La cronaca di un’evasione che fece storia. L’isola di Alcatraz era considerata la prigione per eccellenza in chiave sicurezza. Una notte del 1962 tre detenuti riuscirono nell’impossibile. Attraverso un piano ben congegnato i galeotti scapparono da “the Rock” facendo perdere per sempre le loro tracce. Prima di allora qualsiasi tentativo di uscire da Alcatraz era finito con la cattura o la morte di chi ci aveva provato.
Fuga da Alcatraz è un film del 1979 diretto da Don Siegel. Capolavoro del cinema carcerario rimane esempio di come unire intrattenimento e spessore nella medesima pellicola. La totale assenza di azione esalta l’attesa per l’evento culminate. Dopo aver introdotto tutti i personaggi nella prima parte, si passa preparazione del piano descritto in ogni dettaglio.
Particolare credibilità alla vicenda è attribuita dall’approfondimento sulle personalità di protagonista e comprimari scelta che crea empatia con lo spettatore. Clint Eastwood, nel ruolo principale, mantiene una recitazione sottotraccia riducendo al minimo qualsiasi sentimento. Uno stile, quello di Siegel , che rinuncia alle convenzioni di genere per rendere l’atmosfera quotidiana del carcere il più reale possibile. La sceneggiatura, non particolarmente mascolina, ha il compito di umanizzare i personaggi sia positivi sia negativi.
Un film che rinuncia al clamore dell’azione e arriva attraverso la semplicità dell’imprevedibile. Il ritmo cresce di pari passo allo scorrere dei minuti fino a un finale senza certezze. Girato totalmente ad Alcatraz Fuga mostra come la vita dietro le sbarre possa diventare sopportabile. Molto interessante è la prima parte dove la comunità carceraria è presentata nella routine quotidiana con bella mostra di accettazione ma anche di speranza. L’universo che Siegel mette in scena è rassegnato ma non totalmente vinto. I dettagli per sopravvivere sono la pittura o un semplice topolino da accudire, particolari che il film rende parte integrante alla descrizione di un mondo..