Nel corso degli ultimi anni, il tema della valorizzazione delle foreste e dei boschi diventa sempre più centrale per le agende politiche del nostro continente. A porre attenzione sulla tematica è stato il recente Festival delle Foreste, manifestazione dedicata alla filiera forestale svoltasi contemporaneamente a Longarone (Bl), presso la Fiera, e in Cansiglio nei giorni 11, 12 e 13 settembre 2020.
La conoscenza approfondita e la possibilità di disporre di dati e informazioni dettagliate attraverso l’elaborazione di un Rapporto aggiornato, si pone come elemento fondamentale per la definizione di scelte tecniche, gestionali e di natura economica.
Un momento di approfondimento e dibattito finalizzato ad approfondire le opportunità progettuali legate ai temi della gestione delle foreste e dell’acqua, dello sviluppo sostenibile e dei patrimoni naturali e culturali collegati all’elemento liquido, nelle declinazioni uniche e irripetibili che caratterizzano tali territori.
Oggi è possibile valorizzare maggiormente su scala mondiale tali patrimoni unitamente agli aspetti produttivi, se opportunamente collegati all’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, agli Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile e al Green Deal della Commissione Europea. Partendo dal patrimonio forestale della Serenissima e dai sistemi di gestione collegati all’uso sapiente dell’acqua, tramite avanzatissimi opifici idraulici e l’efficiente trasporto basato sulla fluitazione nel Piave, si sono discussi sia i possibili ambiti di valorizzazione del contesto storico ereditato in chiave eco-museale, sia il collegamento dello stesso a nuovi sistemi di produzioni volti a conferire un valore aggiunto alla risorsa legno.
Novità importanti che caratterizzano anche il rapporto tra storia, tradizioni, tutela del territorio e ricerca delle buone pratiche da imitare in tutta Italia. Si svolge martedì 29 settembre, alle ore 10:00, presso la Chiesa di San Gregorio al Celio l’evento “Custodiamo le foreste che ci custodiscono. Aree boschive: sicurezza territoriale e contrasto al cambiamento climatico. Codice e pratiche di gestione forestale camaldolesi: patrimonio transnazionale dell’Umanità” promosso da Comunità di Camaldoli, Fondazione UniVerde, Collegium Scriptorium Fontis Avellanae, Comunità di Fonte Avellana in collaborazione con Institute for Climate Change Solutions, TeleAmbiente, SOS Terra Onlus e Arca.
L’evento sarà occasione per affrontare i temi legati alla tutela delle aree boschive per la sicurezza del territorio e per la lotta al cambiamento climatico. In particolare, sarà messo in luce il progetto di recupero storico e culturale delle pratiche di gestione forestale istituite e gestite, per oltre otto secoli, dai monaci Benedettini della Congregazione Camaldolese: un esempio tangibile di gestione multifunzionale delle risorse ambientali, oltre che di sviluppo socioeconomico per molte comunità locali.
Dopo il saluto di benvenuto di George Nellyianil (Priore della Chiesa di San Gregorio al Celio), interverranno: Alessandro Barban (Priore Generale della Congregazione Camaldolese); Alfonso Pecoraro Scanio (Presidente della Fondazione UniVerde); Gianni Giacomelli (Priore del Monastero Santa Croce di Fonte Avellana); Salvatore Frigerio (Presidente del Collegium Scriptorium Fontis Avellanae); il Generale Ciro D’Angelo (Comandante Unità Forestali Ambientali ed Agroalimentari, Arma dei Carabinieri); Alessandra Stefani (Direttore Generale dell’economia montana e delle foreste, Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali); Enrico Vicenti (Segretario Generale Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco); Giovanni Legnini (Commissario straordinario per la ricostruzione – Sisma 2016); Livio de Santoli (Prorettore alle politiche energetiche, Sapienza Università di Roma); Simone Galeotti (Direttore Institute for Climate Change Solutions); Gabriele Calliari (Presidente Federforeste) e Stefano Masini (Responsabile ambiente e territorio, Coldiretti).
In occasione dell’evento, l’ex Ministro Alfonso Pecoraro Scanio ha dichiarato: “Boschi e foreste saranno sempre più un presidio ecologico contro il dissesto idrogeologico e il cambiamento climatico. Dovremo imparare dal passato e investire sul futuro. Le pratiche camaldolesi ci possono essere di guida per una vera bioeconomia circolare”.