Paul Schrader non lo scopriamo certo oggi come grande autore di thriller, basti pensare alla sceneggiatura di Taxi Driver (1976) per Martin Scorsese, a Il bacio della pantera (1982) e al recente Il collezionista di carte (2021). Il maestro giardiniere è una nuova storia di solitudine e redenzione, colpa e riscatto, amore e morte, insomma, è cinema di tensione allo stato puro, un piccolo gioiello che scorre sul grande schermo per 111 minuti montati benissimo e sceneggiati meglio. Schrader affronta il tema del cambiamento nella vita di un uomo, un tempo criminale neonazista adesso esperto di botanica che si è salvato la vita grazie all’amore per le piante e alla dedizione maniacale per i giardini. Narvel (Edgerton), collaboratore di giustizia inserito in un programma di protezione testimoni, lavora come capo giardiniere presso la villa di una ricca signora (Swindell). Per lei non gestisce soltanto il giardino, preparandolo per gare e aste di beneficienza insieme ad alcuni operai, all’occorrenza funge da amante, una volta a settimana, se la padrona lo chiede. Quando in villa arriva la giovane pronipote della vecchia signora la situazione cambia e irrompe di nuovo l’amore – come variabile imprevista – nella vita del maestro giardiniere. Il film comincia come puro cinema drammatico – con l’analisi capillare di un giardino e dei vari tipi di piante -, prosegue come thriller ad alta tensione – con un racconto di droga e violenza -, infine evolve in storia d’amore tra una lolita e un uomo di mezza età con troppi scheletri nel suo armadio. Personaggi credibili, ben costruiti, sceneggiatura perfetta, una storia narrata per silenzi evocativi con l’ausilio di una poetica e potente voce fuori campo; fotografia cupa e angosciante, colonna sonora che sottolinea il crescendo di tensione, parti oniriche struggenti con tracce di esistenza passata narrate per flashback; soggettive e piani sequenza mai sprecati, sempre funzionali alla storia, di sicuro mai meri esercizi di stile. Tra le cose più affascinanti tutta la sequenza fantastica vissuta come un sogno dopo il primo rapporto amoroso tra i protagonisti, con una cascata di fiori che sboccia di notte lungo la strada e l’erba che cresce verdeggiante sotto le ruote della macchina. Il maestro giardiniere è un film costruito sul racconto di sentimenti forti, descrive la vita di un uomo nelle sue diverse fasi, fa capire quanto un individuo possa cambiare con una grande forza di volontà. Joel Edgerton è perfetto nel ruolo di Narvel, giardiniere ed ex criminale neonazista, così come è fantastica la voce del doppiatore Simone D’Andrea, esemplare per far capire un carattere forte e deciso, ricco di sfaccettature. Sigourney Weaver (Schrader aveva pensato a Glenn Close) è un’esemplare bella signora invecchiata che non si arrende al passare del tempo, dura e determinata, incapace di amare la nipote, gelosa e invidiosa della giovinezza perduta. Quintessa Swindell, seconda scelta rispetto a Zendaya nel ruolo di Maya, la ragazzina che fa innamorare il rude Narvel, non la fa rimpiangere, anzi sembra davvero l’interprete migliore. Questo è cinema! Da non perdere.
Regia, Soggetto, Sceneggiatura: Paul Schrader. Fotografia: Alexander Dynan. Montaggio: Benjamin Rodriguez jr.. Musiche: Dev Hynes. Scenografia: Ashley Fenton. Costumi: Wendy Talley. Produttori: David Gonzales, Amanda Crittenden, Scott LaStaiti. Produttori Esecutivi: Luisa Law, Dale Roberts, Jamieson McClurg, Linda Ujuk. Case di Produzione: Ottocento Films, Northern Lights Films, Kojo Studios, Flickstar. Distribuzione (Italia): Movies Inspired. Titolo Originale: Master Gardener. Lingua Originale: Inglese. Paese di Produzione: USA, Australia – 2022. Durata: 111’. Genere. Drammatico, Thriller. Interpreti: Joel Edgerton (Narvel Roth), Sigourney Weaver (Norma Averhill), Quintessa Swindell (Maya), Esai Morales (agente Oscar Neruda), Eduardo Losan (Xavier), Victoria Hill (Isobel Phelps), Amy Le (Janine), Erika Ashley (Maggie), Jared Bankensa (R.G.), Matt Mercurio (Sissy), Rick Cosnett (agente Stephen Collins).