Il consulente finanziario Gianfilippo Di Clemente
In via generale i sistemi semplici o complessi che siano per potere funzionare, evolvere ed espandersi in maniera virtuosa, devono essere in equilibrio, ovvero che tutte le componenti degli stessi devono lavorare in sintonia, all’unisono e svolgere la funzione per le quali sono state progettate.
Come esempio immaginate una automobile che avanza nel suo moto lineare grazie al fatto che tutti i componenti funzionano in equilibrio e bene, in particolare il motore cuore pulsante del sistema. O lo stesso pianeta terra nel quale viviamo, che è ospitale e progredisce, malgrado i disastri procurati dall’uomo, grazie all’equilibrio cosmico che regola la rotazione, il moto di rivoluzione attorno al sole, l’attrazione lunare, il progredire di tutto l’universo caratterizzato dal moto elicoidale dei pianeti.
L’economia mondiale è anch’essa un sistema che per potere funzionare deve essere equilibrata. E fatti questi esempi, vediamo perché, a mio parere, si parla da un pò di tempo di crisi economica mondiale, peraltro resa ancora più pesante dal lungo periodo pandemico, dalla guerra Russia-Ucraina con conseguenti problemi di approvvigionamento delle materie prime e un forte rialzo dei prezzi, che genera un’inflazione alla quale in Italia non eravamo più abituati soprattutto dopo l’euro.
Torniamo all’esempio del motore: anche se tutte le componenti funzionano non deve mancare un componente indispensabile: il propellente.
Nell’attuale sistema economico il propellente è rappresentato dalla liquidità, ovvero i soldi. Quando manca il propellente (i soldi) diminuisce il consumo da parte delle popolazioni. Questo fa sì che le aziende produttrici entrano in crisi di liquidità, perché i beni che producono non vengono acquistati in maniera diffusa e sufficiente. Le aziende non incassando denaro non possono fare fronte agli impegni presi: esposizioni bancarie, pagamento dei fornitori, pagamento degli stipendi.
A loro volta le banche, che vivono e prosperano grazie all’immissione di denaro nei circuiti (prestiti finanziari) entrano in crisi (crediti in sofferenza) e chiudono i rubinetti. Talvolta, come successo, dichiarano fallimento obbligando i governi ad adottare politiche di salvataggio economico, a danno naturalmente della collettività che viene chiamata a pagare sempre più tasse, anche per questo.
I cittadini semplici lavoratori e gli imprenditori, non riescono a fare fronte agli impegni contratti per le spese e per gli investimenti.
Si instaura così un vortice negativo, una sorta di implosione dell’economia che non viene più alimentata. La sfida oggi è, per i paesi sviluppati, tentare di risolvere le problematiche appena esposte e nello stesso tempo evitare il ripetersi di uno degli errori commessi: ovvero la corsa esagerata al consumo, la creazione da parte delle aziende produttrici di bisogni non primari. Il lato positivo della situazione dovrebbe essere un ritorno alle radici ed ai veri valori di cui l’uomo deve nutrirsi.
A proposito dell’argomento liquidità il consulente finanziario e trader Gianfilippo Di Clemente ha precisato: “allo stato attuale la liquidità ancora è presente nel sistema, frutto delle politiche super espansive delle banche centrali e che ci vorranno circa 7 anni per tornare ai livelli pre-espansivi. Quindi il propellente c’è ancora, ma aumenta costantemente di prezzo. In pratica i debitori hanno sempre maggiore difficoltà a pagare le loro rate e i creditori tendono a spostarsi su asset più rischiosi”.
Dalla lettura di questo articolo si capisce bene che l’inflazione ha un ruolo fondamentale nelle nostre economie, in primo luogo erode il potere d’acquisto dei nostri risparmi che, se non ben investiti, perdono di valore. Inoltre vanno a incidere pesantemente sul costo del denaro, ovvero quanto è necessario pagare in più agli enti creditori, tasso d’interesse, per la restituzione nel tempo dei prestiti, compresi i mutui per acquisto della casa.
“Ci sono due tipi di inflazione, – aggiunge Gianfilippo di Clemente – lato domanda e lato offerta. La prima derivante da un mercato del lavoro vivace quindi si compra di più, la seconda dipende da aumento prezzi materie prime ad esempio il pretrolio”.
Quali effetti avrà nell’economia italiana l’inflazione in risalita alla quale stiamo assistendo? E quale l’effetto sui risparmiatori e relative soluzioni per proteggere il potere d’acquisto degli italiani? “Un duplice effetto – ha risposto Di Clemente – sia quello di innescare una recessione e quello più preoccupante della spirale stipendi prezzi. Riguardo la seconda domanda va detto che quella europea è un’inflazione lato offerta, in particolare energetica che innesca una contrazione dei consumi. La soluzione deve essere duplice, con una politica monetaria restrittiva che riduce la domanda e una politica fiscale di sgravio dei prezzi a costo di un aumento del debito Italiano”.