Humberto Solás Borrego nasce nel 1941 all’Avana, città nella quale muore nel 2008. Laureato in storia all’Università dell’Avana, si dedica ben presto al cinema, sua vera passione, fino a diventare una figura importante della cinematografia cubana e uno dei fondatori del Nuovo Cimema Latinoamericano. Il suo lavoro all’interno dell’ICAIC lo vede operativo come assistente e produttore, debutta come regista nei primi anni Sessanta con il mediometraggio Manuela (1966) e gira una pellicola come Lucía (1968), considerato uno dei dieci film più importanti del cinema ispano americano e uno dei lavori cinematografici più importanti del Terzo Mondo. La sua opera può dirsi umanista nel vero senso della parola, sempre alla ricerca di un’identità nazionale e latinoamericana in funzione degli ideali di pace, armonia e giustizia sociale. Possiamo vedere questo atteggiamento in molte pellicole di derivazione letteraria che tentano di giustificare un assunto programmatico: Cecilia (1982), Amada (1983), Un hombre de exito (1985)e El siglo del las luces (1991). Nel polemico film Miel para Oshún (2001) esprime il desiderio di unità tra tutti i cubani, senza differenze di razze, religioni e differenze politiche. Barrio Cuba (2005) è ancora più critico sulla situazione quotidiana, racconta senza finzioni la vita quotidiana che scorre tra mancanze, contraddizioni e problemi. L’estetica di Solás consiste in un’appassionata sperimentazione che raccoglie l’eredità classica del neorealismo italiano, di Eisenstein, di Orson Welles e di molte figure chiave della cinematografia cubana, ma la rende attuale nelle prospettive dell’avanguardia cinematografica contemporanea. Solás fonda il Festival Internazionale del Cinema Povero – una mostra alternativa che ogni anno si tiene a Gibara – e lotta con tutto se stesso per la democratizzazione e per la libertà di un cinema realizzato con poche risorse. Per il regista cubano costituiscono elementi fondamentali sia un’accurata ricerca narrativa che una piena libertà di espressione. I film di Solás partecipano a festival importanti come Cannes, Venezia, Mosca, Toronto, Montreal e L’Avana. Il regista ottiene premi prestigiosi a San Sebastián, Huelva, Cartagena, Mosca, Karlovy Vary, Milano, Tokio, Barcellona, Cadice e al Festival del Nuovo Cinema Latinoamericano dell’Avana. La sua pellicola Un Hombre de éxito è il primo film cubano della storia che viene candidato all’Oscar come miglior film straniero. Molte riviste e quotidiani si occupano del suo lavoro: New York Times, Film Quaterly, El País, Le Monde, Cahier du Cinema e molti altri media internazionali. Nel 2005 ottiene il Premio Nazionale del Cinema di Cuba. Humberto Solás muore nel 2008, a soli sessantasette anni, stroncato da un cancro in fase terminale diagnosticato soltanto poche settimane prima. Alla sua morte l’Istituto Cubano per il Cinema lo ricorda con queste parole: “Il Cinema Povero di Humberto Solás, porterà avanti la grande sfida etica di Humberto per creare, con visione pragmatica, nuovi spazi professionali cinematografici rigorosamente artistici a Cuba e all’estero. Il suo insegnamento rappresenterà una tappa obbligata per le presenti e per le future generazioni di cineasti e per tutti gli intellettuali che desiderano unire la loro vita al destino dei loro popoli”. Solás lascia un’opera ispirata e complessa che porta a definirlo un Visconti dei tropici, molto interessato alla complessa figura femminile e al racconto della realtà.
