Il volume rappresenta un utile strumento per introdurre lo studio di questo eccellente intellettuale nelle scuole, con un ricco corpus di testi consigliati, pensati per favorire la riflessione degli studenti sulla produzione letteraria dell’autore che in questi anni ci hanno nascosto e propone gli argomenti che rappresentano il cardine della sua narrazione
“È importante sapere che le parole non muovono le montagne. Il lavoro, l’impegnativo lavoro muove le montagne”. Questo è uno dei pensieri più belli di Danilo Dolci.
Danilo Dolci, sociologo, poeta, educatore e attivista della nonviolenza, è stato definito “il Gandhi italiano”. Un uomo che ha guidato diverse importanti battaglie.
E di Danilo Dolci scrive, nel volume Ci hanno nascosto Danilo Dolci, il bravissimo e poliedrico Giuseppe Maurizio Piscopo, che stimo e di cui sono amico.
Il testo, edito da Navarra Editore, è stato impreziosito dall’introduzione di Salvatore Ferlita e dalla Postfazione di Amico Dolci.
L’autore di questo libro, Giuseppe Maurizio Piscopo, ha voluto raccontare l’esperienza intellettuale e umana di Danilo Dolci. Il titolo, come scrive Salvatore Ferlita nella sua introduzione, è una specie di manifesto ideologico di Giuseppe Maurizio Piscopo.
Piscopo ha condotto delle ricerche e delle analisi, precise e dettagliate, che dimostrano come Danilo Dolci non sia presente nei libri della scuola elementare e in quelli della scuola superiore di primo grado. Purtroppo, non è stato dato spazio ad una personalità che ha tracciato un percorso storico davvero importante.
Nel centenario dalla sua nascita Dolci, ritorna tra i bambini, tra gli studenti e tra la gente. Il libro racconta gli aspetti salienti, che riguardano la vita del sociologo, il suo amore per i bambini e per le fasce deboli, la nascita della diga sullo Jato, la lotta contro la prepotenza mafiosa, con il racconto della Radio dei poveri Cristi che ha avuto 27 ore di vita, il carcere ingiusto per lo sciopero alla rovescia, per un reato non commesso con la difesa di Piero Calamandrei.
Contiene alcune interviste a persone che l’hanno conosciuto ed hanno lavorato con lui: Nino Fasullo, Pino Lombardo, Cosimo Scordato, Maria Di Carlo, Giuseppe Carta, Gianluca Fiusco, Salvatore Di Marco e una conversazione tra Sciascia e Dolci.
L’autore ha spiegato in modo dettagliato quale è stata la scrittura di Danilo Dolci. Un uomo “scomodo” che non ha avuto paura di trattare i grandi temi della società contemporanea e le sue parole risultano essere, ancora oggi, attualissime. Le esperienze che hanno segnato la vita di Danilo Dolci sono ben evidenziate: la scuola di Mirto, il Borgo di Dio, il contrasto alla mafia, la nascita della diga dello Jato, lo sciopero alla rovescia, la relazione con gli intellettuali, i documentari, il rapporto con la chiesa protestante, la radio dei poveri cristi con le speranze, le lotte dei contadini e dei pescatori nella Sicilia degli anni ‘50.
Dolci ha acceso i riflettori sui problemi dei territori in cui ha vissuto e ha accarezzato le coscienze delle persone, compresi i governanti e le forze dell’ordine dell’epoca. Un metodo quello di Dolci che puntava ad un cambiamento radicale dove la: “Rivoluzione è curare il curabile/ profondamente e presto/ è rendere ciascuno responsabile”.
Da sociologo della comunicazione, ho avuto la possibilità di leggere e studiare numerosi documenti che riguardano Danilo Dolci. Di fatto, la società non è più quella in cui ha vissuto Danilo Dolci. Adesso, nell’era della piattaformizzazione, ci sono numerosi episodi di disobbedienza che assumono contorni non violenti e la narrazione avviene attraverso la rete.
La nostra realtà è diversa rispetto agli anni ‘50 e si trasforma velocemente: le guerre, i conflitti internazionali, la crisi economica, l’immigrazione, la diminuzione delle risorse mondiali, gli obiettivi dell’Agenda 2030 non sono stati raggiunti e tanto altro ancora. Abbiamo bisogno di trovare delle soluzioni in grado di accrescere le consapevolezze di tutti, per poter invertire la rotta e donare un futuro migliore alle nuove generazioni.
