Larita, vicina di casa del famoso scrittore Ernest Hemingway che vive nella sua fattoria La Vigía, nel quartiere di San Francisco de Paula, all’Avana, stabilisce un parallelo tra la sua vita e quella del vecchio pescatore del romanzo Il vecchio e il mare. Sogna di terminare la secondaria e di frequentare l’Università negli Stati Uniti, ma le sue umili origini impediscono la realizzazione del progetto.
La pellicola è ambientata nel 1956, mentre a Cuba sta cambiando qualcosa e si comincia a preparare la rivolta contro il tiranno Batista. Fernando Pérez realizza un film storico rigoroso dotato di ottima musica anni Cinquanta e ambientazione perfetta, ma soprattutto gira una bella storia scolastica sullo sfondo di un amore adolescenziale. Larita è la protagonista assoluta e il suo carattere di ragazzina sognatrice è molto approfondito dalla sceneggiatura. Vive con la madre in casa della zia e del marito, perché il padre è scomparso e non ha mai voluto riconoscerla, ma la cugina Flora è come se fosse una sorella. Ama studiare, legge molto, vorrebbe laurearsi negli Stati Uniti in Letteratura e Filosofia, ma in casa non ci sono possibilità economiche perché lo zio perde il posto di lavoro e soltanto Flora porta uno stipendio. Larita conosce i romanzi di Hemingway grazie al vecchio libraio Tomás che la invita a leggere Il vecchio e il mare. La ragazza – che ogni tanto vede lo scrittore alla finestra della sua casa – si appassiona alle vicende del pescatore Santiago, si immedesima nella lotta contro il pesce e pensa che anche lei con la forza di volontà potrà raggiungere i suoi sogni. Larita si innamora di Victor, un compagno di scuola antibatistiano che sta costituendo un’associazione per i diritti degli studenti e non approva la sua decisione di studiare lontano da Cuba. Tiene un diario dove annota desideri e sogni tipici della sua età: possedere un’auto, avere una bella presenza, laurearsi e diventare una scrittrice famosa. Fernando Pérez racconta una bella storia di sentimenti senza cadere mai nel sentimentalismo e al tempo stesso fa un importante discorso sociale sulla difficoltà di studiare per chi appartiene alle classi meno abbienti. Il regista riflette anche sulle prime contestazioni studentesche nei confronti delle imposizioni di regime e documenta gli arresti di studenti davanti alle scuole. Si tratta di una storia familiare e d’amore che conserva sullo sfondo il personaggio di Hemingway come un fantasma impalpabile e soprattutto si dipana secondo le parole del suo romanzo. Un’ottima fotografia anticata in quattro colori ci conduce negli anni Cinquanta, molte immagini di Cojimar, Centro Avana, Malecón e San Francisco de Paula conservano il sapore del passato. Il tono della storia è malinconico, scorre su una musica languida e a tempo di bolero che sottolinea il senso di sconfitta e la perdita dei sogni. Victor viene arrestato insieme alla professoressa quando a scuola scoppiano i primi disordini e Larita viene esclusa dalla selezione per l’università a causa delle umili origini. La realtà fa morire il sogno, Larita si trova sola di fronte al mare, vede Hemingway da lontano e scrive sul diario che qualcosa è cambiato. Il finale è amaro ma realistico e ispirato alla vita, perché mostra Larita al lavoro mentre serve un caffè alla professoressa che l’ha esclusa dall’università. Le frasi de Il vecchio e il mare chiudono la storia mentre il volto sorridente di Hemingway compare come in un sogno lontano.
Regia: Fernando Pérez. Durata: 90’. Produttore: ICAIC (Cuba). Distributore: Distribuidora Internacional de Películas ICAIC. Soggetto e Sceneggiatura: Mayda Royero. Produzione: Ricardo Ávila. Fotografia: Julio Valdés. Montaggio: Jorge Abello. Musica: Edesio Alejandro. Suono: Carlos Domínguez. Direzione Artistica: Onelio Larralde. Interpreti: Laura de la Uz, Raúl Paz, José Antonio Rodríguez, Martha del Río, Herminia Sánchez. Premi: Miglior Interpretazione Femminile e Menzioni di Merito, Festival Internazionale Nuovo Cinema Latinoamericano (1990); Premio della Stampa, Festival Latino di New York (1991); Migliore Musica, Festival Latinoamericano di Trieste (1991); Migliore Fotografia, Festival di Cartagena (1991); Premio Goya alla Miglior Pellicola Straniera in Lingua Spagnola (1992).