Un uomo in buona forma fisica, affascinante, intelligente, professionalmente realizzato, ma soprattutto fedele. Cosa può desiderare di più una donna dal proprio compagno di vita? Credo nulla di più, ma con il senno del poi aggiungerei la coerenza. Al termine di una lunga serie di puntate televisive, al capolinea di un lungo viaggio nelle atmosfere siciliane, al Commissario Montalbano personaggio di successo internazionale, partorito dalla fertile penna dello scrittore siciliano Andrea Camilleri, è venuta a mancare proprio questa caratteristica: la coerenza.
Trentasei film tv, ciascuno con una trama a sé stante, trentasei storie tv che prendono spunto dai libri di Camilleri, all’interno delle quali il Commissario Montalbano, interpretato dall’attore e regista romano Luca Zingaretti, non tradisce mai la fidanzata storica, Livia, malgrado la distanza che li separa. Esattamente l’opposto del suo braccio destro Mimì Augello, incorreggibile fedifrago. Eppure durante le sue indagini il nostro commissario, viene spesso a stretto contatto con belle donne e lui, pur essendone affascinato e attratto, non cede mai. Per le numerosissime, affezionate spettatrici, la fedeltà del nostro protagonista era un elemento che lo rendeva davvero fuori dagli schemi, in quanto alimentava, dandone fattivo e virtuoso esempio, l’idea che possa ancora esistere un modello diffuso di coppia reciprocamente fedele nel tempo. Il bisogno di un modello televisivo con quelle caratteristiche nasce dal fatto che l’uomo nella vita reale, pertanto uscendo dall’alveo letterario e televisivo oggetto di questo articolo, a torto o a ragione viene considerato dalle donne mediamente poco affidabile, in tema di fedeltà all’interno della coppia.
Nell’ultima puntata Il metodo Catalanotti, andata in onda a marzo di quest’anno è successo ciò che si temeva potesse succedere: il Commissario Montalbano, Salvo per gli amici e colleghi, rompe il fidanzamento con Livia perché attratto, e si presume innamorato di una giovane collega, Antonia nuovo capo della scientifica, interpretata dall’attrice romana Greta Scarano. E lo fa, secondo le spettatrici che si sono espresse nei social, nel peggiore dei modi: attraverso una telefonata, senza nessuna spiegazione e caratterizzata dal mutismo di fronte alle domande di una costernata Livia, dall’altro lato della cornetta.
Erich Fromm psicoanalista e scrittore tedesco nel suo saggio L’arte di amare tra le tante altre cose interessanti scrive che “Amare qualcuno non è solo un forte sentimento, è una scelta, una promessa, un impegno”. Ecco che la scelta che attiene alla sfera della razionalità diviene parte protagonista di una storia d’amore basata sul sentimento vero e disinteressato, pertanto che tende all’esclusività e alla fedeltà reciproca. Ma facciamoci aiutare ancora da Erich Fromm: “L’amore infantile segue il principio: amo perché sono amato. L’amore maturo segue il principio: sono amato perché amo. L’amore immaturo dice: ti amo perché ho bisogno di te. L’amore maturo dice: ho bisogno di te perché ti amo”. Possiamo pertanto definire maturo l’amore che Salvo Montalbano ha mostrato di avere nei confronti di Livia, fino all’incontro con Antonia? E la domanda che pongo alle donne: perché tanto fastidio ha provocato il fatto che la decisione di troncare la storia, è stata comunicata attraverso il telefono piuttosto che di presenza?
C’è da dire che i dati di ascolto dell’ultima puntata, oltre 9 milioni di spettatori e 38,4% di telespettatori sintonizzati sul canale tv, sono stati molto soddisfacenti a dimostrazione che la fortunata serie tv continua ad essere particolarmente amata e allo stato attuale non si sa se saranno realizzati nuovi episodi. Tante sono le domande degli affezionati telespettatori: il commissario Montalbano si pentirà della scelta di troncare la lunga storia d’amore con Livia? E soprattutto assisteremo alla morte del commissario? A queste domande ritengo possano rispondere soltanto gli stretti collaboratori del suo autore, Andrea Camilleri purtroppo venuto a mancare il diciassette luglio del duemiladiciannove. Stessa sorte è capitata al regista Alberto Sironi morto il quattro agosto dello stesso anno.
Si temeva che il doppio lutto che ha colpito il papà del commissario e il regista che ha lavorato benissimo nella trasposizione televisiva dei romanzi, potessero interrompere bruscamente la produzione delle storie in tv. Inoltre bisognava prendere il coraggio a due mani per fare accettare al pubblico l’evoluzione del Commissario Montalbano, che tanto era apprezzato, come già detto per le sue tante virtù, non ultima quella della fedeltà: “Per raccontare tutto questo occorreva un salto, bisognava marcare la differenza, trovare un dolore nuovo, un coraggio disperato” ha affermato nelle interviste ufficiali Luca Zingaretti, nel doppio ruolo di protagonista e regista de Il metodo Catalanotti. “Penso di poter dire che ci siamo riusciti e di aver fatto, tutti quanti insieme, un gran bel lavoro”. I dati di ascolto hanno dato certamente ragione alla scelta di continuare, qualche dispiacere ha provocato l’evolversi della trama e chissà che Livia, il personaggio televisivo, non diventi nuovo vessillo, quantomeno nei social, dell’emancipazione femminile contro il mondo maschile, additato di tendere al tradimento.