“Generazione low coast”, un lavoro interessante che non ha paura di ritrarre Istagram come la realtà

Articolo di Paolo Quaglia

Hostess lavora per una simil Rayanair con dovizia e professionalità. La ragazza copre perfettamente il suo ruolo di cameriera \venditrice in volo girando l’Europa in stile automa. Tra profumi e aranciata Cassandre vive in attesa di passare a una compagnia rinomata. Il tempo libero lo trascorre in una casa alle Canarie dove, assieme ai suoi colleghi coinquilini, prova a essere giovane. Tra uscite alcoliche social e volo la routine scorre fino a quando un evento inaspettato la costringerà a una scelta improrogabile.

Generazione low coast è il nuovo film dei registi Julie Lecoustre e Emmanuel Marre. Attraverso un taglio documentaristico la coppia propone uno spaccato di realtà che descrive anime incastrate in una quotidianità del tutto particolare. Le compagnie a buon mercato obbligano il personale di volo a turni massacranti senza alcune garanzie di crescita. Il film riflette sulle esistenze bloccate di lavoratori dal futuro incerto cui non rimane che sperare in una chiamata da realtà più consolidate.

La sceneggiatura sembra improvvisata direttamente dagli attori e descrive perfettamente le fasi di giornate che si ripetono. Sullo schermo vanno tutte le piccole ritualità che fanno del volo una sorta di recita ripetitiva e a tratti inutile, una scelta che rende Generazione Low coast il vero e proprio manifesto di una categoria poco conosciuta. Professionisti che non possono fare progetti, visto il quoziente rischio del mestiere, si limitano a socializzare tra loro o tramite social ritagliandosi qualche minuto di una serenità a scadenza.

La protagonista è cresciuta nella certezza che gli spostamenti accessibili tra paesi fossero un bene assoluto ma trovandosi impiegata nel settore il suo giudizio viene meno. Il film ritrae un mondo senza certezze utilizzando un linguaggio dove la brevità, soprattutto nei sentimenti, è la chiave di volta per sopravvivere. Cassandre è lontana dalla sua vita stessa , quella che Generazione ritrae è l’estensione di una professione a terra che si mischia a status. Un lavoro interessante che non ha paura di ritrarre Istagram come la realtà.

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