Variaciones (1962) è il suo primo documentario di un certo spessore, girato insieme a Héctor Veitía per filmare la costruzione della Scuola d’Arte a Cubanacán. El retrato (1963) è la sua prima breve fiction basata su un racconto di Arístides Fernández, girata assieme a Oscar Valdés per narrare la storia di un pittore in cerca di ispirazione che cerca una donna immaginaria raffigurata in un ritratto in una casa abbandonata. Minerva traduce el mar (1963) vede ancora al lavoro la coppia Solás – Valdés impegnati con una fantasia coreografica molto letteraria su Pierrot e Colombina, basata su un poema omonimo di José Lezama Lima. Manuela (1966) è il suo primo film individuale che racconta un episodio della lotta rivoluzionaria sulla Sierra Maestra. Manuela è una giovane contadina che – spinta da un desiderio di vendetta personale – si unisce ai guerriglieri. Interpreti: Adela Legrá, Adolfo Llauradó, Olga González, Luis Alberto García, Rudy Mora, Flavio Calderín. Lucía (1968) è uno dei suoi lavori più importanti e racconta la vita di tre donne cubane in tre diversi momenti storici: la Guerra di Indipendenza (1895), la dittatura di Gerardo Machado (1895) e durante i primi anni della Rivoluzione. Interpreti dei tre episodi: (I): Raquel Revuelta, Eduardo Moure, Idalia Anreus, Silvia Planas, Herminia Sánchez, (II): Eslinda Nuñez, Ramón Brito, Flora Lauten, Rogelio Blaín, Aida Conde, María Elena Molinet, (III): Adela Legrá, Adolfo Llauradó, Teté Vergara, Aramís Delgado. Collaborano per soggetto e sceneggiatura Julio García Espinosa e Nelson Rodríguez. Un día de noviembre (1972) è un film più intimo e introspettivo, molto viscontiano. Esteban riflette sulla sua vita e sulle sue relazioni umane, incontra vecchi amici e compagni di clandestinità ma è insoddisfatto, così come non lo soddisfa la relazione amorosa che porta avanti. Sarà rivelatore un dialogo con un reduce di guerra. Humberto Solás scrive il film con la collaborazione di Nelson Rodríguez. Interpreti: Gildo Torres, Eslinda Núñez, Raquel Revuelta, Silvia Planas, Alicia Bustamante, Miguel Benavides, Omar Valdés, Miriam Learra, Luis Otaño, Rogelio Blaín, Jorge Fraga, Delia Aragón. Simparele (1973) è un lavoro di breve durata dove la musica, il canto, la poesia, il teatro e la danza si fondono per raccontare le lotte del popolo haitiano dalla fine del secolo diciottesimo. Interpretano il lavoro la cantante haitiana Martha Jean-Claude e alcuni componenti dell’Unione Haitiani di Cuba. Cantata de Chile (1975) è una fiction che racconta il gigantesco sciopero del 1907 organizzato dagli operai cileni per migliorare le condizioni di vita delle famiglie dei minatori. La risposta dell’oligarchia cilena rappresenta il tragicamente noto massacro di Iquique. Interpreti: Nelson Villagra, Shenda Román, Eric Heresmann, Alfredo Tornquist. La pellicola è scritta e sceneggiata dal regista con la collaborazione di Patricio Manns, Alberto Santana, Manuel Payán, Orlando Rojas y Jorge Herrera. Wilfredo Lam (1979) è un documentario che narra la vita del pittore cubano, una delle figure più importanti del periodo, attraverso le riflessioni dell’artista. Il film utilizza la danza e alcune ricostruzioni allegoriche per esprimere il mondo plastico di Wilfredo Lam. Partecipano Eslinda Núñez e il Corpo di Danza Moderna di Cuba. Cecilia (1981) è fiction di argomento storico basata sul romanzo Cecilia Valdés o La loma del Angel dello scrittore cubano Cirilo Villaverde. La pellicola è ambientata nell’Avana della prima metà del secolo XIX. Cecilia, bella creola, vuole entrare nel mondo degli aristocratici bianchi e cerca di arrivarci tramite Leonardo, un giovane contraddittorio e nichilista. La madre di Leonardo si oppone a questo amore e organizza un matrimonio con una ragazza ricca. Cecilia, in un eccesso di gelosia, spinger uno dei suoi innamorati frustrati a uccidere la ragazza nel giorno del matrimonio. La pellicola è puro cinema in costume e mostra con abbondanza di particolari la società schiavista. Interpreti: Daisy Granados, Imanol Arias, Raquel Revuelta, Nelson Villagra, Gerardo Riverón, Miguel Benavides, Eslinda Núñez, actuaciones especiales de Alejandro Lugo, Alfredo Mayo, Enrique Almirante, Mayda Limonta, Ángel Toraño, Hilda Oates. La scrittura del film è opera del regista che collabora con Nelson Rodríguez, Jorge Ramos e Norma Torrado. Amada (1983) è un’altra opera di