred Astaire accanto a una donna più giovane potrebbe sembrare un azzardo ma l’attore riesce a inserirsi nella vicenda con un tono leggero e senza marcare le tinte di un rapporto improbabile da ipotizzare. La ricostruzione di Parigi ha una fotografia luminosa e squisitamente eccessiva come nelle migliori fiabe Disney.

Ti amavo senza saperlo Charles Walters 1948

Un ballerino viene abbandonato dalla compagna ingaggiata per un grande spettacolo di Broadway. Dopo una prima fase di sconforto l’uomo, che è anche compositore, ingaggerà una sostituta. La ragazza è una cameriera, dalla voce splendida, cui l’uomo insegnerà tutti i trucchi del mestiere. Ennesimo esempio di come il musical sia territorio naturale per Astaire, qui in coppia con Judy Garland, il film è una deliziosa commedia infarcita di numeri di danza notevolissimi. Il soggetto simil E’ nata una stella è qui sviluppato in maniera impeccabile grazie a una sceneggiatura a metà tra l’ironico e il sentimentale. Un cinema di stampo classico in grado di garantire quella simpatica evasione che il pubblico apprezza da sempre. La Garland è una compagna di viaggio perfetta per Fred che utilizza la sua profonda esperienza per completare le abilità palesi della cantante. La colonna sonora di Irving Berlin mette insieme canzoni del passato con nuovi pezzi arrangiati in maniera eccellente. Stepping out with my baby vale l’intera colonna sonora ma anche A couple of swelles (ballato in coppia dai protagonisti) è un vero classico ancora oggi in grado di emozionare. TI amavo senza saperlo è un titolo da riscoprire per approfondire il lavoro di Fred Astaire e il musical classico in generale.

Il piacere della sua compagnia George Seaton 1961

Seduttore seriale sul viale del tramonto torna a casa per assistere al matrimonio della figlia. A casa lo aspetta l’ex moglie, che non lo ha mai dimenticato del tutto, indaffarata con i preparativi per le nozze. La figlia rimane affascinata dai racconti di vita del padre fino a convincersi a seguirlo per il mondo rinunciando a sposarsi. L’uomo cerca di dissuadere la ragazza ad abbracciare il suo stile di vita, ma la prossima sposina ha ben altri obiettivi.

Il film di Seaton è una commedia agrodolce senza alcun numero di ballo che mette in luce tutto il talento comico di Astaire. Il playboy Pogo Pole è un uomo essenzialmente solo che non perde il piacere di una battuta o di emozionare attraverso aneddoti al limite del reale, un uomo come Fred, dall’avvenire dietro le spalle ma ancora capace di affascinare. Il film rientra nella commedia d’altri tempi (lo era già nel 1961) capace di far sorridere ma anche di insegnare qualcosa. Dialoghi divertenti descrivono perfettamente gli stati d’animo di due generazioni alle prese con uno sposalizio. Debbie Raynolds nel ruolo dell’ex moglie rappresenta perfettamente quel passato fatto di star il cui fascino rimane indelebile al passare del tempo.

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