“Comunicare la Bellezza attraverso l’Arte ed il Creato” è il tema scelto per una giornata di formazione e ritiro spirituale per giornalisti e operatori della comunicazione. Si terrà sabato 3 luglio, nei locali del “Seminario estivo centro studi Mons. Arista” di via provinciale per Santa Maria Ammalati 241, ad Acireale, a partire dalle 9.45. Si tratta di un’iniziativa promossa per celebrare la Giornata delle comunicazioni sociali dalla testata giornalistica la “Voce dell’Jonio” e dall’“Associazione culturale Orazio Vecchio”, intitolata al fondatore del giornale, con la collaborazione dell’Ufficio per la pastorale della cultura e dell’Ufficio per le comunicazioni sociali della Diocesi di Acireale, il Centro di Servizio per il volontariato e etneo e la delegazione siciliana dell’Ucsi Unione Cattolica Stampa Italiana.
Comunicare la Bellezza attraverso l’Arte e il Creato: gli argomenti – Saranno argomenti fondanti della giornata, valida per sei crediti formativi e già opzionabile nella piattaforma SIGEF per i giornalisti, il racconto giornalistico e la comunicazione dell’ambiente e delle arti principali. Deontologia, etica, tecnica e mondo del volontariato incroceranno così la comunicazione nella e della pittura, tra ricerca del design e comunicazione dell’ispirazione artistica. Come anche la comunicazione nella e della musica e quella peculiare della fotografia, tra informazione e ispirazione. Vi sarà spazio specifico per la comunicazione nella letteratura e la storia, per la danza e, negli intermezzi, per l’intrattenimento musicale coerente con le tematiche dell’iniziativa. La giornata sarà divisa in due momenti, quello mattutino e quello pomeridiano. Vi sarà possibilità di pranzo in loco, fino a circa 30 posti, per i professionisti che si prenoteranno all’indirizzo segreteria@vdj.it.
Comunicare la Bellezza attraverso l’Arte e il Creato: i relatori – In mattinata, a partire dalle 9.45, dopo i saluti introduttivi del Vescovo della Diocesi di Acireale, mons. Antonino Raspanti, vicepresidente CEI per il SUD, prenderanno la parola Giuseppe Patanè, artista, fashion designer e stilista, Rita Messina, docente e giornalista, Giuseppe “Alosha” Marino, artista “danzastorie” di Sicilia, e Vincenzo Morgante, giornalista direttore di Tv2000.
Nel pomeriggio, a partire dalle 15.30, si alterneranno al microfono Giuseppe Vecchio, direttore della Voce dell’Jonio, su deontologia ed etica giornalistica, Katia Musmeci, musicologa e giornalista, e Massimo Vittorio, fotoamatore e docente di storia. La seconda parte del pomeriggio proseguirà nella vicina chiesa di Santa Maria Ammalati, ove interverranno Giusy Spina, esperta in conservazione beni culturali, e Letizia Franzone, teologa, coautrici del libro “Opere di un viaggio: bellezza attraverso arte sacra della Chiesa”. A moderare le sessioni sarà Mario Agostino, giornalista responsabile web/social della Voce dell’Jonio. Impreziosiranno la giornata, attraverso le loro performance canore, il cantante Salvo Greco, la Schola Cantorum Maria Salus Infirmorum della parrocchia di Santa Maria Ammalati e il gruppo Onde Verdi 72.
Comunicare la Bellezza attraverso l’Arte e il Creato – La giornata si propone di ricordare al mondo della comunicazione e non solo, l’importanza di comunicare la Bellezza che, per chi è il dono della fede, è Dio, espressa nelle diverse realtà, come l’Arte ed il Creato. Dentro il contesto storico in cui l’uomo di oggi vive, dove sembra smarrito il senso del bello, del giusto e del vero, l’annuncio che sgorga dall’incontro con la Bellezza diventa essenziale. Saper cogliere le tracce di bellezza presenti nel Creato ed espressa nelle diverse forme artistiche infatti, denota l’aver compreso quell’armoniosa unità esistente tra estetica ed etica. Così come l’inscindibile relazione tra tutte le creature e queste con il loro Creatore. La realtà della bellezza infatti, non può separarsi dal concetto di “Relazione”. Poiché ogni relazione umana generata dalla relazione perfetta, che è quella Trinitaria, è chiamata a diventarne sua espressione.