fiction ispirata al romanzo La Esfinge dello scrittore cubano Miguel de Carrión, ambientata nell’Avana del 1914, all’inizio della Prima Guerra Mondiale, mentre si vivono giorni di angoscia e di frustrazione. Amada è una giovane borghese sposata e conservatrice, che vive un amore appassionato con il cugino Marcial, giovane anticonformista che cercherà di trascinarla in un mondo decadente per lei perivo di significato. Interpreti: Eslinda Nuñez, César Évora, Silvia Planas, Andrés Hernández, Oneida Hernández, Gerardo Riverón. Il film è scritto dal regista con la collaborazione di Nelson Rodríguez. Un hombre de éxito (1986) è ambientato nell’Avana degli anni Trenta. Un giovane ambizioso e senza scrupoli fa carriera e compie una vera e propria scalata sociale sfruttando le capacità di seduttore. Dopo la caduta della dittatura di Gerardo Machado, nel 1933, si propone di entrare definitivamente nelle sfere sociali più importanti. A partire da quel momento la sua carriera politica si sviluppa con successo per trent’anni, ma perde vincoli familiari, affettivi, sacrificati sull’altare dell’opportunismo e del tradimento. Interpreti: César Évora, Raquel Revuelta, Daisy Granados, Jorge Trinchet, Mabel Roche, Rubens de Falco, Carlos Cruz, Miguel Navarro. Il film è scritto dal regista con la collaborazione di Juan Iglesias, ottiene il Premio Goya come miglior pellicola straniera in lingua spagnola e concorre al Premio Oscar come miglior pellicola straniera. Obataleo (1988) è un documentario sul gruppo Síntesis che interpreta la musica tradizionale yoruba – parte fondamentale del patrimonio culturale cubano – e la fonde insieme alle sonorità del rock nordamericano. Il risultato è una nuova esplosione ritmica di coinvolgente carattere musicale. Interpretano il documentario ovviamente il Gruppo Síntesis, ma anche Lazaro Ross, il Gruppo di Danza Manayabo e il Gruppo di Danza Folclórica di Arroyo Naranjo. El siglo de las luces (1991) è un altro film in costume, basato sull’opera omonima di Alejo Cartpentier, che racconta le ripercussioni della Rivoluzione Francese nell’area caraibica. Il protagonista è il giovane rivoluzionario francese Víctor Hughes, che entra in relazione con tre giovani di una famiglia cubana e trasmette loro le idee illuministe. Interpreti: Jacqueline Arenal, Francois Dunoyer, Rustan Urazaev, Frederic Pierrot, Alexis Valdés, Miguel Gutiérrrez. Il film è scritto dal regista con la collaborazione di Alba de Céspedes e Jean Cassies e ancora una volta riesce a fare un discorso politico – sociale contemporaneo illustrando il secolo passato. Luchino Visconti non avrebbe saputo fare di meglio. Miel para Oshún (2001) racconta la storia di un giovane cubano – americano portato via illegalmente da Cuba dal padre all’età di sette anni, che ritorna per la prima volta al suo paese di origine. Vuole ritrovare la madre e confrontarsi con lei, perché pensa di essere stato abbandonato al suo destino. Il viaggio del ragazzo si trasformerà in un incontro decisivo con il suo pese e ritroverà la sua vera identità. Interpreti: Isabel Santos, Jorge Perugorría, Mario Limonta, Saturnino García, Adela Legrá. La pellicola è scritta e sceneggiata da Elia Solás, con la collaborazione di Humberto Solás e di Sergio Benvenuto. La pellicola vince il Premio Goya per il miglior film straniero in lingua spagnola. Barrio Cuba (2005) è l’ultimo film di Humberto Solás, ambientato nello scenario realistico di una città marginale e cosmopolita come L’Avana, tra diverse razze, credenze e speranze, storie tragiche, comiche, momenti di euforia e disperazione. Il regista affronta il dramma di una città percorsa da molte persone che provengono dagli angoli più remoti del paese in cerca di fortuna. Interpreti: Jorge Perugorría, Isabel Santos, Adela Legrá, Mario Limonta, Rafael Lahera, Luisa María Jiménez. La pellicola è scritta dal regista con la collaborazione di Elia Solás e Sergio Benvenuto.