“Il giorno dell’incontro”, un film che usa il pugilato per compiere un’accurata analisi introspettiva dei rapporti umani

Articolo di Gordiano Lupi

Un film straordinario che usa il pugilato per compiere un’accurata analisi introspettiva dei rapporti umani, alternando vita in diretta e ricordi con sapienza e delicatezza. Huston racconta la vita a pezzi di Mikey, un pugile di origini irlandesi che è stato un campione, ma ha perso tutto per colpa dell’alcol, è stato in prigione dopo aver ammazzato un bambino in un incidente stradale, si è separato dalla moglie, non può vedere la figlia, soffre per la morte della madre, mentre il padre è in ospizio ma con lui non ha mai avuto un buon rapporto. Il film racconta la storia del suo ultimo incontro di pugilato, soprattutto narra il percorso di redenzione di Mike che prima di salire sul ring ricerca tutte le persone importanti della sua vita e mette ordine nel suo passato. Un ultimo match che permette a Mike di chiudere i conti con se stesso e di essere per la prima volta concretamente utile alle persone che ama. L’ultimo incontro è il primo film da regista dell’attore britannico Jack Huston, che pare un veterano della macchina da presa, viste le riprese insolite e i movimenti di macchina per niente banali. Forse è una storia che lo prende per davvero, dato che il soggetto è suo e anche la sceneggiatura non prevede collaborazioni esterne. Cinema d’autore puro, fotografato da Peter Simonite in un plumbeo bianco e nero che in alcune sequenze finali vira sul colore per parlare di un ipotetico futuro. Stupenda la colonna sonora di Ben McDiarmid a base di pezzi jazz e folk, che rendono palpabile la situazione drammatica del protagonista, in alcuni casi commentano silenziose immagini evocative. Il montaggio di Joe Klotz (105’) è compassato ma con i tempi giusti per raccontare una storia che passa dalla realtà al ricordo, con parti oniriche e flashback che il protagonista vive a contatto con i luoghi del passato come se fossero proustiane madeleines. Bravissimo Michael Pitt nei panni di Mike Flannigan, uomo devastato dal dolore in cerca di redenzione e di un’ultima vittoria, la più importante della sua vita. Joe Pesci interpreta il ruolo del padre malato di Alzheimer mentre nel film ascoltiamo anche una sua struggente canzone. Ron Perlman è Stevie, il burbero allenatore di Mike che sta al fianco del suo pupillo anche nell’ultimo incontro. Presentato alla Mostra di Venezia sezione Orizzonti nel 2023, un film che fa bene al cuore e di cui si consiglia la visione. Se mi passate l’espressione fuori dal tempo è un lacrima movie d’autore di livello altissimo.

Regia, Soggetto, Sceneggiatura: Jack Huston. Fotografia (B/N): Peter Simonite. Montaggio: Joe Klotz. Musiche: Ben McDiarmid. Effetti Specaili: Tomasz Tejchman. Scenografia: Pete Zumba. Costumi: Cristopher Peterson. Produttori: Jack Huston, Colleen Camp, Josh Porter, Jai Stefan, Emma Tillinger Koskoff. Casa di Produzione: Productivity Media. Durata: 103’. Genere: Drammatico, Sportivo. Paese di Produzione: USA, 2023. Lingua Originale: Inglese. Interpreti: Michael Pitt (Mike Flannigan), Ron Perlman (Stevie), Nicolette Robinson (Jessica), John Magaro (Patrick), Steve Buscemi (zio di Mike), Joe Pesci (padre di Mike).

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