Holan e Di Giovanni: la dimensione del terzo cuore

Articolo di Cosimo Abbatepaolo

La letteratura Ceca vanta un repertorio poetico di grande spessore, le voci del XIX e XX secolo hanno elevato la nazione a quella  poetica che si rivolge all’uomo con tutti i suoi drammi,  le gioie ed i dolori. Pensiamo a Kafka, o al Poeta  Vladimir Holan, questi diceva che la poesia è sempre rivolta a qualcuno, ma il poeta stesso si allontana dal mondo per generare il “terzo cuore”, ovvero il grado più alto della sensibilità dove l’emittente ed il ricevente si fondono in una unica dimensione d’amore. Holan è il poeta surrealista, intimista, metaforico, che ama il silenzio, dimensione del perdersi e ritrovarsi, il poeta dei valori della carità, versi spesso astratti che bisogna leggere più volte per capirne la bellezza essenziale.  

A questo punto è necessario chiedere al poeta Bartolomeo-Theo Di Giovanni, conosciuto con lo pseudonimo di Theo Scalzo44,cosa ha ritrovato nei poeti della Repubblica Ceca, è  necessario premettere che Theo è stato tradotto in russo, alcuni componimenti in tedesco, ed in rumeno, oltre che in arabo e israeliano,   ha detto semplicemente  che ama scoprire il significato del  linguaggio poetico che accomuna le diverse lingue. Esprimersi poeticamente è il ponte che ci permette di transitare nell’animo umano. Infatti è uno dei pochi poeti che cerca di creare  un sano dialogo culturale con le nazioni spesso bersagliate da regimi restrittivi, ricordiamo il suo impegno, grazie alla scrittrice Olga Ravchenko, a sostegno, nel 2020, del popolo Bielorusso, che ancora oggi è sotto regime. Quindi, oltre che parole e sentimenti c’è anche il dovere civico e l’impegno verso la difesa dei diritti degli artisti. Di seguito si propone una lirica tradotta in lingua ceca da Jeanette Roman,  praghese e studiosa di lingue dell’Europa  centrale. 

Il componimento esprime quanto la forza dell’amore  sia capace di realizzare tutto ciò che per il mondo apparente sembra impossibile, ma al tempo stesso l’autore è consapevole che per amare è necessario un cuore poetico, probabilmente diverso dal comune, come se un poeta debba amare ed essere ricambiato da un altro poeta. Infatti chiede accoratamente alla persona amata di accogliere questo amore che non è futile, ma devoto.  Sembra quel rimbombare del terzo cuore tanto caro ad Holan, infatti Theo è lontano dal significato di amore esteso negli animi di una maggioranza che ne  ha sfregiato il sublime significato. 

Řekni mi, že tě moje láska nikdy neomrzí,/Řekni mi, že nikdy nebudu/jako nesnesitelný bolus,/ 

Mé kotníky chtějí zkrátit vzdálenost,/žít v tvé sluneční mlze./Žil jsem lásky bez patosu,/všechny rány umrtvené srovnáváním jsem oplakal./Často si přeji, aby básníkova láska zažila sled /experimentů vybavených odvahou, snášet krásu trápení./Snad jednoho dne přijde ruka ze stínu,/ aby mě odstranila od těch, /kdo před mými slovy dávají přednost alibi vyprahlé suti./Trvám na tom s tebou, nekonečná myšlenko/bez utišení…/Chci tě vzít do vzduchu nad rozlehlými podzimními poli.  

Theo-Scalzo44 

Dimmi che non sarai stanco del mio amore,/Dimmi che non sarò mai /come un bolo insopportabile,/ 

Le mie caviglie vogliono recidere la distanza,/per vivere sulla tua bruma assolata./Ho vissuto amori senza la smania del pathos, /ho pianto tutte le piaghe mortificate dai paragoni./Spesso vorrei l’amore di un poeta per provare il susseguirsi /di sperimentazioni equipaggiate dal coraggio /di sopportare la bellezza del tormento./Forse un giorno arriverà una mano dall’ombra per togliermi da chi davanti le mie parole /preferisce l’alibi di aridi detriti./Insisto con te, interminabile pensiero  senza quiete…/ 

Voglio portarti a volare sulle distese dei campi di autunno. 

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