“Il medico vede l’uomo in tutta la sua debolezza, l’avvocato in tutta la sua cattiveria, il teologo in tutta la sua stupidità”. E chi può dar torto al filosofo Arthur Schopenhauer che così ha decretato. Mi sono sempre chiesto cosa spinge un essere umano, un professionista a legare la sua vita ad un giuramento che lo impegna totalmente. E’ il Giuramento che risale al IV secolo a.C. ed è attribuito a Ippocrate di Kos ,il “padre” della medicina moderna . Il testo nella sua versione antica, è suddiviso in otto parti.
Il Giuramento antico, si legge in alcuni testi, inizia con invocazioni alle divinità , tuttavia Ippocrate è stato il primo medico a distinguere la medicina dalla religione e ad aver ricercato le cause delle malattie non nell’intervento soprannaturale ma nel mondo del razionale . La malattia nella visione di Ippocrate sarebbe infatti determinata dallo squilibrio di tre fattori : ambiente, dieta e traumi. La medicina si libera cosi nella visione Ippocratica da superstizione, stregoneria e più in generale dal pensiero magico. Per Ippocrate medicina e morale operano nello stesso ambito, perché condividono come fine il raggiungimento dell’equilibrio del corpo, dell’anima e del mondo sociale. Ai suoi allievi richiedeva di giurare di impegnarsi a rispettare i maestri, a insegnare la medicina solo a chi avesse pronunciato lo stesso giuramento e senza ricompensa, a visitare i malati e curarli con lo scopo di guarirli e senza usare mai violenza, a non prescrivere farmaci mortali anche se richiesti, a non divulgare quanto appreso nell’esercizio della professione. Il Giuramento è un testo rivoluzionario in cui nell’idea di cura si intrecciano la responsabilità morale e la fiducia nella conoscenza , scienza e coscienza appunto.
“Giuro per Apollo medico e Asclepio e Igea e Panacea e per gli dèi tutti e per tutte le dee, chiamandoli a testimoni, che eseguirò, secondo le forze e il mio giudizio, questo giuramento e questo impegno scritto”.
Quando vi imbattete in un medico sappiate che dietro quel camice bianco non c’è soltanto studio, passione, competenza o professionalità ma c’è anche questo solenne giuramento fatto per tutta la durata della vita professionale. Ma questo non necessariamente significa che quel medico ha poi dei gesti umani che lo rendono indispensabile per i suoi pazienti.
Nella mia vita devo riconoscere che ho incontrato, non tutti ma molti medici dal volto umano. Che amavano la loro professione, ma che sapevano parlare con il paziente, metterlo a loro agio, soprattutto, come nel mio caso, se affetto da “sindrome da camice bianco”, nel senso che di colpo mi si alzano i valori pressori appena sono davanti ad un medico.
Sento il bisogno di scrivere questo articolo per manifestare la mia gioia per aver incontrato nella vita un medico, un primario, un uomo capace di comprendere il trauma, sul vero senso della parola, il dolore, il disagio di un paziente e poi con il sorriso rimetterlo in piedi e permettergli l’uso degli arti. Si tratta del dottor Antonino Catanese, un grandissimo professionista, stimato ed apprezzato in tutta Italia e non solo, per la sua bravura ma anche per la sua umanità.
Quanto nel 2017 decise di lasciare l’ospedale di Licata scrissi che Il dottor Antonio Catanese non è un uomo che ama la ribalta. Anzi è schivo. Ricordo che quando pubblicai un articolo sulle sue incredibili capacità subito mi ringraziò ma mi disse che era imbarazzato. Sono davvero onorato della sua amicizia e mi dispiace in realtà, proprio per questa sua ritrosia, aver scritto poco dei suoi tanti successi e della sua bravura. Di recente, dopo un incidente a Madrid, sono finito sotto i ferri, per una brutta frattura scomposta all’omero del braccio sinistro, ed il mio primo pensiero è stato quello di chiedergli aiuto e assistenza. E così nella sua nuova sede di lavoro il Santa Barbara Hospital di Gela,(clinica privata convenzionata) sono stato operato dal dottor Catanese e dal suo staff. Ho potuto appurare che il suo sorriso e la sua grande umanità unito alla passione per il lavoro e la grande abnegazione nell’aiutare chi ha bisogno, è cresciuta negli anni.
Più volte ci siamo incontrati in aeroporti d’Italia e ci siamo abbracciati mentre per le nostre professioni ci recavamo in congressi nazionale e internazionali e sempre, anche in quella fugaci occasione veniva fuori la sua grande umiltà.
Si perché come tutti i grandi uomini e i grandi professionisti, Antonio Catanese, è stato capace di raggiungere traguardi ambiziosi, in tutte le sedi dove ha lavorato, in silenzio.
Se dovessi definirlo non lo apostroferei un “medico in prima linea”, ma un medico oltre ogni linea, sempre accanto al paziente. Sempre pronto a spendersi. Gli ho sempre fatto dono dei miei libri. Non so se ha mai avuto il tempo di leggerli, ma la gioia comunque che li custodisce mi fa pensare che forse un giorno li leggerà.
Quando parliamo del suo passato e del suo presente i suoi occhi diventano lucidi e pieni di commozione.
“Nei tanti anni di vita professionale, mi sono imbattuto in tante persone con cui ho avuto il privilegio di lavorare, molti di loro mi hanno fatto dono della loro amicizia e delle loro conoscenze contribuendo alla mia formazione umana. Ognuno di loro ha lasciato consapevolmente o no, un segno che ha contribuito a rendermi quello che sono. Ringrazio con tutto il cuore le tante persone che in tutti questi anni si sono fidati e mi hanno seguito professionalmente consentendomi di prendermi cura di loro, il loro affetto mi ha permesso e mi permette ancora oggi, di continuare a sognare, credere e sperare in questo meraviglioso cammino professionale. Sono stato un uomo fortunato”.
Antonio Catanese è un uomo così: semplicemente eccezionale. Diversamente non saprei descriverlo. George Bernard Shaw scrittore drammaturgo irlandese in suo celebre aforisma ha sostenuto: “la maggior parte di noi nasce con l’aiuto del medico e muore allo stesso modo”. E’ vero. Ma nel mezzo del cammino della nostra vita può capitare di farsi male e di spaccarsi le ossa e molto altro, e ti puoi imbattere in chi con amore e passione ti cura e ti rimette in piedi o ti restituisce la forza per andare avanti. Con professionalità, umiltà e con un sorriso. Grazie Antonio Catanese, un vero esempio per le nuove generazioni di medici.