I Sangue Misto e la cultura di nicchia degli anni 90

Articolo di Alberto Maccagno

Era il gennaio del 1994 e in Italia, per Century Vox Records, usciva SxM, il primo (e unico) disco ufficiale dei Sangue Misto. Decidere di parlare e, nei limiti delle nostre conoscenze, raccontare un disco storico come SxM, assolutamente alla base di tutti gli ascolti di rap italiano, non è facile, ma ci proveremo lo stesso. Innanzitutto occorre sottolineare come l’Hip Hop, ma soprattutto la sua componente musicale (il rap), fossero già qualcosa di grande e affermato, anche a livello commerciale, oltreoceano e che, col passare degli anni, aveva già assunto forme, ideologie e iconografie differenti.

In Italia, invece, si trattava ancora di una cultura di nicchia e tale resterà fino alle prime grandi aperture pop e commerciali, le quali, aldilà delle opinioni di gusto, ne hanno compromesso e modificato definitivamente lo spirito e l’intenzione (in tutto il mondo). Fatto sta che i Sangue Misto tutto questo non potevano immaginarlo, forse alcuni di loro lo intuivano e a tratti lo scrivevano (e cantavano): questo perché nella nostra penisola si stava già assistendo a fenomeni decisamente radiofonici come il “pop-rap” di Jovanotti e la musica degli Articolo 31, molto lontani dalla musica dei bolognesi e della scena hip hop underground della nostra penisola.

A tal proposito, è necessario sottolineare la collaborazione alla realizzazione di SxM di diversi musicisti, interni ed esterni alla “cultura”, e di personaggi unici nel loro genere. Al disco, infatti, hanno preso parte rappers come Gopher D e SoulBoy (di assoluto rilievo nella scena italiana degli anni ’90), il sassofonista Guglielmo Pagnozzi (attivo nella scena jazz, sperimentale e folk), il chitarrista Antonio “Etti Panetti” Gabriele (che con Neffa collaborerà più volte anche in futuro), e l’eclettico Aldo Vignocchi (disegnatore, scrittore, giornalista e front-man del gruppo sperimentale bolognese Kavalla Kavalla).

I Sangue Misto sono stati un super-gruppo formato da Neffa (a.k.a. Chico Snef), Deda (a.k.a. Chico MD) e DJ Gruff. Si tratta di tre nomi storici e fondamentali nella storia dell’Hip Hop italiano, considerati, anche a livello solista, tra i migliori di sempre. Musicalmente, l’opera risulta molto black, com’era facile immaginare, con tantissime aperture al mondo del funk, del jazz e del soul, da sempre ingredienti base nella ricetta del rap. La prima cosa che notiamo, piacevolmente, è lo stile groovy dell’album, con giri di basso potenti e sincopati, la ritmica cosiddetta “boom bap”, che identifica da sempre il genere, e i flow dei rappers a completare il tutto, di cui parleremo meglio dopo.

Il suono del progetto è vicino agli stilemi dell’MCing proposto dagli artisti della East Coast, ma è innegabile l’influenza sonora di veri e propri mostri sacri (ai tempi fenomeni nascenti) come Dr. Dre, in brani quali Lo Straniero o La Parola Chiave. Il fascino dell’artista californiano che ha fatto la storia del Gangsta Rap, e di molte correnti che ne sono conseguite, è particolarmente apprezzabile nelle melodie disegnate dai synth, un vero e proprio marchio di fabbrica di quello che Dre chiamava G-Funk (Gangsta Funk). Il mood del disco si muove tra alti e bassi, assolutamente non qualitativi ma bensì “umorali”, passando da pezzi più potenti come Manca Mone, Lo Straniero o La Parola chiave, e arrivando ad atmosfere più smooth e rilassanti in episodi quali Fattanza Blu, In Dopa o La Porra.

Quest’ultimo è, probabilmente, il pezzo più famoso nella storia del rap italiano, sempre ricercato e citatissimo anche da colleghi attuali del gruppo, alla pari forse della sola Cose Preziose, canzone di Kaos One e Fritz Da Cat contenuta nel progetto di quest’ultimo, Nove50, del 1999 (ai tempi non ancora uscito). L’aspetto vocale è molto piacevole, vede tutti e tre i componenti del gruppo alternarsi al microfono, seppur DJ Gruff si sia occupato prevalentemente della produzione e degli scratch lasciando largo spazio ai versi di Neffa e Deda.

I due rappers usano la voce come un vero e proprio strumento, la quale, complice la stesura dei testi, diventa elemento di scorrevolezza e musicalità, creando degli ottimi flow e trainando il suono nelle terre del funk, lasciandosi trasportare, a sua volta, da questo. Dal punto di vista lirico ci troviamo, nuovamente, di fronte a un progetto sfaccettato e con diverse anime. Si passa, infatti, da capitoli più scanzonati e giocosi, riguardanti l’uso di marijuana e altre droghe leggere, ma anche fortemente critici nei confronti del consumo di cocaina ed eroina, e si arriva a brani di contenuto sociale ben più rilevante, come Clima Di Tensione o Lo Straniero.

Tra i vari temi vengono anche affrontate le difficoltà economiche dei componenti del trio, seppur con una certa ironia, in Manca Mone (tra i pezzi migliori del disco) e le sensazioni/emozioni degli artisti nella più introspettiva e consapevole Piglia Male. Inoltre, sono presenti molte citazioni, alcune più elevate come quella a Fabrizio De André e alla sua Andrea (nella appena citata Piglia Male), e altre più popolari, ad esempio quelle a Jovanotti e le sue radio-hit o a programmi di grande successo come Scherzi a Parte. Insomma, SxM è un disco unico, difficilmente replicabile anche per gli stessi Sangue Misto che, per l’appunto, non daranno mai alla luce un tanto atteso secondo capitolo, ma risulta ancora oggi uno dei migliori album mai realizzati nella musica italiana, vero e proprio amplificatore della cultura Hip Hop nostrana.

TRACKLIST:

01. SxM

02. Clima di Tensione

03. Lo Straniero

04. La Parola Chiave (feat. Gopher D)

05. Cani Sciolti

06. Senti Come Suona

07. La Porra

08. In Dopa (feat. Soulee B)

09. Manca Mone

10. Piglia Male

11. Fattanza Blu

12. Notte

FORMAZIONE:

Deda – voce, basi.

Neffa – voce, basi.

DJ Gruff – basi, voce.

Gopher D – voce aggiuntiva (traccia 4).

Carrie D – voce aggiuntiva (traccia 6).

Guglielmo Pagnozzi – sassofono contralto (tracce 6 e 12).

Antonio “Etti Panetti” Gabriele – chitarra (traccia 7).

Soulee B B – voce aggiuntiva (traccia 8).

Aldo Kavalla Kavalla Vignocchi – voce aggiuntiva (traccia 10).

Related Articles