Il ciclo Ken Loach su Rai 5 permette di riscoprire delle vere e proprie perle che in passato avevamo trascurato. Tra queste Il mio amico Éric rappresenta un unicum nella produzione del regista inglese, prima di tutto perché parla di calcio (solo sullo sfondo), poi perché inserisce nella storia un elemento fantastico (il fantasma di Cantona), infine perché l’idea del film è del calciatore – produttore Cantona. La sceneggiatura è come sempre di Paul Laverty e lo stile ricorda il documentario che racconta l’esistenza, ma questa volta si parla soprattutto d’amore, di amicizia, di un padre legato ai figli e di un affetto che torna con prepotenza dal passato. Non manca, come in ogni opera di Loach, l’idea che un gruppo di persone unite da uno stesso obiettivo possa cambiare il mondo, in questo caso che sia capace di mettere a tacere la prepotenza di un boss che terrorizza il quartiere. In breve la trama. Eric è un postino cinquantenne di Manchester che – in piena crisi esistenziale – tenta il suicidio perché comprende di aver sbagliato tutto in vita sua, soprattutto non avrebbe dovuto lasciare la prima moglie Lily, trent’anni prima, dopo un attacco di panico. Tutto sembra andare nel verso sbagliato, dal pessimo rapporto con i figliastri lasciati in custodia dalla seconda ex moglie a un lavoro che trascura. Per fortuna ha la figlia che sta per laurearsi e si dedica alla nipotina, cosa che lo riporta a rivedere Lily dopo trent’anni. A questo punto entra nella sua vita il fantasma di Éric Cantona che lo sprona a cambiare in meglio le sue giornate, partendo dalla fiducia negli amici, tutti tifosi del Manchester United. La filosofia di Cantona, con le ormai proverbiali massime, porterà il postino a riappropriarsi della sua esistenza e a prendere decisioni difficili, ma non da solo, perché – come Ken Loach insegna – le cose si fanno insieme, se vogliamo che abbiano successo. Molti inserti calcistici ritraggono alcuni gol spettacolari di Éric Cantona e il passaggio più bello della sua carriera, che il calciatore considera la cosa più riuscita che ha fatto. Premio Magritte a Cannes per la miglior coproduzione, perché l’Italia fa parte dei paesi che hanno contribuito. Grande successo a Manchester, soprattutto per motivi calcistici, anche se la storia prende una piega più sentimentale e intima che sportiva. Un buon lavoro, dal taglio di commedia realistica, girato con il solito stile di Loach con attori che non sembrano recitare ma paiono ripresi nel loro vivere quotidiano. Da recuperare su RaiPlay.
Titolo Originale: Looking for Eric. Lingua Originale: Inglese, Francese. Paesi di Produzione: Regno Unito, Francia, Italia, Belgio, Spagna. Durata: 116’. Genere: Commedia. Regia: Ken Loach. Soggetto: Eric Cantona. Sceneggiatura: Paul Laverty. Fotografia: Barry Ackroyd. Montaggio: Jonathan Morris. Musiche: George Fenton. Scenografia: Fergus Clegg. Produttori: Tim Cole, Rebecca O’ Brien. Produttore Esecutivo: Éric Cantona. Case di Produzione: Film4, France 2, Cinema, BiM Distribuzione, Tomasol Films. Distribuzione (Italia): BiM Distribuzione. Interpreti: Steve Evets (Eric), Éric Cantona (se stesso), Stephanie Bishop (Lily), John Henshaw (Meatballs), Gerard Kearns (Ryan), Stephan Cumbs (Jess), Lucy-Jo Hudson (Sam), Max Beesley (padre di Eric), Kelly Bowland (fidanzata di Ryan).