Come se non bastasse, ci sono tante forme di criminalità organizzata e tante forme di violenza. I media continuano a veicolare storie di prevaricazione e di soprusi. Molte volte, siamo costretti a non leggere alcune notizie. Le informazioni ci raggiungono sui nostri cellulari e dobbiamo “scrollare” gli schermi, perché alcune immagini ci fanno soffrire e stare male. Questo è davvero inaccettabile.
Occorre promuovere campagne di sensibilizzazione, per fermare le derive sociali a cui stiamo assistendo. Servono nuovi percorsi educativi per i nostri ragazzi, perché devono comprendere che vivere all’interno della società non equivale a vivere all’interno di un video gioco o dentro l’universo di un social network.
L’odio è presente nel mondo reale e nel mondo virtuale. Non siamo in grado di accogliere l’altro e di accettare chi ha un pensiero diverso dal nostro.
Non basta pensare che le responsabilità siano dei tanti “ismi” che ci circondano come “il cattivismo, l’individualismo o l’egoismo”, ma è necessario l’impegno di tutti gli attori della società per dar vita ad una rivoluzione d’amore, così come vorrebbe Danilo Dolci.
Quello di Giuseppe Maurizio Piscopo è un enorme impegno pedagogico, morale e umano e lui si distingue sempre per i suoi valori.
Spero che questo libro venga letto dai giovani e dagli adulti. L’autore in modo semplice aiuta il suo lettore a conoscere Danilo Dolci e l’eredità che ci ha lasciato.
Il volume rappresenta un utile strumento per introdurre lo studio di Danilo Dolci nelle scuole, con un ricco corpus di testi consigliati, pensati per favorire la riflessione degli studenti sulla produzione letteraria dell’autore che in questi anni ci hanno nascosto e propone gli argomenti che rappresentano il cardine della sua narrazione: le questioni universali dell’uomo come i diritti, la lotta nonviolenta, la città a misura di bambino, con una rilettura di un mondo senza armi, contro ogni guerra e in cui ci sia cultura, pace e fratellanza.
Auguro al maestro Piscopo di realizzare il suo sogno che è quello che nelle scuole si possa studiare Danilo Dolci, sin dalla quinta classe elementare, poiché merita di essere ricordato e riscoperto dalle nuove generazioni.
Giuseppe Maurizio Piscopo maestro elementare, compositore e musicista, giornalista-pubblicista, ha collaborato con Radio Rai Sicilia e scrive per diverse testate. Vincitore di numerosi premi, autore di canzoni, musiche e racconti, un vero e proprio “fabbricante” di storie cantate dedicate ai bambini di tutto il mondo e soprattutto a quelli che vivono nel dolore. Formatosi nella scuola di Sciascia, Buttitta e Bufalino, sin da ragazzino ha suonato la fisarmonica apprendendo il “mestiere” da un barbiere, Mastro Agostino di Favara, sua città natale, perfezionando la sua arte nei bistrot di Parigi. Con la fisarmonica è riuscito a raccontare la sua Sicilia e le sue tradizioni più antiche e più vere, partendo proprio dal comune di Favara, in provincia di Agrigento, paese dalle tinte forti, a volte crude ma intense. Vanta un curriculum artistico invidiabile e variegato: è stato tra i fondatori del Gruppo Popolare Favarese con Antonio Zarcone che ha fatto conoscere nel mondo le tradizioni popolari della Sicilia attraverso il canto.
Da sempre il suo estro e la sua fantasia sono stati stimolati positivamente dalla letteratura e sono numerosissime le composizioni in cui il rapporto fra musica, poesia e letteratura risulta evidente oltre che di fondamentale importanza. In particolare la sua attenzione è stata rivolta ad autori come Pirandello, Sciascia, Gori, Buttitta, Bonaviri, Bufalino. Vanta anche una lunga attività di ricerca, canti e musica popolare del Sud d’Italia.
Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Merica Merica viaggio verso il nuovo mondo con Salvatore Ferlita (Sciascia Editore, 2015), Sogni e Passioni (Medinova Editore, 2017), Le Avventure di Lino Panno (Qanat Editore, 2017), La maestra portava carbone con Salvatore Ferlita (Torri del vento, 2018), Il vecchio che rubava i bambini (Aulino Editore, 2019).