Primo film da protagonista di Lino Banfi, fino a quel momento il più importante elettrodomestico (la definizione è di Lucio Fulci) di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, nel senso che la sua partecipazione non poteva mancare in un film del popolare duetto comico siciliano. Il regista è Mario Forges Davanzati (Nove ospiti per un delitto, 1977 e molti ruoli come assistente), che si nasconde sotto lo pseudonimo di Luca Davan, per realizzare una farsa squinternata ma gradevole, basata su una serie di numeri da avanspettacolo tra moglie giunonica (Francesca Romana Coluzzi) e marito imbranato (Lino Banfi), con il leitmotiv dell’amante della consorte che di tanto in tanto appare ma la donna rassicura il marito sul fatto che sia solo una sua idea, persino nell’ultima sequenza quando lo vede nel letto al termine di un amplesso. Trama poliziesca, con Pasquale Zagaria (il vero nome di Lino Banfi!) sulle tracce di una banda di trafficanti di diamanti, con un’altra serie di numeri da puro avanspettacolo tra il comico pugliese e il bravissimo Aldo Giuffré, nei panni di Zoppas (inevitabili le battute d’epoca sui frigoriferi), il capo dei malfattori. Un film divertente girato nel viterbese, per la precisione a San Soriano nel Cimino (dove si trova la casa di Zagaria, in località Fornacchia), ente citato nei ringraziamenti dei titoli di coda insieme a una serie di assurdità iperboliche (Nato, Cia, Stati Uniti d’America …). Pasquale Zagaria è un inetto totale, degradato ed espulso dalla polizia per il vizio di travestirsi (in modo ridicolo) agevolando la fuga dei malviventi, ma lui non si dà per vinto e continua a fare il poliziotto dilettante. L’ex brigadiere pugliese vive nelle campagne viterbesi e resta coinvolto in un oscuro traffico di brillanti nascosti nei pompelmi. Da qui la parola d’ordine: Pare che il pompelmo faccia male, storpiata nel barese Pere che il pompelmo faccia mele. Il commissario gli affida il caso come una collaborazione, tra lo stupore dei sottoposti, ma lo fa perché lo considera così sciocco da essere un’esca ideale per catturare i malviventi. Pasquale non se lo fa dire due volte, insieme alla gigantesca moglie Pupetta – cintura nera di karate – si mette in viaggio e segue la pista dei diamanti al volante di una ridicola minicar Casalini Sulky, un mezzo prodotto nel 1971 che non ebbe gran successo (si guidava senza patente), ma che si vedeva circolare sulle nostre strade. Alfredo Tomas si esibisce in un numero da avanspettacolo che l’ha reso celebre quando al comando della polizia interpreta il cervello elettronico vivente, personaggio che ritorna in Vieni avanti cretino (1982), ampliato e perfezionato, con uno spessore maggiore conferito da Salce. Soggetto e sceneggiatura di Faele – il popolare Raffaele Sposito, autore di testi per il teatro di rivista – e di Guido Castaldo (autore radiofonico). La fotografia è niente meno che di Stelvio Massi. Un film che decreta il successo per Lino Banfi, togliendolo dai panni del coprotagonista e portandolo a interpretazioni da attore principale – al fianco della bellezza di turno – nella nascente commedia sexy. Da notare che il personaggio di Pasquale Zagaria ha avuto un seguito quant’anni dopo, con una miniserie televisiva in due puntate dal taglio meno farsesco diretta da Antonello Grimaldi, intitolata Il commissario Zagaria. Una bella riscoperta.
Regia: Luca Davan (alias Mario Forges Davanzati). Soggetto e Sceneggiatura: Faele (Raffaele Sposito), Guido Castaldo. Fotografia: Stelvio Massi. Montaggio: Enzo Micarelli. Costumi: Wanda Pruni. Trucco: Gianni Amidei. Musiche: Franco Tamponi. Scenografia: Stefano Paltrinieri. Casa di Produzione: Thousand Cinematografica. Produttore: Carlo Maietto. Distribuzione (Italia): Panta Cinematografica. Paese di Produzione: Italia, 1973. Durata: 100’. Genere: Farsa. Interpreti: Lino Banfi (Pasquale Zagaria), Francesca Romana Coluzzi (Pupetta), Aldo Giuffré (Zoppas), Rosario Borelli (commissario Nelli), Salvatore Borgese (sicario di Zoppas), Gabriella Andreini (complice di Zoppas), Luca Sportelli (contadino), Renzo Marignano (sottosegretario), Ignazio Bevilacqua (sicario di Zoppas), Ines Pellegrini (Bianca, amante di Zoppas), Alfonso Tomas (cervello elettronico).