Il concetto di Bellezza – Da sempre il concetto di “Bellezza” è al centro del pensiero filosofico e teologico nella cultura orientale ed occidentale. Nel mondo greco, il termine “Kalòs” indicava ciò che era bello e buono allo stesso tempo. Nei testi biblici, il termine ebraico “ Tob” indica ciò che è buono, vero e quindi bello. Da sempre quindi, la bellezza corrisponde all’espressione armoniosa di diverse realtà che provengono e convergono tutte nell’unico fine che allo stesso tempo ne è la fonte: Dio. Tutto il Creato rivela la bellezza di Dio. Ogni singola creatura, a suo modo, esprime questa bellezza nella realtà a cui è stata chiamata a diventare. I fiori, gli alberi, il sole, la luna, le stelle, gli animali, l’acqua, il vento, il mare ecc. Tutte queste realtà rivelano una scintilla di quella bellezza creatrice, essendo in tal senso degne di essere custodite e coltivate.
L’uomo, vertice e custode – Al vertice di questa creazione Dio ha messo l’uomo, creato a sua immagine e somiglianza, al quale ha affidato il compito di custodire e coltivare questa bellezza. Aiutarla, cioè, ad esprimere tutta la sua potenzialità di bene e di armonia. L’uomo dunque porta dentro di sé ontologicamente la vocazione a custodire ed annunciare la Bellezza, attraverso le diverse espressioni di quest’unica vocazione. L’Arte in genere, in tal senso, diventa espressione di quella scintilla dell’infinita bellezza che Dio ha messo nel cuore di ogni essere umano. Affinché la respirasse, contemplandola ed esprimendola con la sua opera. L’ambito giornalistico e il settore della comunicazione in genere, per loro stessa funzione sociale, assumono la responsabilità di farsi comunicatori di verità, di bontà e quindi di bellezza.
Il mondo della comunicazione professionale come vocazione – Il mondo della comunicazione non va pertanto visto come una professione dentro la quale scalare le vette del successo e della ricerca esasperata degli scoop. Ma va vissuto innanzitutto come vocazione che porta ad essere annunciatori di un incontro. Nel messaggio in occasione della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali del 24 gennaio scorso, dal tema: “Vieni e vedi” (Gv 1,46 ), papa Francesco invita il mondo delle Comunicazioni Sociali a seguire l’invito stesso fatto da Gesù ai suoi primi discepoli: “Vieni e vedi”. Quest’invito, afferma il Papa, è il “Metodo più semplice per conoscere una realtà. E’ la verifica più onesta di ogni annuncio, perché per conoscere bisogna incontrare, permettere che colui che ho di fronte mi parli, lasciare che la sua testimonianza mi raggiunga”. Solo entrando dentro l’esperienza dell’incontro con la realtà e con l’altrui realtà, si può essere autentici comunicatori.
“Fare notizia” o “comunicare la notizia”? – Diventa doveroso e onesto allora, interrogarsi sul proprio modo di comunicare. Ha il fine di “fare notizia”, oppure ha quello di “annunciare o comunicare la notizia”? Questo cambio di prospettiva converte il modo di essere di un giornalista e di un comunicatore sociale. Solo chi annuncia la notizia, si mette al servizio della Verità. Chi fa notizia, invece, si mette al servizio di sé stesso. Convertire allora il fine ed il modo di comunicare, facendo esperienza dell’incontro con la Bellezza, diventa necessario per diventare autentici missionari dell’annuncio della Verità. Nutrendosi così della parola di Dio per diventare comunicatori di senso e non divulgatori di vuote parole. “Andando e vedendo”, per toccare la realtà e sentirne tutta la sua fatica e la sua bellezza.