Esiste un aggressore, la Russia, il cui comportamento va stigmatizzato. E chi potrebbe non essere d’accordo? Ma appurato ciò, bisogna, innanzitutto, considerare l’importanza della vita umana, di ogni singola vita umana, anche quella dei nostri nemici. Mi pare che in Italia su tale aspetto (mi limito a parlare del nostro Paese), ci sia, diciamo così, una certa smemoratezza, almeno da parte della politica che continua ad alimentare la guerra con strumenti di morte. Grazie a Dio i miei connazionali, malgrado i loro difetti, talvolta sanno dimostrarsi migliori della loro classe politica. Difatti un recente sondaggio attesta la contrarietà della maggioranza degli italiani al rifornimento di armi all’Ucraina (armi che, oltretutto, pare finiscano nelle mani di truppe mercenarie).
Il compito nostro, d’un popolo, ormai spossato da due anni d’una guerra contro un nemico insidioso, crudele, invisibile che solo in Italia ha già mietuto quasi 160.000 vittime, dovrebbe esaurirsi in una condanna morale della Russia e nell’ubbidire, più di ogni altra cosa, ad un principio universale di solidarietà che prevede di sfamare e di ospitare il fratello che fugge dalla guerra.
Siamo entrati in siffatto conflitto armato come dei fessi facendoci coinvolgere in un gioco, complesso e pericoloso, che è al di sopra di quanto possano sopportare le nostre gracili spalle. Le mammole che ci governano, allorquando i russi ci hanno minacciato, si sono stupite, indignate. Noi forniamo armi ai loro nemici (quindi difatti siamo nella sostanza cobelligeranti dell’Ucraina) e ci sorprendiamo se poi ci aggrediscono? Cosa dovrebbero fare i nostri nemici, indiscutibilmente nemici? Mandarci qualche confezione di vodka per ringraziarci!? O perché no? Il raro caviale bianco confezionato in scatole d’oro a 24 carati?
Ho molto apprezzato il comportamento responsabile di Israele che, pur condannando la guerra, si è guardata bene dal fornire armi all’Ucraina. Invece ha assunto il complicato ruolo di mediatore, incarico che, per comprensibili ragioni, avrebbe dovuto svolgere l’Europa compatta anziché prestarsi ad assecondare una linea bellicosa. Io sono un cultore del Risorgimento italiano, del patriottismo, ma ci stiamo riferendo ad un periodo in cui i contendenti si affrontavano con schioppi e baionette e, soprattutto, questo aspetto è fondamentale, i civili venivano coinvolti solo marginalmente e le città, anche volendo, non potevano essere rase al suolo come accade nell’epoca coeva. Per concludere: eviterei un approccio manicheo a questa terribile situazione.
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