Il serial killer, o assassino seriale, è un individuo che con le sue deplorevoli azioni toglie la vita a più persone nella sua disperata ricercata per il dominio, o per una miriade di altri obiettivi che solo lui sa, e che gli altri possono solo immaginare. Un soggetto del genere, di cui le gesta nella vita reale sono condannate e condannabili, nel medium cinematografico e televisivo si issano a leit motiv dello stesso per costruire un percorso tragico e drammatico intorno al personaggio per poi portarlo alla sua inevitabile fine, il messaggio epico è al pari di quello usato durante la rappresentazione delle antiche tragedie greche e della loro accurata descrizione del personaggio di turno e della sua lenta discesa nella follia.
Sono state miriadi le rappresentazioni bibliografiche, televisive, e cinematografiche che hanno narrato le gesta, assolutamente dal versante del Male, di questi assassini diventati veri e propri soggetti di culto della società contemporanea. E se solitamente, il termine serial killer è stato coniato agli inizi degli anni 80, le tracce storiche e sanguinarie di chi si è dedicato a questi omicidi risalgono a molti millenni fa, e si perdono nella storia. Ma, nonostante sia un argomento complesso e delicato che andrebbe trattato e sviscerato in ogni sua forma, intendo concentrarmi con un lieve sorriso perfido, a descrivere i medium cinematografici che più sono riusciti a catturare la sinistra aura di fascino di questi personaggi.
E nel riuscire a far loro il concetto di raccontare la vita di questi serial killer, si sono presi anche l’onere e forse l’onore di farlo fare dal punto di vista stesso di questi assassini, riuscendo a creare un legame inedito e conturbante con lo stesso spettatore, facendo si che spesso si possa arrivare a tifare per l’antagonista, oppure creare un legame empatico che permetta di capire le motivazioni che si celano dietro le sue perfide azioni. In fondo, si sa, il fascino del cattivo è tale da permettere a chiunque (persino a me!) di sognare, almeno una volta nella vita, di poterne interpretare le vesti! Anche se, ovviamente, senza uccidere nessuno.. I film che consiglio sono pochi, considerando l’infinita mole che di lavori che sono stati fatti sull’argomento, ma essenziali (a mio parere) per crearsi delle eccellenti basi cinematografiche a indirizzo serial killer. Parlo di M- Il mostro di Dusseldorf, Psyco, il Silenzio degli Innocenti, Seven e Behind the Mask- vita di un serial killer.
M- Il mostro di Dusseldorf, è un capolavoro espressionista tedesco del 1931, di Fritz Lang, basato sugli efferati omicidi compiuti nella Germania degli anni venti, da Fritz Haarmann e Peter Kurten. Il film, ad oggi, è considerato il precursore del filone noir che venne poi sviluppato in America a partire dagli anni quaranta. Nella città di Dusseldorf, un maniaco ha adescato e ucciso otto bambine, gettando la popolazione nel panico. Con l’uccisione dell’ennesima bambina, l’opinione pubblica esplode e costringe la polizia a numerose retate negli ambienti della criminalità organizzata. Per questo, il leader dei criminali della città affinchè la pressione della polizia diminuisca e per punire il mostro che uccide delle creature innocenti, ordina egli stesso la caccia all’uomo e immediatamente dopo, il maniaco verrà trovato e portato al “tribunale” dei criminali, dove in una struggente resa dei conti, dichiarerà che prima degli omicidi viene impadronita da una forza malvagia che lo spinge ad uccidere. Dopo il verdetto di morte dei criminali, la polizia arriva nel rifugio e catturerà il mostro, portando in carcere anche i criminali.
“M- Il mostro di Dusseldorf”, per dichiarazioni confermate da parte di Alfred Hitchcock stesso, lo ha influenzato nella creazione nel 1960 di un altro capolavoro senza tempo, Psyco. Basato sull’omonimo romanzo di Robert Bloch, che a sua volta venne si basò sulle vicende reali del serial killer Ed Gein) divenne ben presto ed a posteriori, il più famoso e amato film del regista, provocando negli anni successivi una infinita serie di omaggi e parodie, (per chiarire, la leggendaria scena della donna assassinata sotto la doccia, è presente in questo film.) fu proprio “Psyco” a seguire le orme de Il mostro di Dusseldorf, nell’intento di dare una prospettiva, seppur turbe e perversa, sugli obiettivi del serial killer e sulle motivazioni tragiche che lo hanno spinto ad uccidere. Nel geniale film, la trama si struttura nel motel della famiglia Bates e dove avvengo le sue principali uccisioni, per correre poi, insieme al suo diabolico protagonista Norman Bates, in un finale sconvolgente e pieno di colpi di scena.
Nonostante tutte le cattive intenzioni di Norman di diventare un personaggio culto, obiettivo che effettivamente raggiunse, non diventò il simbolo dei serial killer. In questo riuscì perfettamente Hannibal Lecter, il serial killer protagonista de “Il silenzio degli innocenti, spettacolare thriller del 1991 che lanciò a livello mondiale la complessa figura di un serial killer ma anche le forze del bene che vi si opponevano: i profiler. Ovvero, gli agenti dell’unità scienze comportamentale che grazie ai loro studi, riuscivano ad entrare nella psiche del serial killer. Peccato che penetrare nella mente di un serial killer non è mai cosa facile, specialmente se non è lui a lasciartelo fare, cosa che si evince nel film.. Celebrato e premiato con diversi Oscar, “Il silenzio degli innocenti” fece da spartiacque per tutti i film che verranno dopo, tra cui Seven. Specifico che dopo la comparsa del lavoro del profiler nel film di Hannibal Lecter, la serialità televisiva si è appropriata della figura sviluppando poi negli anni, diverse serie televisive che narrano la vita del profiler, della sua preparazione alla caccia di serial killer, ed a come riesce a portare a termine il lavoro.
Quest’ultimo film è famoso per il cast di attori di serie A, la trama particolarmente ben scritta, un serial killer geniale ed un colpo di scena finale da urlo. Non ho scelto il termine “urlo” a caso, ma solo chi ha visto il film può capire a quale personaggio nel drammatico finale, urla.. urla cosi tanto da riuscire a tormentare anche noi, spettatori silenziosi di un dramma assoluto. Anche Seven è stato premiato, ed ha riscosso uno strepitoso successo in tutto il mondo. E dopo l’uscita di Seven, i film sui serial killer aumentarono. E con essi, nacquero nuovi assassini destinati all’immortalità cinematografica, quali: Freddy Krueger, Jason Voorhees, Michael Mayers, Ghostfaces ed una miriade di altri.
Nel film “Behind the Mask- vita di un serial killer”, la trama si svolge in una realtà alternativa, dove tutti i più famosi serial killer cinematografici sono esistiti e il protagonista del film riesce a convincere dei giornalisti a creare un documentario, apposta per seguirlo nel suo intraprendere la strada di assassino seriale, cercando di raggiungere i suoi maestri. Se inizialmente i giornalisti accettano, iniziano poi successivamente a pentirsene ed avere degli scrupoli. Il tutto esploderà nello sconvolgente finale di questo film davvero ben fatto, che con un sapiente meccanismo di meta cinema, riesce a spiegare i cliché di ogni film che mette in scena gli omicidi di un serial killer.
I consigli, effettivamente, potrebbero non finire mai, tale è la mole cinematografica di film creata in questi anni. Ma, sicuramente, partire da questi vi potrebbe far sentire più vulnerabili che mai all’interno della vostra casa.. forse, addirittura, potrebbe farvi dubitare di aver chiuso a chiave la porta o no..