Vi anticipo in poche parole la sinossi, perché il film non va spiegato più di tanto, la suspense e la tensione sono la miglior qualità di un’opera felice e risolta, mentre la sceneggiatura è misteriosa e intrigata al punto giusto. La giovane Frances, ancora colpita dalla morte della madre, in crisi di rapporti con il padre, vive in un appartamento insieme a una giovane amica e conosce per caso Greta, una ricca vedova solitaria. Tra le due donne nasce un forte legame che poco a poco diventa un’amicizia morbosa. Mi fermo qui con la storia, il resto va scoperto sequenza dopo sequenza fino a un rocambolesco finale aperto che lascerebbe spazio per un Greta 2. In realtà il regista dopo questo film – dimenticato e poco visto – è stato inattivo per ben quattro anni, tornando dietro la macchina da presa soltanto con Marlowe (2022). Neal Jordan è un Premio Oscar non per caso (La moglie del soldato), autore di opere notevoli come Intervista col vampiro, Mona Lisa, In compagnia dei lupi, maestro del thriller e dell’horror, sia soprannaturale che possibile, confeziona opere d’intrattenimento ben strutturate, di solito interessanti. Greta è una produzione tra Stati Uniti e Irlanda, anche perché il regista è un britannico nativo di Sligo, la pellicola è stata presentata al Toronto Film Festival per essere distribuita male, soprattutto in Italia, dove non è stata neppure tentata la strada della sala ed è uscita sul mercato Home Video. Greta ottiene la sua prima buona diffusione solo in televisione, giovedì 25 maggio, seconda rete nazionale, in prima serata. A mio parere il film è più horror che thriller perché gioca tutte le sue carte sulla malattia mentale, sulle inquiete presenze, quasi demoniache, di una squilibrata che segue una ragazza ai limiti dell’ossessione, per poi rapirla e tenerla sequestrata in casa. La tensione è palpabile a ogni sequenza, la fotografia oscura e angosciosa (Seamus McGarvey), gli interni claustrofobici, le soggettive inquietanti, alternate a panoramiche e a piani sequenza che infondono mistero alle scene d’azione. Un buon lavoro, completato dall’interpretazione eccellente di Isabelle Huppert, orrorifica al punto giusto con uno sguardo inquietante e morboso, mentre Grace Moretz presta un volto angelico alla figura di ragazza impaurita in preda alla follia di un’ossessione malata. Ricercate le musiche di Javier Navarrete. Montaggio sincopato di Nick Emerson, perfetto per un horror d’atmosfera. Se non l’avete visto Greta è recuperabile su RaiPlay. Ve lo consiglio caldamente …
Regia: Neil Jordan. Soggetto: Ray Wright. Sceneggiatura: Ray Wright, Neil Jordan. Fotografia: Seamus McGarvey. Montaggio: Nick Emerson. Effetti Speciali: Kevin Byrne, Zoltán Benyó, Tom Tumbull. Musiche: Javier Navarrete. Costumi: Joan Bergin. Scenografia: Anna Rackard. Produttori: Lawrence Bender, James Flynn, Sidney Kimmel, John Penotti, Karen Richards. Case di Produzione: Sidney Kimmel Entertainment, Showbox, Starlight Culture Entertainment Group, Screen Ireland, Lawrence Bender Productions, Metropolitan Films, Little Wawe Productions. Distribuzione: Koch Media. Lingua Originale: Inglese. Paesi di Produzione: USA, Irlanda. Anno di Produzione: 2018. Durata: 98’. Genere: Horror, Thriller. Interpreti: Chloe Grace Moretz (Frances), Isabelle Huppert (Greta), Maika Moroe (Erica), Colm Feore (Chris), Zawe Ashton (Alexa), Styephen Rea, Parker Sawyers.